Fintech: la grande protagonista

Fintech è il risultato della fusione delle parole Financial Technology e spesso è menzionata come tecnofinanza. Dalla crisi del 2008 la Fintech ha subito una notevole accelerazione ed è oggi un ramo della finanza in sempre più forte espansione, tanto che oggi è una parte fondamentale sia del settore bancario, sia di quello finanziario.

La Fintech afferisce a un’ampia gamma di servizi finanziari, dove i più noti sono:

  • crowdfunding
  • peer-to-peer lending
  • asset management
  • gestione dei pagamenti
  • credit scoring
  • raccolta dati
  • cambi
  • criptovalute

La Fintech è ampiamente utilizzata dalle start up che così puntano a sfidare le aziende tradizionali. Il fenomeno è di tali dimensioni che in Europa la Fintech registra una crescita del 400% annuo. Grazie ad analisi più accurate e innovativi sistemi di accesso al credito la tecnofinanza è una vera e propria rivoluzione sia per le banche, sia per i consumatori che possono avvalersi di maggiore trasparenza e quindi maggiore affidabilità.

Fintech e le banche

La concorrenza col mondo bancario è evidente quando si parla di tempistiche. Le banche sono molto in ritardo sul versante Fintech,  infatti se un istituto bancario richiede almeno due settimane per concedere prestiti alle imprese, una piattaforma online effettua la medesima operazione mediamente in 48 ore.

PIR

Introdotti dalla Legge di bilancio 2017 i PIR (Piani Individuali di Risparmio) sono quei piani che hanno lo scopo di veicolare risorse verso le PMI, sono uno strumento di investimento di medio e lungo periodo pensato per i piccoli investitori quali le smallcap (società quotate con una piccola capitalizzazione) e operano soprattutto nel mercato dell’AIM Italia, ovvero il mercato della Borsa dedicato alle PMI che vogliono investire nella loro crescita. Grazie al nuovo credito d’imposta si prevede un aumento dell’utilizzo dei PIR.

Minibond

Secondo la Borsa Italiana i minibond sono

obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da società italiane non quotate, tipicamente PMI, normalmente destinate a piani di sviluppo, a operazioni di investimento straordinarie o di refinancing. Permettono alle società non quotate di aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario. Come tutte le obbligazioni hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza.

Il fenomeno dei minibond è in forte espansione e questo strumento, dal 2012, ha permesso di far affluire quasi 3 miliardi di euro nelle casse dell PMI che le hanno utilizzate. Il ricorso sempre maggiore a questo tipo di obbligazioni è motivato soprattutto dal fatto che, nonostante i tassi non siano sempre particolarmente vantaggiosi, sono una valida alternativa a un finanziamento bancario a medio-lungo termine. Inoltre, secondo alcuni esperti, i minibond sono anche un’utile allenamento finanziario per le PMI che di solito non sono molto abituate a lavorare nel settore finanziario.

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Il 1° Gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo standard contabile IFRS 9. Il nuovo principio internazionale porterà anche in Italia a modifiche importanti in ambito bancario, infatti gli istituti di credito saranno tenuti a valutare con metodologie più rigorose il rischio aziendale.

Nuovo standard e nuova classificazione

Il nuovo standard identificato dallo IASB nell’IFRS 9 dovrà garantire anche un più tempestivo riconoscimento delle perdite attese. L’obiettivo di queste modifiche è di semplificare le regole esistenti e rafforzare la fiducia degli investitori nei bilanci delle banche e, in forma più estesa, dell’intero sistema finanziario.

La classificazione determina come le attività finanziarie sono contabilizzate in bilancio e, in particolare, il modo in cui sono valutate su base continuativa. I requisiti per la loro classificazione e valutazione sono il fondamento della contabilizzazione degli strumenti finanziari.

IFRS 9: la tempesta perfetta

Ciò che da molti esperti è stata definita come “la tempesta perfetta”, avrà delle conseguenze significative nel rapporto tra banca e impresa, non solo in fase di erogazione di nuova finanza, ma anche per i contratti di finanziamento in essere. Il problema maggiore per quanto concerne l’azienda, è rappresentato dalla possibilità, peraltro elevata, di essere classificata nella classe di rischio stage 2, con rilevanti ricadute in termini di oneri finanziari e finanziabilità futura.

