In arrivo 100 milioni di euro per le MPMI che investiranno nella digitalizzazione

Dopo oltre tre anni d’attesa, finalmente in arrivo i voucher che favoriranno gli investimenti per la digitalizzazione dei processi aziendali. «Un’ulteriore segnale positivo per il rilancio dell’economia del bel Paese», commenta Alberto Bertolotti di IBS Consulting.

Chi potrà richiederli?

Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) con sede legale sul territorio nazionale iscritte al Registro delle imprese della Camera di Commercio.

Qual sarà il contributo?

È previsto un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher del valore di 10 mila euro concesso nella misura massima del 50% del totale delle spese ammissibili.

Cosa finanzieranno?

  • Software e hardware;
  • Servizi che consentano il miglioramento dell’efficienza aziendale (telelavoro e e-commerce);
  • Connettività a banda larga e ultralarga;
  • Tecnologia satellitare;
  • Formazione qualificata del personale nel campo ICT.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

Le domande potranno essere compilate a partire dal 15 gennaio, mentre lo sportello per l’invio si aprirà a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2018 e fino alle ore 17.00 del 9 febbraio 2018.

Come saranno valutate le domande?

Tutte le imprese che avranno prenotato le risorse concorreranno al riparto stanziato senza alcuna priorità connessa al momento della presentazione della domanda.

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Novità per le PMI che intendono avviare una procedura di quotazione in un mercato regolamentato. La Legge di Bilancio 2018, infatti, introduce un credito d’imposta sul 50% dei costi di consulenza sostenuti per l’operazione di IPO (Initial public offering) fino al 31 dicembre 2020. Misura che vale 80 milioni di euro nel triennio 2019-2021.

Chi saranno i beneficiari?

La misura si rivolge alle piccole e medie imprese che successivamente alla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo.

Che tipo di agevolazione prevede? E in che misura?

Nel caso di ottenimento dell’ammissione alla quotazione, sarà riconosciuto un credito d’imposta del 50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2020, fino ad un importo massimo del credito di 500mila euro.

Il bonus fiscale è utilizzabile, nel limite complessivo di 20 milioni di euro per l’anno 2019 e 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, in compensazione nel modello F24 a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione, e dev’essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

Quali sono i criteri e le tempistiche?

Modalità e criteri di attuazione della misura saranno definiti con decreto del ministro dello Sviluppo economico. Il decreto, in particolare, dovrà fornire indicazioni riguardo alle procedure che danno accesso al beneficio, ai casi di esclusione, alle procedure di concessione e di utilizzo del bonus, alla documentazione richiesta, all’effettuazione dei controlli e delle revoche e alle modalità finalizzate ad assicurare il rispetto del limite di spesa.

In attesa del decreto attuativo.

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In arrivo a settembre il nuovo bando per l’inserimento dei voucher  per l’export manager.

Chi può richiedere il voucher?

  • Le micro, piccole e medie imprese(PMI) costituite sia in forma di società di capitali sia in forma cooperativa;
  • leReti di imprese tra PMI, che abbiano conseguito un fatturato minimo di 500mila euro in almeno uno degli esercizi dell’ultimo triennio.

Qual’è il contributo?

È previsto un contributo a fondo perduto sotto forma di voucher del valore di 10 mila euro per le piccole e medie imprese che assumeranno un Temporary Export Manager per almeno 6 mesi.

Come richiedere il finanziamento?

L’azienda deve rivolgersi ad un esperto iscritto nell’apposito elenco redatto dal Ministero.

Per avere accesso al voucher l’impresa deve partecipare con un cofinanziamento di almeno 3 mila euro (il costo complessivo sostenuto dall’impresa deve essere pertanto di almeno 13 mila euro).

Quali sono le novità per il 2017?

Secondo quanto anticipato ci sarà più attenzione per il Sud e un doppio percorso distinto fra aziende alla prima esperienza in campo internazionale e aziende con un percorso già avviato che dovrebbero godere di un beneficio più alto.

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2.535 le domande di finanziamento che le banche sono riuscite a soddisfare e 6,3 i miliardi di euro concessi alle imprese da ottobre 2013 a giugno 2017.

