Nuove opportunità per le StartUp. Scopri Smart and Start!

Ai nastri di partenza il pacchetto di misure a favore delle startup innovative.

Pubblicata dal ministero dello Sviluppo economico la circolare che definisce i nuovi criteri e le modalità di presentazione delle domande per richiedere l’agevolazione prevista dalla misura Smart&Start Italia che ha l’obiettivo di sostenere la nascita e lo sviluppo, su tutto il territorio nazionale, di neo-società – non più di 60 mesi di vita – che puntano a innovare il sistema produttivo italiano. Le domande potranno essere inviate a Invitalia, soggetto gestore della misura, a partire dal 20 gennaio 2020.

Startup, le risorse in campo

Smart&Start Italia ha a disposizione circa 90 milioni di euro di risorse per finanziare piani d’impresa, di importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro, finalizzati alla produzione di beni e l’erogazione di servizi ad alto contenuto tecnologico e innovativo. I piani d’impresa potranno essere realizzati anche in collaborazione con organismi di ricerca, incubatori e acceleratori d’impresa, Digital Innovation Hub.

Le principali novità introdotte, sulla base del decreto ministeriale del 30 agosto 2019, riguardano:

  • la semplificazione dei criteri di valutazione e di rendicontazione,
  • l’introduzione di nuove premialità,
  • l’incremento del finanziamento agevolato fino al 90%,
  • un fondo perduto fino al 30% per le imprese del Sud e un periodo di ammortamento fino a 10 anni.

Il “nuovo corso” delle agevolazioni

Con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 30 agosto 2019, adottato in attuazione delle disposizioni del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, sono state apportate modifiche al decreto 24 settembre 2014, finalizzate ad una revisione della disciplina attuativa dell’intervento improntata, tra l’altro, alla semplificazione e accelerazione delle procedure di accesso, concessione e erogazione delle agevolazioni, anche attraverso l’aggiornamento delle modalità di valutazione delle iniziative e di rendicontazione delle spese sostenute dai beneficiari.

smart and start

La misura è riservata alle startup innovative, localizzate su tutto il territorio nazionale, iscritte nell’apposita sezione speciale del registro imprese e in possesso dei requisiti stabiliti dal decreto-legge n. 179/2012.

Le startup devono essere classificabili di piccola dimensione.

Ammissibili alle agevolazioni i piani di impresa che presentano almeno una delle seguenti caratteristiche:

  • significativo contenuto tecnologico e innovativo (sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things),
  • valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca).

Possono presentare domanda di agevolazione anche le persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa. In tal caso, la costituzione della società deve intervenire entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni.

Possono ottenere le agevolazioni Smart&Start Italia anche le imprese straniere che si impegnano a istituire almeno una sede operativa sul territorio italiano

Informazioni aggiuntive:

Scheda sintetica: in un click tutte le informazioni di cui hai bisogno

Modulistica: scopri la documentazione necessaria per accedere a questa iniziativa per le StartUp

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Roma, capitale del progetto SpaceUp. Nuove candidature.

Si è appena conclusa la seconda edizione della Space Academy del progetto SpaceUp, svoltasi a Brema lo scorso 18 e 19 novembre come side event dello Space Tech Expo.

Dopo il successo delle prime due edizioni, che hanno visto la partecipazione di più di 70 start-up attive nel settore spazio, è già il momento di guardare al futuro!

Fino al 23 gennaio sono aperte le candidature per la terza edizione di Space Academy, che si terrà a Roma il 25 e 26 marzo 2020 come side event di “Primavera dell’Innovazione 2020: Space and Technology Transfer”.

Se hai una start-up attiva nel settore spazio, che utilizza tecnologie spaziali o con possibili applicazioni nel settore spazio, puoi presentare domanda di partecipazione al programma.

Perché partecipare?

SpaceUp è una piattaforma di lancio sul mercato per le start-up innovative.

Le start-up selezionate possono accedere a servizi di supporto e consulenza altamente specializzati.