IBS Consulting & ACF, in virtù di questo cambiamento di scenario, ha deciso di dotarsi degli stessi strumenti diffusi tra i gruppi bancari (conformi quindi agli IFRS 9), per supportare le aziende in questa fase di cambiamento e rispondere alla domanda più importante “come mi valuta la banca?”.

Di questi temi ne abbiamo parlato anche durante i nostri recenti momenti di approfondimento IFRS 9:

Cosa cambia per le imprese

Come ti valuta la banca

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In vista della chiusura del bilancio, IBS Consulting & ACF, offre la possibilità alle aziende di effettuare un’analisi del rischio gratuita comprendente l’esercizio 2017.

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Sostenere la partecipazione delle PMI innovative alle fiere internazionali

Sono aperte le candidature per partecipare alle ultime tre fiere internazionali del 2018 attraverso l’Overseas Trade Fairs Programme: China International Industry Fair, Electronica and Productronica e Metalex.

In cosa consiste il programma Overseas Trade Fairs Programme?

Il programma Overseas Trade Fairs Programme fa parte dei servizi di accelerazione del business dello European Innovation Council ed organizza la partecipazione di delegazioni di PMI a rinomate fiere internazionali per sostenere la commercializzazione dei loro prodotti e servizi innovativi.

Il programma ha coinvolto finora 116 PMI che hanno tenuto più di 1500 incontri B2B con controparti selezionate in 9 fiere internazionali in tutto il mondo.

Quali sono stati i risultati raggiunti finora dal programma?

Tra le occasioni più recentemente create attraverso il programma, figura la fiera internazionale FIDAE 2018, che si è svolta dal 3 all’8 aprile a Santiago del Cile. 15 PMI selezionate tra quelle che hanno partecipato allo strumento PMI hanno avuto l’occasione di presentare i loro progetti e 4 sono state selezionati tra le 5 imprese più innovative di FIDAE 2018.

La 20esima edizione di FIDAE ha accolto più di 580 aziende e 120.000 partecipanti provenienti da oltre 46 paesi. Il padiglione dell’Ue, che ha integrato la presenza di 15 Stati membri, ha mostrato come le piccole e medie imprese europee stiano promuovendo l’innovazione nei settori aerospaziale, della difesa e della sicurezza a livello mondiale.

Le 15 PMI innovative europee hanno avuto un’ottima opportunità di incontrare altri attori del settore di riferimento in Europa e in Sudamerica. Durante i 4 giorni della sessione B2B di FIDAE 2018 molti visitatori hanno partecipato ad incontri, lanci di prodotti e dimostrazioni dal vivo, e hanno potuto discutere con le aziende del Padiglione Europeo.

Chi può partecipare?

Da gennaio 2018, le PMI che partecipano a FET-Open e a Fast Track to Innovation (FTI), i due programmi che fanno parte dello European Innovation Council insieme allo strumento per le PMI, possono presentare domanda di partecipazione all’Overseas Trade Fairs Programme, alle stesse condizioni previste per le imprese selezionato nello strumento per le PMI.

Che cosa offre la partecipazione all’Overseas Trade Fairs Programme?

Per le ultime tre fiere del 2018, il programma prevede un padiglione europeo di 100 m² per ospitare l’esposizione di 15 PMI.

Le imprese selezionate avranno quindi accesso ai seguenti vantaggi e servizi:

  • Uno stand gratuito di 5m² nel Padiglione Europeo;
  • Fino a 1.000 euro di rimborso spese per viaggio, alloggio, servizi e altro;
  • Promozione dell’azienda nel mercato di riferimento e nei paesi limitrofi;
  • Almeno 15 incontri con controparti commerciali interessate.

Per ulteriori informazioni è possibile iscriversi al Webinar che si terrà martedì 17 aprile, dalle 10:00 alle 11:30 cliccando qui o consultare il calendario del programma disponibile qui.

