Il 5 Dicembre la Commissione europea ha pubblicato un bando per intensificare l’azione dell’UE nel promuovere una mobilità sicura, pulita e interconnessa.

Le risorse del bando, rese disponibili attraverso il meccanismo Connecting Europe Facility (CEF), contribuiranno alla priorità della Commissione di stimolare gli investimenti e creare posti di lavoro. Il bando offre possibilità di finanziamento per progetti nel settore dei trasporti che riguardino sezioni e collegamenti transfrontalieri, lo sviluppo di porti marittimi nell’ambito della rete globale transeuropea dei trasporti, nonché le azioni rivolte alla riduzione dell’inquinamento acustico e della rumorosità del trasporto merci su rotaia.

Il commissario UE per i trasporti Violeta Bulc ha dichiarato che l’obiettivo ultimo del bando pubblicato è di sostenere progetti nel settore dei trasporti ad alto valore aggiunto a livello europeo, contribuendo alla realizzazione dell’agenda dell’UE per l’occupazione e la crescita e rafforzando la coesione sociale, economica e territoriale dell’Unione.

Che cos’è Connectin Europe Facility?

Connecting Europe Facility è uno strumento di finanziamento chiave dell’UE per promuovere la crescita, l’occupazione e la competitività attraverso investimenti infrastrutturali mirati a livello europeo.

Connecting Europe Facility sostiene lo sviluppo di reti transeuropee ad alte prestazioni, sostenibili ed efficacemente interconnesse nei settori dei trasporti, dell’energia e dei servizi digitali. Gli investimenti del CEF mirano a colmare delle dorsali europee dell’energia, dei trasporti e del digitale.

Il CEF va a vantaggio dei cittadini di tutti gli Stati membri, in quanto rende gli spostamenti più facili e più sostenibili, migliora la sicurezza energetica dell’Europa consentendo al tempo stesso un uso più ampio delle energie rinnovabili e facilita l’interazione transfrontaliera tra pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini.

Quali investimenti nel settore dei trasporti?

Connecting Europe Facility per i trasporti mira a sostenere gli investimenti per la costruzione di nuove infrastrutture o per il ripristino e l’ammodernamento di quelle esistenti.

CEF per i trasporti si concentra quindi su progetti transfrontalieri volti ad eliminare le strozzature o a colmare i collegamenti mancanti in varie sezioni della rete centrale e della rete globale, nonché su priorità orizzontali come i sistemi di gestione del traffico, l’innovazione nell’uso delle infrastrutture, la riduzione dell’impatto ambientale, l’efficienza energetica e la sicurezza.

CEF contribuisce attivamente alla politica europea in materia di reti trans-europee dei trasporti (Trans-European Transport Network TEN-T), ovvero:
• completamento, entro il 2030, della rete centrale, strutturata attorno a nove corridoi multimodali;
• completamento, entro il 2050, della rete globale per l’accessibilità a tutte le regioni europee.
Dal 2014, 689 progetti nel settore dei trasporti sono già stati supportati dal CEF con circa 23 miliardi di euro di finanziamenti UE.

Cosa finanzia il bando CEF per i trasporti?

Il bilancio indicativo dell’invito è di 100 milioni di euro, così ripartiti:
• 35 milioni di euro per i progetti in materia di riduzione della rumorosità del trasporto merci su rotaia;
• 65 milioni di euro per i progetti relativi alla implementazione della rete europea dei trasporti.

Le domande di finanziamento nell’ambito dell’invito devono essere presentate tra l’8 gennaio 2019 e il 24 aprile 2019.

Il 17 gennaio 2019 si terrà un Info Day online per fornire ulteriori informazioni sul bando ai potenziali soggetti proponenti.

Per ulteriori informazioni consultare la pagina del bando e l’infografica disponibile qui.

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Bando Export e Regione Lombardia

Con il bando Export 4.0 arriveranno 5,5 milioni di euro dalla Regione Lombardia per accompagnare le imprese all’estero: le domande a partire dal 23 aprile 2018.

Con “Export 4.0” riprende il sostegno dalla Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo a favore delle MPMI, per sviluppare e consolidare la posizione sui mercati esteri attraverso l’accesso a piattaforme di e-commerce e la partecipazione a fiere, grazie a un contributo a fondo perduto del 50% dell’investimento.

Chi potrà richiederlo?

Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) del settore manifatturiero, costruzioni e servizi alle imprese con sede legale e/o operativa in Lombardia.

Cosa finanzierà?

Due le misure previste:

Misura A – volta a favorire l’accesso alle piattaforme e-commerce cross border gestite da operatori specializzati del mercato mediante l’apertura e/o il consolidamento di un canale commerciale per l’export dei propri prodotti tramite l’accesso a servizi specializzati per la vendita online b2b e/o b2c forniti da terze parti, che siano retailer, marketplace o servizi di vendita privata, a condizione che la transazione commerciale avvenga tra l’azienda e l’acquirente finale.

Non saranno ammessi progetti consistenti, anche solo parzialmente, nell’avvio, sviluppo o manutenzione di siti e/o app mobile e-commerce proprietari, salvo per quanto concerne esclusivamente la sincronizzazione tra tali siti e/o app e-commerce di proprietà dell’impresa richiedente e i canali specializzati di vendita online prescelti.

Misura B – volta a favorire la partecipazione in forma singola agli eventi fieristici esteri senza l’intervento di soggetti intermediari.

Qual sarà il contributo?

Misura A – Contributo a fondo perduto massimo di 6.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 6.000 euro.

Misura B – Contributo a fondo perduto massimo di 2.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 4.000 euro.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

La domanda per la prima finestra potrà essere presentata dalle 14.30 del 23 aprile 2018.

Come saranno valutate le domande?

Per la Misura A, è prevista una procedura valutativa a sportello, mentre per la Misura B, qualora l’ammontare delle domande ammissibili superi la disponibilità del bando, è invece prevista una procedura a sorteggio.

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Venerdì scorso abbiamo parlato delle origini del Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ciò che l’Italia ha messo in atto per renderlo pienamente operativo. In questo secondo articolo esamineremo le misure agevolative di maggior appeal per le aziende italiane rimandando al prossimo approfondimento l’affondo sul tema Lavoro 4.0.

Dopo un 2017 chiusosi con un saldo positivo nell’utilizzo, da parte delle imprese, degli incentivi governativi volti a favorire il processo di trasformazione del sistema Paese in un’ottica di crescita competitiva e innovazione tecnologica, la legge di Bilancio 2018 ha arricchito il paniere a disposizione degli imprenditori introducendo incentivi e strumenti volti a salvaguardare il capitale umano e la forza lavoro.

Super e Iper ammortamento: investire per crescere

Prorogate le maggiorazioni per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi: in caso di Superammortamento l’incremento d’aliquota scende al 30% del costo fiscale del bene e le date slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 30 giugno 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Nel caso dell’Iperammortamento, che ricordiamo premia l’industria in chiave 4.0, viene confermata la maxi maggiorazione del costo deducibile al 150% e i termini slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 31 dicembre 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Inoltre, per i soggetti che beneficiano dell’Iperammortamento, nel caso di investimenti in beni immateriali strumentali, si applica la maggiorazione del 40%.

Nuova Sabatini: credito all’innovazione

Stanziati 330 milioni di euro per il quinquennio 2018-2023, a favore della misura che permette alle aziende di fruire di un contributo a fondo perduto in conto impianti, che può variare dal 2,75% al 3,575% annuo -a seconda che si tratti di investimenti ordinari o investimenti in tecnologie digitali e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti-, calcolato sul valore del cespite a fronte di investimenti in macchinari e attrezzature.

Fondo di Garanzia: l’intervento statale a supporto di PMI e professionisti

Con questo strumento le PMI e i professionisti di ogni settore possono essere facilitati nell’accesso al credito per le operazioni finanziarie legate alla loro attività imprenditoriale grazie al rilascio, da parte del Fondo, di una garanzia statale in grado di abbattere il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro.

Credito d’Imposta R&S: premiare chi investe nel futuro

È lo strumento che mira a stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti al fine di garantire la competitività futura delle imprese attraverso il riconoscimento di un beneficio fiscale, utilizzabile anche in caso di perdite d’esercizio, pari al 50% su spese incrementali sostenute in Ricerca e Sviluppo e riconosciuto fino ad un massimo annuale di 20 milioni di euro sino al 2020.

