Il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente pubblicato i risultati dell’analisi avviata per misurare il rapporto tra le imprese italiane e le tecnologie 4.0. Dall’indagine è emerso che soltanto una minoranza, ad oggi, può essere considerata impresa del tutto digitale: l’8,4 % del campione, infatti, utilizza almeno una tecnologia 4.0. A questa fetta si aggiunge un’ulteriore piccola percentuale di imprese che hanno in programma investimenti specifici nel prossimo triennio; ma la grande maggioranza della popolazione di imprese italiane è tradizionale: non utilizza alcuna tecnologia digitale. 

L’indagine del Ministero aveva l’obiettivo di chiarire la diffusione delle tecnologie 4.0: nonostante il crescente interesse della comunità scientifica, delle istituzioni e degli stessi imprenditori per i fenomeni di digitalizzazione dei processi produttivi non esistevano analisi statisticamente fondate sulla diffusione delle tecnologie digitali. 

Il dettaglio dell’analisi 

L’analisi è una rilevazione campionaria condotta tra ottobre 2017 e febbraio 2018 su un campione costituito da circa 23.700 imprese, rappresentativo della popolazione dell’industria e dei servizi alla produzione, di tutte le classi dimensionali e di tutte le regioni italiane.

Nell’indagine sono state considerate le seguenti tecnologie: robot collaborativi e interconnessi (Advanced Manufacturing Solutions); Stampanti 3d (Additive Manufacturing); Realtà aumentata (Augmented Reality); Simulazioni di sperimentazione e test virtuali; Nanotecnologie e materiali intelligenti (Smart technology/materials); Integrazione elettronica dei dati e delle informazioni lungo le diverse fasi produttive dell’azienda (Horizontal Integration); Condivisione elettronica con clienti/fornitori delle informazioni sullo stato della catena di distribuzione (inventario, tracking) (Vertical Integration); Gestione di elevate quantità di dati su sistemi aperti (Cloud);  Rilevamento e analisi di elevate quantità di dati (Big data/Analytics); Sicurezza informatica durante le operazioni in rete e su sistemi aperti (Cyber Security); Comunicazione elettronica in rete tra macchinari e prodotti (Industrial Internet of Things).

I risultati dell’analisi

Il primo risultato interessante della ricerca è riferito alla diffusione di imprese che utilizzano tecnologie 4.0. Sul totale della popolazione dell’industria, l’8,4% utilizza almeno una delle tecnologie considerate nell’analisi. A queste si aggiunge un ulteriore 4,7% di imprese che hanno in programma investimenti in questa direzione nel prossimo triennio. Le imprese tradizionali, che non utilizzano tecnologie 4.0 e nemmeno hanno in programma di farlo nei prossimi anni, rappresenta la grande maggioranza: l’86,9%.
Com’era prevedibile, la diffusione delle tecnologie 4.0 è maggiore nel Centro-Nord (9,2%) del territorio Italiano, rispetto al Mezzogiorno (6,1%).

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Il progetto AMable ha lanciato la prima open call for proposals per trovare idee innovative sviluppate da gruppi di sperimentazione nel settore della produzione additiva.

I team selezionati saranno supportati dal progetto AMable per sviluppare ed implementare un’idea trasformandola in un prodotto finito, ricevendo servizi in tutte le fasi di sviluppo del prodotto, dalla progettazione alla finitura.

Che cos’è il progetto AMable?

AMable è un progetto che mira a fornire sostegno alle PMI e alle mid-cap, supportandole nell’adozione delle tecniche e delle soluzioni offerte dalla produzione additiva.

L’obiettivo del progetto AMable è quindi quello accelerare l’adozione delle tecnologie di produzione additiva, dalla progettazione alla produzione di parti pienamente funzionali, in tutta l’Unione europea.

AMable contribuisce al partneriato pubblico-privato delle “Fabbriche del futuro” (FoF) e all’iniziativa I4MS (ICT for Manufacturing SMEs).