Nella prima fase gli esperti di SpaceUp mettono a disposizione delle start-up selezionate esperienza e competenze in diverse aree di bisogni chiave per la crescita e il consolidamento delle iniziative imprenditoriali e delle idee progettuali, affrontando tematiche quali:

  • accesso al credito e a finanziamenti pubblici e privati;
  • definizione e miglioramento del modello di business;
  • crescita e sviluppo delle risorse umane;
  • protezione della proprietà intellettuale.

Oltre a questi servizi esclusivi, alle start-up selezionate vengono rimborsate le spese di viaggio e alloggio per partecipare a una delle sei Space Academies, organizzate nel contesto del progetto fino al 2021.

Space Up

Cosa sono le Space Academies?

Si tratta di eventi organizzati dai partner del progetto SpaceUp in diverse location ad alta intensità di attività nel settore spazio in tutta Europa.

Durante le Space Academies, le start-up possono partecipare a sessioni di coaching e mentoring avanzate e incontrare potenziali investitori e business partner, attraverso un format di due giorni così articolato:

Day 1: Nel primo giorno delle Space Academies gli start-upper possono migliorare le proprie competenze e ottenere informazioni da esperti su vari argomenti, con sessioni di coaching e mentoring frontali di gruppo, incontri one-to-one e tavole rotonde.

Day 2: Nel secondo giorno delle Space Academies dei key-note speakers apriranno dibattiti e discussioni tra esperti del settore e saranno tenute sessioni di pitching grazie alle quali le start-up selezionate si rivolgeranno ad un pubblico di rappresentanti del settore finanziario, dei capitali di rischio e di imprenditori di successo provenienti da tutto il mondo.

Maggior dettagli sull’agenda della Space Academy di Roma saranno presto disponibili, inclusi i contenuti dei moduli di coaching e i relatori e gli esperti che parteciperanno al secondo giorno.

Consulta il sito di SpaceUp per aggiornamenti e non esitare a contattare IBS Consulting!

Come partecipare?

Per presentare domanda di partecipazione occorre creare un account sul sito di SpaceUp. Attraverso la dashboard sarà quindi possibile accedere al modulo di registrazione.

Le start-up non selezionate potranno comunque assistere ai moduli di coaching della Space Academy e ripresentare domanda per gli eventi successivi.

Per non perdere alcun aggiornamento o novità sul progetto iscriviti alla newsletter, crea il tuo account sul sito e non dimenticarti di seguire SpaceUp su Twitter e LinkedIn!

In apparenza le misure a favore dei progetti di innovazione di piccole e medie imprese e startup contenute nella Legge di Bilancio 2019 sembrano invertire la rotta rispetto ad alcuni elementi decisivi della politica economica dei governi precedenti, come il Piano Industria 4.0, riconosciuto da molti come un effettivo sostegno alla crescita.

Alcuni osservatori fanno tuttavia notare che oltre alle ombre il testo contiene anche alcune luci, tra cui, ad esempio, provvedimenti a sostegno di startup e società ad alto contenuto di innovazione tecnologica. In questo approfondimento, pubblicato su crowdfundingbuzz.it, Fabio Allegreni illustra, ad esempio, nel dettaglio i provvedimenti, confrontandoli con quanto fatto fino ad ora. 

Il primo dato che emerge dal contributo è che, a partire dall’approvazione del “decreto crescita 2.0” del 2012, il cammino fatto in favore dell’innovazione è stato “denso e dirompente”.

Alcuni dei principali provvedimenti a favore delle startup sono i seguenti: 

  • istituzione di startup e PMI innovative (con tutti i relativi vantaggi)
  • equity crowdfunding
  • Smart&Start e Invitalia Ventures
  • fondo di garanzia per le startup innovative (erogati 357 milioni di euro a 1.117 società, di cui solo 9 in sofferenza)
  • super e iper ammortamento per investimenti in “Industria 4.0”
  • credito d’imposta del 50% (fino a un massimo di 500k) per le spese di consulenza finalizzate alla quotazione in borsa.