Formazione 4.0: gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

Patent box: per dare valore ai beni immateriali

È lo strumento che, sino al 2020, introduce un regime opzionale di tassazione agevolata – riduzione aliquote Ires e Irap sino al 50% -, per i redditi derivanti dall’utilizzo e/o dalla cessione di opere dell’ingegno, da brevetti industriali, da marchi, disegni e modelli nonché da processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, al fine di favorire e mantenere in Italia l’investimento in attività di Ricerca e Sviluppo.

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Giovedì 5 aprile avrà luogo il nuovo momento di approfondimento di IBS Consulting: Finanziare Ricerca e Sviluppo. Abbiamo organizzato un doppio appuntamento per permettere a tutti gli interessati di partecipare: il primo a Milano presso la Camera di Commercio (ore 11 Sala Riunioni 2 – Via Meravigli, 7), il secondo a Brescia presso il CSMT (via Branze, 45).

In entrambi i convegni saranno presentati e discussi gli strumenti regionali, nazionali e comunitari delle politiche a sostegno della ricerca e dello sviluppo: Frim Fesr 2020, Horizon 2020, Bando Mise e Industria sostenibile, Credito d’Imposta Ricerca.

Gli eventi sono in collaborazione con la Camera di commercio di Milano MonzaBrianza Lodi, il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, Medio Credito Centrale e Banca Valsabbina.

Milano

Di seguito i relatori:

Introduce: Roberto Brero – Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Pier Paolo Proietti – Direzione Interventi per lo Sviluppo Area Finanza Agevolata – Medio Credito Centrale

Gianpiero Mastinu – Ordinario di Ground Vehicle Engineering nel Politecnico di Milano, Coordinatore del Consiglio Scientifico del Cluster Tecnologico Nazionale della Mobilità Sostenibile

Daniela Battafarano – Financial Advisor IBS Consulting & ACF

Scarica qui il PDF della locandina.
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Brescia

Di seguito i relatori:

Alberto Bonetti – Project Funding Manager CSMT

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Adolfo Bellandi – Settore crediti Banca Valsabbina

Pier Paolo Proietti – Direzione Interventi per lo Sviluppo Area Finanza Agevolata – Medio Credito Centrale

Gianpiero Mastinu – Ordinario di Ground Vehicle Engineering nel Politecnico di Milano, Coordinatore del Consiglio Scientifico del Cluster Tecnologico Nazionale della Mobilità Sostenibile

Sonia Guida – Financial Analyst IBS Consulting & ACF

Scarica qui il PDF della locandina.

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Dopo aver visto la differenza che corre tra contributi a fondo perduto e finanziamenti, è doveroso affrontare il tema dei contributi in modo più dettagliato poiché le tipologie sono parecchie e le differenze che intercorrono tra l’uno e l’altro tipo modificano radicalmente la tipologia di impresa che ne può far richiesta e l’obiettivo del bando.

Ricordiamo che un contributo a fondo perduto prevede che la somma erogata sia già stata spesa dall’impresa che ne fa richiesta e che tale somma non dovrà essere restituita all’ente erogatore.

5 categorie

Di seguito analizziamo brevemente le 5 categorie di contributo a fondo perduto:

1- contributo in conto capitale

È stato pensato per l’incremento dei mezzi patrimoniali dell’impresa, non è richiesta una garanzia tranne quando è prevista l’erogazione di un anticipo.

2- contributo in conto impianti

Ha come obiettivo la riduzione del costo di acquisto di beni ammortizzabili ed è pensato per incentivare gli investimenti. Sotto forma di quote di ammortamento, concorre alla formazione del reddito di esercizio nella medesima misura del costo del bene ammortizzabile.

3- contributo in conto esercizio

È erogato all’impresa come sostegno ai costi di gestione (personale, pubblicità, utenze, locazioni ecc.), sostenuti all’interno di uno specifico progetto o durante particolari momenti della vita dell’impresa (per esempio la fase di start up). Questa tipologia di contributo è erogata allo scopo di integrare i ricavi dell’azienda o ridurne i costi di esercizio pertanto, dev’essere considerata come ricavi.

4- contributo in conto interessi

Questo tipo di contributo è dato a fronte della stipula di un contratto di finanziamento, di solito a medio-lungo termine, erogato direttamente dall’ente finanziatore e ha lo scopo di ridurre il costo del tasso di interesse applicato al finanziamento stipulato dall’impresa beneficiaria, che sceglie la banca tra quelle convenzionate con l’ente erogatore. Sottolineiamo che questo tipo di contributo può essere richiesto anche per il ripristino della liquidità aziendale.