In tutte le tecnologie, dalle materie plastiche, ai polimeri e ai metalli, AMable offre servizi mirati per le imprese che si stanno avvicinando alla produzione additiva, per gli appassionati e gli esperti, articolando il supporto in quattro fasi:

Fase concettuale
In questa fase si definisce l’idea del prodotto e si sviluppano scenari di implementazione adeguati con il supporto di tecnologie di realtà aumentata e virtuale che consentono di discutere in modo approfondito caratteristiche e funzionalità. In questa fase iniziale, AMable offre anche uno strumento per la valutazione del business case per una prima stima della fattibilità economica del prodotto
Fase di costruzione
In questa fase gli esperti di AMable offrono supporto nella simulazione delle proprietà del prodotto (quali la fluidodinamica o i casi di carico) al fine di garantire il raggiungimento di tutte le caratteristiche attese
Fase di stampa
In questa fase si procede dalla valutazione approfondita del modello 3D alla stampa, passando attraverso la preparazione dei dati e l’esecuzione delle prime stampe
Fase finale
In questa fase si procede con una finitura che rende il prodotto pronto per l’uso

A chi si rivolge la call di AMable?

La open call for proposals di AMable è alla ricerca di idee originali e prodotti fabbricati attraverso tecniche e soluzioni offerte dalla produzione additiva, che siano economicamente e tecnologicamente sostenibili e vantaggiose.

I team di sperimentazione selezionati per ricevere supporto attraverso il progetto AMable devono essere composti da una PMI o una mid-cap che ricoprano il ruolo di fornitori e da una persona giuridica che ricopra il ruolo di utente e che rappresenti il segmento di mercato del prodotto previsto (preferibilmente una PMI).

Inoltre, il team di sperimentazione deve identificare un partner AMable che possa ricoprire il ruolo di tutor nel progetto di sviluppo e sperimentazione applicativa del prodotto.

Quale supporto riceveranno i team di sperimentazione selezionati?

Ciascun team di sperimentazione selezionato riceverà un supporto finanziario fino a 60.000,00€ con un tasso di cofinanziamento del 70%.
I team selezionati potranno inoltre usufruire di tutti i servizi offerti direttamente dal progetto AMable, quali: modellazione e simulazione; acquisizione e analisi dei dati; certificazione di qualità; post-produzione; sostegno, formazione e riqualificazione dei dipendenti nella progettazione per la produzione additiva; sostegno allo sviluppo tecnologico e all’accrescimento delle competenze. Per ulteriori indicazioni sui servizi offerti consultare l’Annex alle linee guida della call disponibile qui.

Come presentare una proposta?

Per presentare una proposta occorre utilizzare il template disponibile qui. La deadline per la presentazione delle proposte è il 1° Ottobre 2018. Per ulteriori informazioni sulle tipologie di progetto e di attività finanziabili, consultare le linee guida della call disponibili qui o il sito web del progetto AMable.

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Martedì 17 luglio il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto che le imprese assegnatarie dei Voucher per l’Internazionalizzazione che hanno perfezionato la trasmissione del contratto di servizio possono procedere alla domanda di erogazione del contributo.

Sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, a questo link, le aziende possono accedere alla procedura utilizzando le stesse credenziali utilizzate per la trasmissione del contratto di servizio. 

Gli step da seguire per presentare la domanda sono i seguenti: 

1. accedere alla sezione Attuazione misure

2. selezionare la misura TEM e la classificazione “TEM” e la classificazione “Voucher D.D. 18_09_2017”

3. selezionare l’opzione “Richiesta di erogazioni” e ed effettuare il caricamento dei documenti

4. generare, firmare ed inviare la lettera di trasmissione dei documenti caricati

L’istanza di erogazione deve essere presentata entro 60 giorni dal termine di conclusione del contratto di servizio. Nel caso in cui sia stato assegnato il contributo aggiuntivo di 15 mila euro, il termine è il 31 maggio 2019.

Cos’è il Voucher per l’Internazionalizzazione?

Il Voucher per l’Internazionalizzazione è un contributo che sostiene la crescita delle PMI italiane sui mercati esteri, facilitando l’accesso ai servizi di consulenza. 

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto che copre le spese sostenute per la consulenza di una società di di Temporary Export Manager (TEM), una figura che agisce effettuando analisi e ricerche di mercato, individuando potenziali partner commerciali e industriali utili all’acquisizione di nuovi clienti, offre assistenza legale, organizzativa, contrattuale e lavora per migliorare le competenze del personale interno in materia di mercati internazionali e internazionalizzazione di impresa.