Dopo aver elencato la lunga strada percorsa fino qui, l’approfondimento evidenza che il testo della Legge di Bilancio contiene anche alcuni aspetti positivi che proseguono nel solco positivo tracciato dagli interventi di politica economica dei precedenti governi. Vanno in questo senso, lo stanziamento di 30 milioni all’anno per 3 anni a favore di fondi di VC che investono 85% in PMI non quotate e 15% in quotate; lo stanziamento di 15 milioni per 3 anni a favore delle imprese che investono in Artificiai Intellegence, Internet of things e Blockchain; il Voucher per il 50% (fino a max 40k) per tutte le aziende che si dotano di un “innovation manager” che offra prestazioni consulenziali specialistiche per la trasformazione tecnologica e digitale e, in particolare, l’ammodernamento degli asset gestionali e organizzativi e l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. 

Naturalmente, oltre a questi, ci sono anche alcuni aspetti negativi già segnalati da molti commenti preoccupati: viene infatti ridotto l’Iperammortamento per alcuni tipi di investimento e non viene rinnovato il Superammortamento per i beni strumentali tradizionali. Anche se, alcuni emendamenti in discussione in Parlamento sembrano segnalare l’apertura degli stessi esponenti della maggioranza di governo ad aprire a forme di sostegno più decise.

Contattaci per scoprire come sfruttare al meglio i vantaggi: 

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In un recente articolo abbiamo analizzato un report di Cerved che descriveva la geografia italiana della startup innovative, sottolineando che la distribuzione geografica delle aziende innovative rispecchiava in gran parte lo sviluppo dei distretti produttivi della Penisola Italiana. La ragione di questa distribuzione è, in buona parte, lo scarso apporto del venture Capital, compensato dal Corporale Venture Capital, cioè dagli investimenti delle imprese mature in innovazione. Data questa situazione è inevitabile che la concentrazione delle startup rispecchi la tradizionale distribuzione dei distretti manifatturieri.

Ma in quali settori operano le startup innovative?

Di che cosa si occupano le startup innovative italiane?

Grazie a SpazioDati, un sistema di ricerca semantica che analizza le descrizioni che le imprese fanno del proprio business sui propri siti web, emerge una mappa che racchiude otto cluster di innovazione con diversi tassi di crescita. I cluster sono: big data e internet app, biotecnologie, ecosostenibilità, ingegneria, mobile e smartphone, modellazione 3D, ricerca e sviluppo, software e internet delle cose.

Il confronto tra i dati emersi dall’ultima analisi e quelli del 2016 permette di individuare i trend lungo i quali si stanno muovendo le startup innovative e di intuire la direzione in cui sta evolvendo il settore dell’innovazione. 

I cluster che mostrano tassi di crescita più alta sono quelli che raggruppano imprese innovative attive nel settore della Ricerca e Sviluppo (+51%) e negli studi di ingegneria (+29,8%). In crescita anche le aziende che operano nel mondo dei Big Data e dello sviluppo di soluzioni 3D, sia in fase di progettazione che in fase realizzativa. Anche se in termini assoluti rappresentano ancora un gran numero di imprese, il trend rispetto a due anni fa mostra un calo del numero di startup che si occupano di biotecnologia (-28%), ecosostenibilità (-19%) e IoT (-6%). Scende leggermente anche il numero delle startup che si occupano di mobile e smartphone, che rimane comunque il cluster più numeroso con 2.672 imprese.

Hai un’idea innovativa? Contattaci e ti aiuteremo a scegliere le opportunità più adatte alla tua situazione.

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Startup: una realtà in forte aumento

Nonostante lo scarso contributo dei mercati finanziari, l’Italia ha ormai un numero importante di startup innovative, che si distribuiscono nella Penisola riflettendo la struttura tipica dei distretti manifatturieri. Per comprendere questa geografia è importante comprendere il contributo del Corporate Venture Capital, gli investimenti delle imprese mature in Startup innovative.