5- contributo in conto canoni

È pensato per favorire l’abbattimento degli oneri di esercizio e ha le medesime caratteristiche del contributo in conto interessi con la differenza che è erogato a fronte della stipula di un contratto di locazione finanziaria, ovvero di un leasing.

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“De minimis non curat prætor”

Il Regime De Minimis trae il suo nome da questa sentenza latina che significa “Il pretore non si occupa delle cose piccolissime”. De minimis proprio perché parliamo di quegli aiuti di stato considerati di entità minima e che quindi non vanno ad alterare la situazione di un determinato settore.

Si parla effettivamente di cifre molto piccole, che lo stato o un ente statale possono erogare a una singola impresa senza dover attendere il placet della Commissione europea in deroga alle regole sugli aiuti di Stato stabilite dall’UE.

Gli aiuti in regime De Minimis possono essere erogati a qualsiasi tipo di impresa unica, ma in differenti entità a seconda del settore di appartenenza a eccezione dei seguenti:

200.000 euro negli ultimi tre esercizi finanziari per impresa;
100.000 euro nel settore del trasporto di merci su strada per conto terzi, da cui è escluso l’acquisto di veicoli;
30.000 euro nel settore della pesca e dell’acquacoltura;
15.000 euro nel settore agricolo;
500.000 euro per le imprese che forniscono servizi di interesse economico generale “SIEG” – attività soggette ad obblighi specifici di servizio pubblico perché considerate di interesse generale dalla autorità pubbliche.

Come abbiamo appena visto, oltre all’entità dell’aiuto, due sono i concetti fondamentali che entrano in gioco quando parliamo di finanziamenti in regime De Minimis:

1- esercizio finanziario;

2- impresa unica.

Esercizio finanziario

È questo un concetto essenziale per capire se un’impresa può richiedere un’agevolazione in regime De Minimis, fino a poco tempo fa si calcolava il totale degli aiuti ricevuti in De Minimis negli ultimi 36 mesi, ora invece bisogna prendere in considerazione il totale ricevuto negli ultimi tre esercizi finanziari, ovvero l’attuale più i due precedenti.

È quindi indispensabile prestare molta attenzione a questo concetto, poiché nel caso in cui un’agevolazione in De Minimis dovesse eccedere la quota massima prevista per quel triennio non si otterrà l’aiuto nemmeno per la porzione ancora a disposizione dell’azienda.

Impresa Unica

È un concetto introdotto dall’Unione Europea ed è fondamentale per ottenere eventuali finanziamenti in regime De Minimis.

Nello specifico, per impresa unica, si intende l’insieme delle imprese fra le quali esiste almeno una delle seguenti relazioni:

1- un’impresa detiene la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti o soci di un’altra;

2- un’impresa ha il diritto di nominare o revocare la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione, direzione o sorveglianza di un’altra impresa;

3- un’impresa ha il diritto di esercitare un’influenza dominante su un’altra in virtù di un contratto concluso con quest’ultima
in virtù di una clausola dello statuto di quest’ultima;

4- un’impresa azionista o socia di un’altra controlla da sola, in virtù di un accordo stipulato con altri azionisti o soci dell’altra impresa, la maggioranza dei diritti di voto degli azionisti o soci di quest’ultima.

Quindi per ottenere degli aiuti in De Minimis è indispensabile calcolare il totale dei contributi ricevuti in quel regime negli ultimi tre esercizi finanziari, non solo da parte dall’azienda che ne fa richiesta, ma anche dall’insieme delle aziende a essa collegate, ovvero dall’impresa unica.

Recentemente è stato creato e messo online il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato dove è possibile recuperare i dati relativi agli aiuti ricevuti a partire dal 1° luglio 2017.

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Gennaio 2018: torna fruibile il credito di imposta

A partire da questo gennaio le aziende che investiranno nel corso dell’anno in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari del credito d’imposta?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  1. big data e analisi dei dati;
  2. cloud e fog computing;
  3. cyber security;
  4. sistemi cyber-fisici;
  5. prototipazione rapida;
  6. sistemi di visualizzazione e realta’ aumentata;
  7. robotica avanzata e collaborativa;
  8. interfaccia uomo macchina;
  9. manifattura additiva;
  10. internet delle cose e delle macchine;
  11. integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.  