Le domande per partecipare alle ultime tre fiere previste dal programma sono accettate fino al 25 maggio.

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La digitalizzazione dell’industria

Maggiore cooperazione tra fabbriche del futuro e big data

Si è recentemente tenuto il forum degli stakeholder Digitsing European Industry. L’evento, che si svolge su base annuale, è stato co-organizzato per questa edizione dalla Commissione Europea e dal Ministero Francese dell’Economia e delle Finanze e ha costituito un momento di incontro per tutti i portatori di interesse nei processi e nelle strategie di digitalizzazione dell’industria.

Gli argomenti affrontati

Le discussioni durante l’evento hanno toccato diversi aspetti relativi ai centri di innovazione digitale, ai partenariati pubblico-privato, agli strumenti di finanziamento per la digitalizzazione, alle competenze digitali e alla diffusione delle piattaforme industriali digitali.

Il forum ha rappresentato peraltro un momento di scambio di buone pratiche e confronto tra progetti ed attività portate avanti nell’ambito dell’iniziativa della Commissione europea Digitising European Industry.

Le strategie europee di digitalizzazione dell’industria

Durante il forum, l’Associazione europea per la ricerca sulle fabbriche del futuro (EFFRA) e l’Associazione Big Data Value (BDVA) hanno convenuto di intensificare i rapporti di collaborazione tra i due ambiti firmando un memorandum di cooperazione.

Fin dal suo avvio, la partnership pubblico-privato Fabbriche del futuro si è adoperata per far progredire la digitalizzazione nel settore manifatturiero e nei processi produttivi come componente fondamentale delle sue attività globali di trasformazione delle tecnologie di produzione.

In parallelo con l’avanzare del processo di digitalizzazione della produzione, l’utilizzo dei dati ha acquisito sempre maggiore importanza e sono aumentati i punti di interesse comune e di interscambio tra le due aree tematiche a cui EFFRA e BDVA fanno riferimento.

Il memorandum di cooperazione tra EFFRA E BDVA

Il memorandum afferma che le due associazioni collaboreranno strettamente:

  • Contribuendo all’implementazione dell’agenda digitale dell’Ue mediante la redazione e la realizzazione di documenti strategici, roadmap, progetti pilota e attività correlate;
  • Identificando percorsi di sviluppo dall’attuale stato di avanzamento del sistema industriale verso la visione delineata delle fabbriche del futuro;
  • Condividendo e diffondendo buone pratiche e approcci tra i progetti implementati;
  • Sostenendo congiuntamente manifestazioni sulla cooperazione industriale nell’economia digitale e sulle infrastrutture digitali della prossima generazione;
  • Massimizzando lo sfruttamento dei risultati dei progetti implementati e portati a termine.

Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a consultare il sito dell’iniziativa europea Digitising European Industry e il testo del memorandum.

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Cambio di rotta per lo strumento Innovalombardia

Linea Innovazione di Regione Lombardia: i contributi a corredo del finanziamento diventano in conto capitale

Con questa novità, divulgata martedì 10 Aprile, Regione Lombardia intende contribuire direttamente alle spese sostenute dalle imprese per la realizzazione degli investimenti oggetto dell’agevolazione con un contributo quantificato sulla base del finanziamento concesso nella misura massima di 250 punti base.

Chi sono i soggetti beneficiari?

Le PMI e le Mid Cap lombarde (imprese con un organico inferiore a 3.000 dipendenti) già costituite e iscritte al Registro delle Imprese da almeno 24 mesi alla data di presentazione della domanda.

Cosa finanzia?

Due le misure previste che ammettono progetti coerenti alla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale:

Sottomisura Prodotto

Finanzia i progetti di industrializzazione di un progetto di R&S finalizzato al miglioramento di un prodotto esistente (es. caratteristiche tecniche, componenti, materiali, software incorporati, facilità d’uso o altre caratteristiche funzionali) o alla realizzazione di un nuovo prodotto.

Sottomisura Processo

Finanzia i progetti finalizzati all’innovazione di processo attraverso l’introduzione di un metodo di produzione/distribuzione nuovo o sensibilmente migliorato.