I voucher sono diversificati in:

Voucher “early stage”: un contributo di 10.000 euro a fronte di un contratto di servizio con una società TEM del valore minimo di 13.000 euro (al netto di IVA);

Voucher “advanced stage”: un contributo di 15.000 euro a fronte di un contratto di servizio con una società TEM del valore minimo di 25.000 euro (al netto di IVA). 

Contributo aggiuntivo: I beneficiari del “voucher advanced stage” possono richiedere un ulteriore contributo di 15.000 euro se raggiungono i seguenti obiettivi:

• incremento del fatturato export di almeno il 15%

• incidenza pari almeno al 6% (sul totale del fatturato) del volume d’affari derivante da operazioni verso paesi esteri

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Dal 9 luglio l’INPS ha messo a disposizione delle aziende la DPA, la Dichiarazione preventiva di agevolazione, uno strumento telematico per permettere alle imprese di controllare la propria regolarità contributiva ai fini della fruizione di sgravi o incentivi. 

Fino ad ora, un’azienda che intendeva richiedere un incentivo (normativo o contributivo) poteva avviare un’interrogazione diretta al portale Durc On Line per acquisire una verifica della propria regolarità contributiva, secondo questa procedura. In caso di esito positivo della verifica, il sistema generava un documento che attestava la regolarità del soggetto per 120 giorni dalla data dell’interrogazione. Al contrario, in caso di esito negativo, l’impresa riceveva un invito a regolarizzare la propria posizione. 

Al fine di consentire un sistema di maggiore garanzia per le aziende, che avendo titolo alle agevolazioni devono essere in possesso della regolarità contributiva attestata dal Durc nel momento della loro fruizione, è stato realizzato il sistema Dichiarazione Preventiva di Agevolazione – D.P.A. – attraverso il quale è possibile anticipare l’attivazione della verifica ed acquisire l’esito del Durc a partire dal mese in cui l’agevolazione/beneficio viene fruito.

Ora, con il messaggio n. 2648 del 2 luglio 2018, è stata avviata una procedura di verifica telematica, per assicurare maggiore garanzia per le aziende che desiderano richiedere un incentivo e, avendone titolo, devono accertarsi di essere in possesso della regolarità contributiva attestata dal Durc. In questo modo le imprese possono acquisire l’esito del Durc a partire dal primo mese e per tutta la durata della agevolazione. L’esito della verifica di regolarità sarà infatti registrato sul sistema D.P.A. e fornirà all’utente esterno la conferma circa la legittimità della fruizione.

In questo modo l’INPS punta a creare un sistema più snello per le imprese che generi un circolo virtuoso e costruisca relazioni di partnership tra i diversi attori del sistema: l’istituto, i soggetti intermediari, le aziende, in modo che, così si legge nel documento, “ogni attività correlata ai processi di regolarizzazione trovi una immediata e corretta canalizzazione negli archivi dell’Istituto.”

Istruzioni operative

Dal 9 luglio 2018, sul sito dell’istituto, all’interno di “DiResCo – Dichiarazioni di Responsabilità del Contribuente”, sarà a disposizione il modulo telematico “DPA – Dichiarazione per la fruizione dei benefici normativi e contributivi”.

Il modulo servirà a comunicare la volontà di usufruire di un beneficio, avviando la verifica della regolarità contributiva. Il sistema invierà alla procedura Durc On Line la richiesta di verifica della regolarità, avviando il procedimento: laddove sarà presente un Documento Durc On Line regolare in corso di validità D.P.A. ne registrerà l’esito altrimenti verrà avviata la verifica con eventuale emissione dell’invito a regolarizzare.

L’indicazione del numero di mesi non è un dato che vincola il datore di lavoro ai fini della fruizione, ma è funzionale all’avvio delle successive verifiche mensile.

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Come le ultime novità hanno cambiato l’iper ammortamento.

3 luglio 2018 – h 16:30

Presso IBS Consulting – Via Flero, 46 – Brescia

L’iper ammortamento è uno degli strumenti agevolativi chiave del piano Industria 4.0. Recentemente il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una Circolare (n° 177355 del 23/05/18) fornendo ulteriori dettagli sul Piano, già rinominato Impresa 4.0, sui requisiti di interconnessione e integrazione e sull’individuazione dei beni agevolabili.