Dal 2012, grazie ad una sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative, l’Italia si è dotata di un sistema di incentivi con lo scopo di favorire l’innovazione e la produttività del sistema economico italiano. Oggi, per quanto il numero di startup che producono innovazione sia cresciuto, l’impatto di quest’innovazione sulla crescita e la produttività del Paese è ancora basso.

Quante sono le startup innovative?

Secondo i dati di Infocamere a giugno 2018 sono iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese 9.328 startup innovative. In realtà, solo una parte delle imprese che producono innovazione sono di fatto iscritte alla sezione speciale del registro, in parte perché ne ignorano l’esistenza, perché non soddisfano tutti i requisiti o perché non sono interessate ai vantaggi dell’iscrizione. Secondo diverse ricerche, ci sono almeno 14 mila startup innovative, tra quelle iscritte e quelle non iscritte al registro, in crescita del 12% rispetto al numero stimato due anni fa (fonte Cerved).

Dove si collocano le startup innovative?

Sulla distribuzione geografica delle startup influisce fortemente il (mancato) sostegno da parte dei mercati finanziari: la quasi totale assenza dell’apporto del venture Capital (97 milioni di dollari investiti in Italia contro gli 894 milioni della Francia, i 761 milioni del Regno Unito e i 447 milioni della Spagna per fare un esempio) costringe le imprese a cercare altre forme di sostegno finanziario.

Questa assenza è parzialmente compensata dal Corporale Venture Capital, cioè dagli investimenti delle imprese mature in startup innovative. Naturalmente, questo influisce pesantemente sulla geografia delle imprese innovative che sono raccolte nei distretti industriali, dove tradizionalmente si concentra la capacità produttiva e la tradizione manifatturiera italiana. È così che le imprese si concentrano nel Nord del Paese, seguono la dorsale adriatica e sono in ritardo nel Mezzogiorno.

Ecco quella che, ad oggi, si conferma come la via italiana all’innovazione: sistemi di innovazione aperta in cui l’innovazione è guidata dalle imprese che tradizionalmente hanno capacità manifatturiera, accesso ai mercati finali e alle risorse finanziarie.

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Prende avvio SpaceUp: la piattaforma di lancio per le start-up innovative nel settore spazio

Il 14 e 15 Giugno si è tenuto in Germania, presso il cluster Aviaspace Bremen, il kick-off meeting che ha dato ufficialmente inizio alle attività di SpaceUp, progetto vincitore di finanziamento per la call COMPET-7-2017 pubblicata nel contesto del programma UE di Ricerca e Innovazione Horizon 2020. I dieci partner coinvolti si sono riuniti per discutere e concordare i prossimi passaggi operativi per l’implementazione delle attività previste.

Qual è l’obiettivo di SpaceUp?

L’obiettivo del progetto sarà quello di intercettare start-up innovative nel settore spazio, individuandone 60 tra quelle a più alto potenziale di innovazione e di successo.

Le 60 imprese selezionate saranno quindi supportate e accompagnate lungo il percorso che conduce dallo sviluppo di un’idea di business fino al suo lancio sul mercato, favorendone il posizionamento come leader del settore a livello internazionale.

Attraverso le attività di SpaceUp e il supporto alle start-up coinvolte, si vuole contribuire a:
• consolidare il settore spazio in Europa;
• aumentare l’utilizzo dei dati disponibili attraverso i sistemi di osservazione della terra a livello europeo (EGNOS, GALILEO, COPERNICUS);
• incentivare l’adozione di soluzioni del settore spazio in altri settori e viceversa.

Quali sono le attività?

Dopo una prima fase di scouting, le start-up preselezionate saranno invitate a fare domanda sul sito ufficiale del progetto per prendere parte alle attività e saranno esaminate da un comitato di esperti.

Il comitato offrirà una valutazione su diverse dimensioni del potenziale delle start-ups preselezionate, quali il modello di business proposto, l’accesso ad opportunità di finanziamento pubblico, l’interesse degli investitori privati, la capacità di trasferimento tecnologico da e verso altri settori e il potenziale di accesso al mercato.