Qual è il beneficio concesso?

L’agevolazione consiste in un:

A- Finanziamento

Importo: tra un minimo di € 300.000 e un massimo di € 7.000.000;

Copertura: fino al 100% delle spese sostenute;

Tasso di interesse: pari alla media ponderata dei tassi applicati alle risorse finanziarie messe a disposizione da Finlombarda e dagli intermediari convenzionati;

Durata: tra un minimo di 3 anni e un massimo di 7 anni incluso l’eventuale preammortamento;

Modalità di erogazione: tra il 20% e il 70% alla sottoscrizione del contratto di finanziamento. La restante quota a saldo a conclusione del progetto.

B- Contributo in conto capitale

Compatibilmente con il regime di aiuto applicato, fino ad un massimo di 250 punti base e comunque in misura tale da non superare il tasso definito per il finanziamento sottostante.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

Attualmente lo sportello è aperto e le domande potranno essere presentate sino ad esaurimento delle risorse e comunque non oltre le 12.00 del 31 dicembre 2019.

Come sono valutate le domande?

Per entrambe le misure è prevista una procedura valutativa a sportello.

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Lavoro: evitare la disoccupazione tecnologica

Dopo una rapida panoramica sulle misure agevolative rivolte alle imprese che investono in chiave 4.0, cerchiamo ora di capire come funzionerà il credito d’imposta su lavoro e formazione, tassello fondamentale per far sì che il Piano Impresa diventi pienamente operativo coinvolgendo il lavoratore ed evitando il rischio di disoccupazione tecnologica a cui è potenzialmente esposto.

Formazione 4.0

Gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Se è vero infatti che le aziende italiane hanno largamente investito in beni materiali e sistemi informatici (lo ha ricordato il Ministro Calenda a Torino durante la presentazione dei risultati 2017 del Piano), altrettanto non è stato fatto nella formazione dei lavoratori per i quali emerge il serio rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro se privi di competenze adeguate.

Come evitarlo?

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo formazione, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

In che modo?

Le aziende che avranno investito, nel corso dell’anno, in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

L’incentivo sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica. Per la sua operabilità, tuttavia si è in attesa del decreto attuativo.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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Bando Export e Regione Lombardia

Con il bando Export 4.0 arriveranno 5,5 milioni di euro dalla Regione Lombardia per accompagnare le imprese all’estero: le domande a partire dal 23 aprile 2018.

Con “Export 4.0” riprende il sostegno dalla Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo a favore delle MPMI, per sviluppare e consolidare la posizione sui mercati esteri attraverso l’accesso a piattaforme di e-commerce e la partecipazione a fiere, grazie a un contributo a fondo perduto del 50% dell’investimento.

Chi potrà richiederlo?

Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) del settore manifatturiero, costruzioni e servizi alle imprese con sede legale e/o operativa in Lombardia.

Cosa finanzierà?

Due le misure previste:

Misura A – volta a favorire l’accesso alle piattaforme e-commerce cross border gestite da operatori specializzati del mercato mediante l’apertura e/o il consolidamento di un canale commerciale per l’export dei propri prodotti tramite l’accesso a servizi specializzati per la vendita online b2b e/o b2c forniti da terze parti, che siano retailer, marketplace o servizi di vendita privata, a condizione che la transazione commerciale avvenga tra l’azienda e l’acquirente finale.

Non saranno ammessi progetti consistenti, anche solo parzialmente, nell’avvio, sviluppo o manutenzione di siti e/o app mobile e-commerce proprietari, salvo per quanto concerne esclusivamente la sincronizzazione tra tali siti e/o app e-commerce di proprietà dell’impresa richiedente e i canali specializzati di vendita online prescelti.

Misura B – volta a favorire la partecipazione in forma singola agli eventi fieristici esteri senza l’intervento di soggetti intermediari.

Qual sarà il contributo?

Misura A – Contributo a fondo perduto massimo di 6.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 6.000 euro.

Misura B – Contributo a fondo perduto massimo di 2.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 4.000 euro.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

La domanda per la prima finestra potrà essere presentata dalle 14.30 del 23 aprile 2018.