L’incontro approfondirà le ultime novità e le conseguenti opportunità per le imprese, a seguire sarà offerto un aperitivo.

IBS Consulting - Iper ammortamento le ultime novità

 

PROGRAMMA

Saluti di apertura

E. Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Relatore

Marco Belardi – Presidente UNI CT 519 consulente MISE

Iscriviti all’evento

[contact-form-7 id=”1535″ title=”Iscriviti all’evento 3 luglio 2018″]

Due documenti recentemente pubblicati da Cerved aiutano a fare chiarezza sullo stato di salute delle imprese italiane e a mettere a fuoco con precisione la posizione delle aziende lombarde all’interno del panorama del credito italiano. 

Credito: lo stato di salute delle imprese lombarde

Dal primo, “Credito e rischio delle imprese – La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte”, realizzato da Cerved in collaborazione con Assolombarda, emergono dati contrastanti sullo stato di salute del sistema del credito lombardo. Da una parte, notizia positiva, il report sottolinea un importante calo delle stock di sofferenze, ma evidenzia al contempo un deciso aumento delle società a rischio default. Elaborando i dati di Banca d’Italia, l’osservatorio sottolinea (ed è il dato principale che emerge dal report) un effetto di polarizzazione: sono state le imprese di una certa dimensione a beneficiare dell’aumento dei crediti concessi alle imprese lombarde, che ammontano in totale a 222 miliardi di euro nel 2017. Non sembra migliorare, invece, il credit crunch per le piccole imprese, che a fine 2017 subisce un’ulteriore contrazione dell’1,7%. Si tratta di una tendenza che, purtroppo, non riguarda solo le piccole medie imprese, ma anche le aziende del settore delle costruzioni, per cui il calo è addirittura del 5%.

Le luci e le ombre del rapporto proseguono se si analizzano le valutazioni del rischio prospettico, effettuate attraverso il Cerved Group Score. Dall’analisi emerge infatti che le imprese lombarde che hanno effettuato un upgrade, migliorando almeno una classe del proprio profilo di rischio, hanno superato quelle che hanno subito un downgrade. Del resto il movimento ha polarizzato il panorama, aumentando la concentrazione delle classi estreme: è aumentato sia il numero delle imprese con profili solidi che la percentuale delle imprese più rischiose, a più alta probabilità di insolvenza.

Rischio di Credito: la polarizzazione della situazione italiana

Questi dati sono, e per certi versi non è una notizia positiva, in linea con l’ultimo report di Up & Down, l’osservatorio di Cerved sull’evoluzione del rischio di credito delle imprese italiane. Anche questo report mostra infatti un effetto di polarizzazione e un aumento della concertazione delle imprese agli estremi: diminuiscono le aziende posizionate nell’area(intermedia) di vulnerabilità, ma aumenta la concentrazione ai poli, con una crescita sia dell’area di rischio (dal 13,8 % al 16,8% sia dell’area di sicurezza (dal 13,5% al 14,5%). 

Anche in questo caso, il dato negativo si concentra soprattutto attorno alle micro-imprese, che non hanno beneficiato degli effetti positivi della riduzione del rischio del sistema finanziario ed hanno, al contrario, visto ridursi il sostegno del credito. 

È dunque tra le piccole e micro-imprese che si concentrano le difficoltà finanziarie ed è più alto il rischio di default. Sebbene lo stato di salute del sistema finanziario italiano sia migliorato e le sofferenze si siano complessivamente ridotte, questo miglioramento ha riguardato soprattutto le aziende più grandi e già più solide.

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Il 23 maggio 2018 il Ministero per lo Sviluppo Economico ha pubblicato una Circolare che contiene alcuni importanti chiarimenti sull’iperammortamento, l’agevolazione fiscale dedicata agli investimenti in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese all’interno del Piano Industria 4.0. In particolare, la misura dell’iperammortamento prevede la possibilità di supervalutare del 250% gli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie acquistati o in leasing.

La nuova Circolare ministeriale sull’iperammortamento segue l’importante novità già introdotta dal Ministro Calenda con la ridefinizione del Piano Industria 4.0 in Piano Impresa 4.0 che aveva esplicitato la destinazione delle agevolazioni e dei finanziamenti in tema 4.0 oltre il comparto produttivo industriale. Sulla norma, inizialmente pensata per il comparto manifatturiero, erano infatti sorti alcuni problemi applicativi e dubbi interpretativi soprattutto per le imprese che non facevano parte del comparto produttivo.