Le start-up selezionate dal comitato avranno accesso ad un primo pacchetto di servizi altamente personalizzati forniti dai partner del progetto e basati su un’analisi approfondita dei relativi bisogni, che fornirà loro consulenza, conoscenze ed expertise con un alto valore aggiunto su aspetti quali risorse umane, definizione del business model, tutela della proprietà intellettuale, opportunità di accesso ai finanziamenti pubblici e privati, strategie di diversificazione e di inserimento in altri settori industriali.

A conclusione di questo processo, le start-up selezionate prenderanno parte alle Space Academies, sei eventi che avranno luogo in diverse sedi all’interno di ecosistemi ad alta intensità di attività, progetti ed imprese del settore spazio.

Le Space Academies offriranno agli start-upper selezionati una ulteriore occasione di formazione, approfondimento, supporto, matchmaking, networking e incontro di investitori e business partner.

Chi sono i partner coinvolti?

Le imprese selezionate per l’accesso alle attività di SpaceUp potranno contare su un’ampia offerta di servizi, conoscenze ed esperienza messi a disposizione dai dieci partner che compongono il consorzio.
Sotto il coordinamento del cluster Aviaspace di Brema, sono otto i partner che si affiancheranno ad IBS Consulting nelle attività del progetto: la European Trade Association for Business Angels, Seed Funds and Early Stage Market Players (EBAN), il Fraunhofer Institute for Production Systems and Design Technology (Fraunhofer IPK), l’International Association of Science Parks and Areas of Innovation (IASP), Gi Group, lo European Panel of Space SME Associations (SME4SPACE), la piattaforma di crowdfunding 200Crowd, il Consorzio di Ricerca Hypatia e Lazio Innova.

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Fintech: la grande protagonista

Fintech è il risultato della fusione delle parole Financial Technology e spesso è menzionata come tecnofinanza. Dalla crisi del 2008 la Fintech ha subito una notevole accelerazione ed è oggi un ramo della finanza in sempre più forte espansione, tanto che oggi è una parte fondamentale sia del settore bancario, sia di quello finanziario.

La Fintech afferisce a un’ampia gamma di servizi finanziari, dove i più noti sono:

  • crowdfunding
  • peer-to-peer lending
  • asset management
  • gestione dei pagamenti
  • credit scoring
  • raccolta dati
  • cambi
  • criptovalute

La Fintech è ampiamente utilizzata dalle start up che così puntano a sfidare le aziende tradizionali. Il fenomeno è di tali dimensioni che in Europa la Fintech registra una crescita del 400% annuo. Grazie ad analisi più accurate e innovativi sistemi di accesso al credito la tecnofinanza è una vera e propria rivoluzione sia per le banche, sia per i consumatori che possono avvalersi di maggiore trasparenza e quindi maggiore affidabilità.

Fintech e le banche

La concorrenza col mondo bancario è evidente quando si parla di tempistiche. Le banche sono molto in ritardo sul versante Fintech,  infatti se un istituto bancario richiede almeno due settimane per concedere prestiti alle imprese, una piattaforma online effettua la medesima operazione mediamente in 48 ore.

PIR

Introdotti dalla Legge di bilancio 2017 i PIR (Piani Individuali di Risparmio) sono quei piani che hanno lo scopo di veicolare risorse verso le PMI, sono uno strumento di investimento di medio e lungo periodo pensato per i piccoli investitori quali le smallcap (società quotate con una piccola capitalizzazione) e operano soprattutto nel mercato dell’AIM Italia, ovvero il mercato della Borsa dedicato alle PMI che vogliono investire nella loro crescita. Grazie al nuovo credito d’imposta si prevede un aumento dell’utilizzo dei PIR.

Minibond

Secondo la Borsa Italiana i minibond sono

obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da società italiane non quotate, tipicamente PMI, normalmente destinate a piani di sviluppo, a operazioni di investimento straordinarie o di refinancing. Permettono alle società non quotate di aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario. Come tutte le obbligazioni hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza.