Come saranno valutate le domande?

Per la Misura A, è prevista una procedura valutativa a sportello, mentre per la Misura B, qualora l’ammontare delle domande ammissibili superi la disponibilità del bando, è invece prevista una procedura a sorteggio.

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4,7 miliardi di euro nei biocarburanti avanzati

È stato approvato dalla Commissione europea un regime di sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per l’Italia al fine di incentivare lo sviluppo della produzione e della distribuzione di biocarburanti avanzati, di seconda e terza generazione e in particolare di biometano.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo?

Il regime contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di energia e cambiamento climatico, supportando la transizione dell’Italia verso l’utilizzo di combustibili più rispettosi dell’ambiente.

La direttiva sulle energie rinnovabili chiede ai paesi membri dell’UE che, entro il 2020, almeno il 10% dell’energia consumata nel settore trasporti provenga da fonti rinnovabili.

L’accordo adottato è stato formulato in linea con la disciplina della Commissione europea in materia di concorrenza e aiuti di stato a favore dell’ambiente e dell’energia e sarà operativo nel periodo 2018-2022.

Che tipo di incentivi sono previsti?

Come è noto la produzione di biocarburanti e biometano avanzati ha costi di gran lunga maggiori rispetto a quella dei combustibili fossili.

Grazie al regime approvato dalla Commissione Europea, i produttori di biocarburanti riceveranno un sostegno per compensare i maggiori costi di produzione e per poter competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti.

Ulteriori incentivi saranno presto erogati ai produttori che decideranno di investire nel miglioramento della distribuzione e della liquefazione del biometano avanzato.

Gli agricoltori saranno inoltre agevolati nella produzione di biocarburanti da residui delle attività di settore per alimentare macchinari e veicoli agricoli.

Per maggiori dettagli vi invitiamo a consultare il comunicato stampa disponibile nel sito della Commissione Europea.

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Venerdì scorso abbiamo parlato delle origini del Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ciò che l’Italia ha messo in atto per renderlo pienamente operativo. In questo secondo articolo esamineremo le misure agevolative di maggior appeal per le aziende italiane rimandando al prossimo approfondimento l’affondo sul tema Lavoro 4.0.

Dopo un 2017 chiusosi con un saldo positivo nell’utilizzo, da parte delle imprese, degli incentivi governativi volti a favorire il processo di trasformazione del sistema Paese in un’ottica di crescita competitiva e innovazione tecnologica, la legge di Bilancio 2018 ha arricchito il paniere a disposizione degli imprenditori introducendo incentivi e strumenti volti a salvaguardare il capitale umano e la forza lavoro.

Super e Iper ammortamento: investire per crescere

Prorogate le maggiorazioni per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi: in caso di Superammortamento l’incremento d’aliquota scende al 30% del costo fiscale del bene e le date slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 30 giugno 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Nel caso dell’Iperammortamento, che ricordiamo premia l’industria in chiave 4.0, viene confermata la maxi maggiorazione del costo deducibile al 150% e i termini slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 31 dicembre 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Inoltre, per i soggetti che beneficiano dell’Iperammortamento, nel caso di investimenti in beni immateriali strumentali, si applica la maggiorazione del 40%.

Nuova Sabatini: credito all’innovazione

Stanziati 330 milioni di euro per il quinquennio 2018-2023, a favore della misura che permette alle aziende di fruire di un contributo a fondo perduto in conto impianti, che può variare dal 2,75% al 3,575% annuo -a seconda che si tratti di investimenti ordinari o investimenti in tecnologie digitali e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti-, calcolato sul valore del cespite a fronte di investimenti in macchinari e attrezzature.

Fondo di Garanzia: l’intervento statale a supporto di PMI e professionisti

Con questo strumento le PMI e i professionisti di ogni settore possono essere facilitati nell’accesso al credito per le operazioni finanziarie legate alla loro attività imprenditoriale grazie al rilascio, da parte del Fondo, di una garanzia statale in grado di abbattere il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro.