L’incentivo per il credito d’imposta sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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Bandi Horizon per il 2018-2020

La Commissione Europea ha aperto i bandi per il 2018-2020 di Horizon 2020 – Programma Quadro di Ricerca e Innovazione 2014-2020 destinato a finanziare progetti di ricerca o azioni volte all’innovazione scientifica e tecnologica che portino un significativo impatto sulla vita dei cittadini europei.

Con il Programma, la Commissione Europea intende aumentare l’impatto del suo finanziamento per la ricerca concentrandosi su temi sensibili, quali la migrazione, la sicurezza, il clima, l’energia pulita e l’economia digitale.

Chi sono i beneficiari?

  • Università;
  • Centri di ricerca;
  • Enti pubblici e privati;
  • PMI.

Qual è la dotazione finanziaria prevista?

La dotazione di bilancio per il triennio 2018-2020 è pari a 30 milioni di euro.

Quali sono le tempistiche e come si partecipa?

La data di apertura è il 02/11/2017 ore 12:00, mentre la chiusura sarà il 31/12/2020 ore 12:00.

Per partecipare è necessario compilare dei moduli di candidatura disponibili in riferimento ad ogni specifico bando, sul sito della Direzione generale Ricerca e innovazione della Commissione Europea.

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Regione Lombardia ha stanziato 1 milione di euro per co-finanziare“MANUNET TRANSNATIONAL CALL 2017”, l’iniziativa del Programma europeo Horizon 2020 volta a sostenere progetti di ricerca ad alto rischio e con orientamento internazionale nel settore manifatturiero.

Il bando, aperto dal 16 gennaio, prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino a 150 mila euro per ogni impresa lombarda partecipante, con l’obiettivo di rafforzare le capacità industriali e le prospettive di business delle PMI dei paesi aderenti, promuovendo la creazione di partnership internazionali.

Chi sono i beneficiari del fondo?

Il bando è aperto alle PMI, alle grandi imprese e agli organismi di ricerca pubblici e privati.

I partenariati devono coinvolgere soggetti di almeno 2 paesi differenti e almeno 2 PMI.

Stati aderenti al fondo:

Federazione russa, Germania, Israele, Italia, Lussemburgo, Spagna, Turchia.

Regioni aderenti al fondo:

Asturias (ES), Basque Country (ES), Castilla y León (ES), Catalonia (ES), Gelderland (ND), Lombardia (IT), Navarra (ES), Noord-Brabant (ND), Overijssel (ND), Piemonte (IT), Puglia (IT), Toscana (IT), Wallonia (BE) e Western Greece (GR).

Agevolazione

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, per un massimo di 300.000 euro a progetto e 150 mila euro per partecipante, secondo le seguenti percentuali:

Ricerca industriale:

Grandi imprese: 50%

Medie imprese: 60%

Piccole imprese: 70%

Organismi di ricerca: 50%


Sviluppo sperimentale:

Grandi imprese: 25%

Medie imprese: 35%

Piccole imprese: 45%

Organismi di ricerca: 25%

 

Interventi ammissibili grazie al fondo

I progetti, di durata massima di 24 mesi, devono essere inquadrati all’interno di uno dei seguenti ambiti:

  • Knowledge-based engineering, information and communication technologies for manufacturing (industrial robotics, computer-aided engineering and design, automated manufacturing, zero defect manufacturing, product lifetime management, etc.).
  • Manufacturing technologies for environmental and energy applications including resource efficiency and recycling
  • Adaptive manufacturing technologies including processes for removing, joining, adding, forming, consolidating, assembling
  • New materials for manufacturing (alloys, lubricants, coatings, textile fibres, construction, composites, insulation, etc.).
  • New manufacturing methods, components and systems (development of demonstrators, devices, tooling and equipment, logistic systems, etc.).
  • Other technologies, products and services related to the manufacturing field.

 Spese ammissibili

Sono ammesse ad agevolazione le spese relative a personale, attrezzature, contratti di fornitura, beni di consumo, spese generali, sostenute durante la durata del progetto.

 Tempistiche per ottenere il fondo

Invio Pre-proposals: entro le ore 17.00 del 17 marzo 2017

Primo feedback: maggio 2017

Invio Full proposals: entro le ore 17.00 del 12 luglio 2017

Risultati finali: ottobre 2017

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