Lavoro: evitare la disoccupazione tecnologica

Dopo una rapida panoramica sulle misure agevolative rivolte alle imprese che investono in chiave 4.0, cerchiamo ora di capire come funzionerà il credito d’imposta su lavoro e formazione, tassello fondamentale per far sì che il Piano Impresa diventi pienamente operativo coinvolgendo il lavoratore ed evitando il rischio di disoccupazione tecnologica a cui è potenzialmente esposto.

Formazione 4.0

Gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Se è vero infatti che le aziende italiane hanno largamente investito in beni materiali e sistemi informatici (lo ha ricordato il Ministro Calenda a Torino durante la presentazione dei risultati 2017 del Piano), altrettanto non è stato fatto nella formazione dei lavoratori per i quali emerge il serio rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro se privi di competenze adeguate.

Come evitarlo?

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo formazione, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

In che modo?

Le aziende che avranno investito, nel corso dell’anno, in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

L’incentivo sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica. Per la sua operabilità, tuttavia si è in attesa del decreto attuativo.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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Lavoro 4.0: bonus fiscale per la formazione e lo sviluppo delle risorse umane

Al vaglio del Governo la possibilità di inserire nella prossima legge di bilancio l’opportunità di valorizzare il capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione mediante la fruizione di un bonus fiscale a favore delle aziende che investono sulla formazione dei dipendenti.

Come?

Nella forma di un credito d’imposta per spese relative alla formazione e lo sviluppo delle risorse umane impiegate nella digitalizzazione dei processi produttivi. L’idea in altre parole è stimolare la formazione continua, oggi peraltro conveniente grazie agli sgravi relativi. Il vantaggio fiscale dovrebbe essere strettamente collegato alla contrattazione di prossimità, finendo per incentivare proprio gli sforzi formativi delle imprese.

In che misura?

La misura coprirebbe il 50% fino a 20 milioni di euro. Per renderlo compatibile con le esigenze di copertura finanziaria, il beneficio potrebbe essere varato in forma “incrementale”, cioè calcolato sull’aumento della spesa rispetto alla media del triennio precedente.

Quali i soggetti interessati?

I beneficiari del bonus sarebbero:

  • le imprese che hanno già investito nelle nuove tecnologie sotto la spinta di Industria 4.0 e che hanno bisogno di formare i propri lavoratori che dovranno gestire la nuova strumentazione;
  • le aziende, essenzialmente Pmi, che finora non hanno avviato veri percorsi di digitalizzazione, ma che vorrebbero comunque formare i propri addetti in vista del successivo salto tecnologico.

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Bonus fiscale per la formazione e lo sviluppo delle risorse umane

Al vaglio del Governo la possibilità di inserire nella prossima legge di bilancio l’opportunità di valorizzare il capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione mediante la fruizione di un bonus fiscale a favore delle aziende che investono sulla formazione dei dipendenti: oggi vi parliamo di lavoro 4.0.

Come?

Nella forma di un credito d’imposta per spese relative alla formazione e lo sviluppo delle risorse umane impiegate nella digitalizzazione dei processi produttivi. L’idea in altre parole è stimolare la formazione continua, oggi peraltro conveniente grazie agli sgravi relativi. Il vantaggio fiscale dovrebbe essere strettamente collegato alla contrattazione di prossimità, finendo per incentivare proprio gli sforzi formativi delle imprese.

In che misura?

La misura coprirebbe il 50% fino a 20 milioni di euro. Per renderlo compatibile con le esigenze di copertura finanziaria, il beneficio potrebbe essere varato in forma “incrementale”, cioè calcolato sull’aumento della spesa rispetto alla media del triennio precedente.

Quali i soggetti interessati?

I beneficiari del bonus sarebbero:

  • le imprese che hanno già investito nelle nuove tecnologie sotto la spinta di Industria 4.0 e che hanno bisogno di formare i propri lavoratori che dovranno gestire la nuova strumentazione;

le aziende, essenzialmente Pmi, che finora non hanno avviato veri percorsi di digitalizzazione, ma che vorrebbero comunque formare i propri addetti in vista del successivo salto tecnologico.

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