Il fenomeno dei minibond è in forte espansione e questo strumento, dal 2012, ha permesso di far affluire quasi 3 miliardi di euro nelle casse dell PMI che le hanno utilizzate. Il ricorso sempre maggiore a questo tipo di obbligazioni è motivato soprattutto dal fatto che, nonostante i tassi non siano sempre particolarmente vantaggiosi, sono una valida alternativa a un finanziamento bancario a medio-lungo termine. Inoltre, secondo alcuni esperti, i minibond sono anche un’utile allenamento finanziario per le PMI che di solito non sono molto abituate a lavorare nel settore finanziario.

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Un’opportunità per le idee innovative

Il programma nasce per selezionare le migliori idee imprenditoriali del settore aerospaziale e guidarle nelle diverse fasi di sviluppo del business. Finanziato dalla Commissione Europea, aggrega un ampio network di esperti in grado di guidare le aziende con servizi di consulenza strategica, coaching e mentoring personalizzato, facilitando l’accesso alle risorse di Horizon 2020.

Utilizzando le best practice di settori più maturi, il progetto guida le idee di impresa vincenti fino al momento cruciale di sbarcare sul mercato. Il programma facilita, inoltre, il trasferimento tecnologico da un settore innovativo come quello aerospaziale a settori più maturi, moltiplicando così la diffusione di innovazione tecnologica.

Il progetto è risultato vincitore della call for proposals COMPET 7 che ha come scopo la selezione e valutazione di start-up ed imprese/progetti innovative nel settore aerospaziale (e non) per guidarle e facilitarle nell’accesso alle risorse del programma Horizon 2020.

Da parte nostra, l’obiettivo ultimo di Space-up sarà quello di permettere alle aziende/progetti del settore aerospaziale (e non) di:

• sviluppare idee imprenditoriali e tecnologie innovative ed aumentarne l‘accesso sul mercato
• innescare processi di trasferimento tecnologico e cross-fertilization da e verso settori maturi
• aumentare la diffusione e l’adozione di tecnologie aerospaziali da parte di aziende esterne al settore
• importare tecnologie da altri settori per nuove applicazioni nel settore aerospaziale

I partner

IBS Consulting lavora in sinergia con Fraunhofer, WFB, SME4SPACE, HYPATIA, IASP, 200 Crowd, Eban, Gi Group e Bic Lazio mettendo competenze, servizi, conoscenze e reti a disposizione delle imprese innovative del settore aerospaziale.

Il progetto Space-up individua tre aree di bisogni cui rispondere per trasformare imprese e start up innovative aerospaziali in leader del settore:

• area commerciale-finanziaria
• area tecnologica
• area business

Grazie all’ampio network di esperti coinvolti, le aziende potranno contare su servizi di consulenza strategica, coaching e mentoring personalizzato, e su un supporto nella ricerca di capitali, attraverso le opportunità dei fondi europei e del crowdfunding. Adottando best practices da settori più maturi, il progetto guiderà le idee di impresa vincenti fino al lancio sul mercato.

Il progetto faciliterà, inoltre, il trasferimento tecnologico da un settore innovativo come quello aerospaziale a settori più maturi, moltiplicando così la diffusione di innovazioni tecnologiche.

Servizi

• Facilitare l’accesso alle risorse dei bandi Horizon 2020, Life e Cosme
• Agevolare l’accesso al credito e al capitale di rischio
• Favorire il trasferimento tecnologico
• Sostenere la ricerca di partner e la selezione delle risorse umane

Obiettivo del progetto sarà intercettare 200 fra progetti industriali e start up, di cui 60 le imprese/progetti selezionate e valutate, per ricevere un primo set di servizi. A conclusione, una selezione di 10 imprese verranno supportate (finanziate) attraverso la stesura di un piano strategico, operativo, economico finanziario e la valutazione della rischiosità attuale e futura delle operazioni attraverso un modello di rating certificato.