La Circolare contribuisce a fare ulteriore chiarezza sulla destinazione della norma, fornisce inoltre importanti spiegazioni soprattutto sui requisiti di interconnessione e integrazione; eccone alcune.

Estensione dell’ambito temporale di applicabilità della norma

La Circolare del 23 maggio 2018 inizia richiamando l’estensione temporale e ricorda che il termine per godere dell’iperammortamento è stato prorogato dal 31 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018, con la possibilità di ulteriore estensione al 31 dicembre 2019, nel caso in cui entro la data del 31 dicembre l’impresa abbia avviato l’investimento e abbia effettuato il pagamento di almeno il 20% del costo dei beni.

Chiarimenti in materia di interconnessione e integrazione automatizzata

Dopo aver ribadito l’estensione temporale, la Circolare fornisce poi importanti specifiche circa i requisiti di interconnessione e integrazione.
Il Ministero ribadisce inizialmente che il requisito è richiesto per ogni tipo di bene, materiale o immateriale, e che esso dovrà durare anche nei periodi di imposta successivi a quello in cui il bene viene interconnesso. Inoltre il documento definisce un concetto più stringente di interconnessione, richiedendo di fatto la possibilità di uno scambio dati bidirezionale.
Ancora, la comunicazione del Mise aggiunge alcune specifiche sull’altro requisito, l’integrazione: in particolare chiarisce che esso non è limitato ai casi portati in precedenza, e sottolinea che quelli espressi non sono gli unici esempi di integrazione automatizzata con il sistema logistico. Attraverso le specifiche, quindi, il requisito di integrazione diviene, insieme a quello di interconnessione, un fattore decisivo per la digitalizzazione del processo produttivo.

Chiarimenti ai fini dell’iperammortamento di impianti tecnici di servizio

La Circolare del Ministero dello sviluppo Economico introduce poi anche un’importante specifica sull’ammissibilità all’iperammortamento degli impianti tecnici di servizio dell’edificio e non al processo, chiarendo che tali impianti non possono essere agevolati, a meno che non siano coniugati, in certi processi produttivi, come impianti di produzione in senso proprio.

La Circolare è dunque un importante ulteriore tassello nel chiarimento dei destinatari della misura dell’iperammortamento nell’ambito della digitalizzazione dei processi produttivi.

Contattaci, compilando il form sottostante, per una valutazione della situazione della tua impresa.

15 giugno 2018 h 15:00

c/o Fintech District – Via Filippo Sassetti, 32 – 20124 Milano

 

info day sme instrument

 

Opportunità europee per innovatori lombardi.

L’evento vuole offrire un’occasione di apprendimento per le imprese lombarde altamente innovative sull’accesso a queste opportunità.

Quali sono le opportunità a livello europeo per gli innovatori lombardi?

Con l’ultimo Work Programme del programma Ue di Ricerca ed Innovazione Horizon 2020, tutte le misure a sostegno delle imprese innovative sono state ricondotte in un unico programma pilota, lo European Innovation Council.

In questo quadro, lo SME Instrument supporta le PMI nello sviluppo di idee radicalmente innovative, che possano creare nuovi mercati o introdurre cambiamenti importanti in quelli esistenti.

Attraverso due fasi, SME Instrument guida gli imprenditori più brillanti e le loro idee nel percorso che porta dallo studio di fattibilità e del potenziale commerciale di un’idea ad alto potenziale d’innovazione, al suo successivo sviluppo attraverso il supporto di processi di prototipazione, dimostrativi e test.

Oltre al supporto finanziario, attraverso SME Instrument le PMI innovative potranno accedere a delle sessioni di coaching che accompagneranno le innovazioni sviluppate fino al lancio sul mercato.