Credito d’Imposta R&S: premiare chi investe nel futuro

È lo strumento che mira a stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti al fine di garantire la competitività futura delle imprese attraverso il riconoscimento di un beneficio fiscale, utilizzabile anche in caso di perdite d’esercizio, pari al 50% su spese incrementali sostenute in Ricerca e Sviluppo e riconosciuto fino ad un massimo annuale di 20 milioni di euro sino al 2020.

Formazione 4.0: gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

Patent box: per dare valore ai beni immateriali

È lo strumento che, sino al 2020, introduce un regime opzionale di tassazione agevolata – riduzione aliquote Ires e Irap sino al 50% -, per i redditi derivanti dall’utilizzo e/o dalla cessione di opere dell’ingegno, da brevetti industriali, da marchi, disegni e modelli nonché da processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, al fine di favorire e mantenere in Italia l’investimento in attività di Ricerca e Sviluppo.

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Il 21 settembre dello scorso anno il Piano Nazionale Industria 4.0 (ora Impresa 4.0), ha compiuto 1 anno. Con esso sono stati numerosi gli strumenti automatici messi in campo dal Governo per permettere alle aziende di affrontare, pronte, la quarta rivoluzione industriale e favorire i processi di crescita e innovazione volti ad acquisire competitività e attrattività a livello globale.

Come ha ricordato il Ministro Calenda: “Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese che vogliono acquisire competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi”.

In questo articolo, primo di una serie di approfondimenti sull’argomento, parleremo delle origini del Piano e di quanto l’Italia stia mettendo in atto, in questi anni, per renderlo pienamente operativo.

L’espressione

L’espressione Industria 4.0 è un calco linguistico dall’inglese Industry 4.0, mutuato a sua volta dal tedesco Industrie 4.0, apparso per la prima volta alla nota fiera sulle tecnologie industriali Hannover Messe e successivamente utilizzato dal governo federale tedesco in varie occasioni per identificare i piani di investimento che miravano ad aggiornare l’industria tedesca.

Quei piani sono stati poi ripresi dai vari governi con nomi più o meno simili (Industrie du future, Smart Industry, Catapult, High Value Manufacturing, Piano Impresa 4.0 ecc), ecco perché la Germania è uno dei paesi all’avanguardia in questo processo di riconversione e aggiornamento che vede coinvolti i grandi gruppi industriali, le università e le start up innovative, tutti sotto la regia del governo federale tedesco.

In quasi tutti i paesi europei si sta assistendo a piani di riconversione e aggiornamento industriali volti a far entrare rapidamente le varie economie nazionali nella quarta rivoluzione industriale. Si tratta di piani avveniristici e molto ambiziosi, da cui dipenderà il futuro economico degli stati che ne beneficeranno.

Secondo uno studio effettuato dalla società di ricerca americana “Markets & Markets”, si stima che il valore complessivo di questa rivoluzione ammonterà a 152,31 miliardi di dollari entro il 2022, con un tasso di crescita annuale del 14,72%. Insomma, si parla di cifre molto importanti.

Piano Nazionale Impresa 4.0

In Italia Industria 4.0 è un modello di produzione e gestione aziendale dove gli elementi caratterizzanti sono connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e adattamenti in tempo reale. Tutto questo è caratterizzato dall’uso di macchinari collegati al web, analisi derivanti dalla rete e la possibilità di gestire con flessibilità e razionalità il ciclo produttivo.

Uno degli obiettivi che il Ministero dello Sviluppo Economico si è posto è quello di mobilitare circa 24 miliardi di euro tra investimenti privati, spesa privata in ricerca e sviluppo e volumi di investimento: tutto entro il 2020.

Per far ciò Impresa 4.0 prevede misure basate su tre linee guida:

operare in una logica di neutralità tecnologica;
intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali;
agire su fattori abilitanti.

Articolate nelle seguenti azioni:

Iper e Super Ammortamento;
Nuova Sabatini;
Fondo di garanzia;
Credito d’imposta R&S;
Start up e PMI innovative;
Patent box;
Centri di competenza ad alta specializzazione;
Tecnologie avanzate per l’impresa;
Centri di trasferimento tecnologico;
Formazione, consulenza e servizi.

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