Attraverso i servizi offerti, Space-up accompagnerà le imprese lungo il percorso che conduce dallo sviluppo di un’idea ad alto potenziale d’innovazione fino al suo lancio sul mercato, favorendone il posizionamento come leader del settore a livello internazionale.

In particolare

• Accompagnamento delle imprese nelle diverse fasi di sviluppo del business, dalla delineazione dell’idea progettuale al lancio sul mercato
• Promozione del trasferimento tecnologico e dei processi di cross-fertilization nelle imprese innovative del settore aerospaziale da e verso altri settori e incentivazione del processo di ricerca di business partner
• Accelerazione dello sviluppo delle imprese in crescita nel settore aerospaziale supportando il raggiungimento di posizioni di leadership nel settore e a livello internazionale

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Lavoro: evitare la disoccupazione tecnologica

Dopo una rapida panoramica sulle misure agevolative rivolte alle imprese che investono in chiave 4.0, cerchiamo ora di capire come funzionerà il credito d’imposta su lavoro e formazione, tassello fondamentale per far sì che il Piano Impresa diventi pienamente operativo coinvolgendo il lavoratore ed evitando il rischio di disoccupazione tecnologica a cui è potenzialmente esposto.

Formazione 4.0

Gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Se è vero infatti che le aziende italiane hanno largamente investito in beni materiali e sistemi informatici (lo ha ricordato il Ministro Calenda a Torino durante la presentazione dei risultati 2017 del Piano), altrettanto non è stato fatto nella formazione dei lavoratori per i quali emerge il serio rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro se privi di competenze adeguate.

Come evitarlo?

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo formazione, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

In che modo?

Le aziende che avranno investito, nel corso dell’anno, in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

L’incentivo sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica. Per la sua operabilità, tuttavia si è in attesa del decreto attuativo.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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Un mondo a sé è caratterizzato da quelle realtà imprenditoriali che rientrano nella categoria delle cosiddette start up innovative, di cui si sente parlare sempre più spesso. Ecco qualche elemento che aiuta a identificarle.

6 requisiti

Le start up innovative sono identificate dall’articolo 25, comma 2, del DL n. 179/2012. Per essere tali devono rispettare determinati requisiti che potete trovare di seguito:

1- essere state costituite e svolgere attività imprenditoriale da non più di 60 mesi;

2- avere sede principale in Italia, o in altro Paese membro dell’Unione Europea o in Stati aderenti all’accordo sullo spazio economico europeo, purché con una sede produttiva o una filiale in Italia;

3- avere, dal secondo anno di attività, meno di 5 milioni di euro annui di fatturato;

4- non distribuire e non aver distribuito utili;

5- avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;

6- la costituzione non deve essere avvenuta né a seguito di fusione o scissione societaria né a causa di cessione d’azienda o di ramo d’azienda.

3 condizioni

Vi sono poi tre condizioni che, dove ve ne sia almeno una, fanno sì che si possa parlare di start up innovativa:

1- le spese in ricerca e sviluppo devono essere pari o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione;

2- non meno di 1/3 del personale assunto deve avere ottenuto o essere in procinto di ottenere un dottorato
deve essere laureato, ma con un’attività di ricerca certificata nell’ultimo triennio;

3- essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno una privativa relativa a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale.

I vantaggi

Quando sono rispettati i sei requisiti e almeno una delle tre condizioni di cui sopra, ci si trova di fronte a una start up innovativa che gode anche di parecchi vantaggi, non solo fiscali, che, per semplicità, elenchiamo di seguito:

1- esonero dai diritti camerali e dalle imposte di bollo;

2- assunzione di personale a tempo determinato da 6 a 36 mesi;

3- piani di stock-option;

4- incentivi fiscali per le persone fisiche che investono nelle start up;

5- Equity crowdfunding;

6- accesso gratuito al Fondo di Garanzia per PMI;

7- Fail-fast nel caso in cui la start up vada male.

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