Saluti di apertura

Folco Ciulli – Responsabile settore Industria, infrastrutture e mobilità – Delegazione della Regione Lombardia a Bruxelles

Relatori

Laura Piani – Policy assistant, Commissione Europea – Direzione Generale Ricerca e Innovazione
Andrea Boffi – European Affair Consultant IBS Consulting & ACF

Modera

E. Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

ISCRIVITI ALL’EVENTO

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L’accesso ai finanziamenti attraverso i mercati capitali

La Commissione europea ha proposto nuove norme per l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti tramite i mercati pubblici. L’iniziativa si inserisce nel quadro dell’Unione dei mercati dei capitali dell’UE (UMC) e mira a favorire la crescita delle imprese europee, aiutandole ad accedere più facilmente e a costi più contenuti ai finanziamenti attraverso i mercati capitali in tutte le fasi del loro sviluppo.

Il contesto delle nuove misure

Le società quotate in un mercato di crescita per le PMI devono rispettare una serie di norme dell’UE (ad esempio il regolamento sugli abusi di mercato) che si applicano a tutti gli emittenti di titoli, a prescindere dalle loro dimensioni. Di conseguenza i mercati pubblici per le PMI faticano ad attrarre nuovi emittenti.

Con la proposta odierna la Commissione mira a creare un quadro normativo più proporzionato, snellendo le procedure burocratiche per le piccole e medie imprese che vogliono essere quotate ed emettere titoli sui mercati di crescita e tutelando nel contempo gli investitori e l’integrità del mercato.

La proposta è frutto di un intenso lavoro preparatorio, preceduto da una consultazione pubblica sul quadro normativo dell’UE per i servizi finanziari.

Le principali proposte di modifica della normativa sulla quotazione delle PMI

La proposta presentata dalla Commissione mira a:
• Riadattare gli obblighi attuali che impongono di tenere registri di tutti coloro che hanno accesso a informazioni in grado di influire sul prezzo dei titoli, in modo da ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle PMI, permettendo comunque alle autorità competenti di indagare in caso di abuso di informazioni privilegiate;
• Consentire agli emittenti quotati da almeno tre anni sui mercati di crescita per le PMI di redigere un prospetto semplificato se desiderano passare a un mercato regolamentato;
• Semplificare la registrazione delle sedi di negoziazione specializzate nell’emissione di obbligazioni come mercati di crescita per le PMI;
• Definire un complesso di norme in materia di contratti di liquidità comune ai mercati di crescita per le PMI in tutti gli Stati membri, che si applicherebbe parallelamente alle norme nazionali.

Gli obiettivi della proposta della Commissione europea

Il testo della Commissione europea è la prima di una serie di misure, il cosiddetto “pacchetto per la quotazione delle PMI”, intese a favorire il rilancio delle offerte pubbliche iniziali (IPO) presentate dalle PMI e a consentire alle società quotate sui mercati pubblici di attirare una più ampia gamma di investitori.
Una maggiore liquidità del mercato faciliterà la negoziazione delle azioni delle PMI grazie a un numero più consistente di acquirenti e venditori, agevolando così l’accesso delle imprese al finanziamento.
Al tempo stesso, per chi investe nelle PMI sarà più semplice convertire gli investimenti in liquidità.

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Emanato il decreto attuativo del Mise – in concerto con il Mef -, che dà via libera all’incentivo fiscale introdotto con la Legge di Bilancio 2018 per sostenere la quotazione delle piccole e medie imprese e favorire l’ingresso in Borsa dei piccoli imprenditori. A breve la pubblicazione in GU.

Chi potrà usufruirne?

Le PMI che inizieranno una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato Ue o dello spazio economico europeo.

Cosa prevedrà l’agevolazione?

Un credito d’imposta fino a 500.000 € nella misura del 50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2020.

Quali saranno le spese finanziabili?

Potranno essere finanziate le attività finalizzate alla quotazione delle PMI come: l’implementazione e l’adeguamento del controllo di gestione, l’assistenza nella redazione del piano industriale, gli studi di fattibilità dell’operazione, la due diligence finanziaria, i listing fee, il supporto legale, fiscale e contrattuale, nonché le spese per le comunicazioni effettuate tramite interviste, comunicati stampa, eventi e presentazioni alla comunità finanziaria.

Come si fruirà del credito d’imposta?

Il credito andrà usato esclusivamente in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui sarà ottenuta la quotazione.

Secondo le prime anticipazioni i beneficiari dovranno inviare l’istanza in via telematica nel periodo d’imposta compreso fra il 1°ottobre dell’anno in cui sarà ottenuta la quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo.

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