Questi alcuni dati forniti dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), dichiarando che il plafond complessivo, pari a 10 miliardi di euro, è stato in parte utilizzato per prestiti alle aziende in bonus intenzionate ad effettuare investimenti utili alla loro attività.

Grazie anche alla ripresa economica degli ultimi anni, gli istituti bancari stanno riuscendo a garantire un sostegno concreto alle PMI concedendo sempre più crediti alle imprese affidabili. Un segnale positivo riguarda anche il numero di domande di prestiti da parte delle PMI, sintomo della volontà di queste realtà di crescere ed effettuare sempre più nuovi investimenti destinati all’acquisto di beni materiali ed immateriali per le attività dell’impresa stessa.

Settori Maggiormente Coinvolti

Nello specifico, analizzando i dati, è possibile evidenziare i settori maggiormente coinvolti nelle richieste di concessione di crediti alle imprese:

  • Il 42% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore industria
  • Il 28,7% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore artigianato
  • Il 4,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore edilizie e opere pubbliche
  • Il 3,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore agricoltura
  • Il restante 13,2% dei finanziamenti è riferito a altri servizi

La decisione di concedere maggiori crediti alle imprese rientra nell’iniziativa promossa da ABI, attualmente rinnovata, “Imprese in sviluppo”: l’obiettivo di questa iniziativa è proprio quello di favorire la crescita degli investimenti delle PMI e più in generale la crescita di tutto il sistema economico.

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È appurato che l’utilizzo del Fondo di Garanzia per le startup è in costante crescita.

Il MiSE ha pubblicato infatti i dati relativi al secondo trimestre 2017 sull’accesso al Fondo di Garanzia per le PMI da parte di startup innovative: netta la crescita di richieste e risultati, grazie anche alle norme dello “Startup Act” (il DL 179/2012) che ne facilitano l’accesso.

Il Decreto Legge 179 del 2012, successivamente convertito, si occupava di “misure urgenti per la crescita del paese”; tra i vari provvedimenti, un particolare cenno allo snellimento delle procedure di accesso al Fondo di Garanzia per le Startup Innovative. Infatti il Fondo di Garanzia per le PMI prevede la copertura dei crediti erogati dal sistema bancario alle PMI, attraverso garanzie erogate dal fondo stesso. Alle garanzie del fondo possono accedere anche le startup, dando precedenza per l’accesso a quello innovative. Corsia preferenziale estesa anche alle PMI innovative che abbiano un rating creditizio elevato (A o B).

Parlando di accesso facilitato, si intende soprattutto che l’intervento del Fondo di Garanzia è gratuito per le Startup e per le PMI innovative, e che la procedura per le loro richieste ha la priorità sulle altre. Questo fino ad un importo massimo di 2,5 milioni di € e per una copertura del credito che arriva al massimo all’80% dell’operazione.

Secondo alcuni dati, l’incremento continuo nelle richieste aveva toccato un picco già nel primo trimestre del 2017, con un incremento di 356 richieste di copertura da parte di startup; nel secondo trimestre le richieste di finanziamento sono aumentate di ulteriori 403 unità, per un totale di finanziamenti richiesti che sfiora i 100 milioni di euro.

Dall’inizio sono state finanziate 2.243 operazioni compiute da Startup, ed un totale di 1432 imprese di recente costituzione hanno avuto accesso al fondo di garanzia per le PMI.

Un dato particolarmente interessante è poi l’esito delle garanzie fornite, che nascondono esiti negativi per una percentuale estremamente ridotta delle operazioni attivate e di gran lunga inferiore rispetto a quelle che si registrano in altri contesti. Si può ipotizzare che in realtà le Startup innovative che accedono al Fondo di Garanzia siano ragionevolmente in grado di far fronte ai propri impegni e quindi di uscire dal luogo comune che le Startup innovative rappresentino comunemente dei “salti nel buio” finanziariamente parlando.

Questi alcuni dati che provano quanto sopra citato:

  • 11,23%: operazioni di finanziamento concluse con la restituzione del capitale, senza attivazione della garanzia
  • 87,56%: operazioni di finanziamento attualmente in corso, regolarmente ammortate, che stanno vedendo restituito il capitale senza il ricorso alla garanzia
  • 1,2%: operazioni di finanziamento che hanno richiesto l’attivazione della garanzia

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Il grido di allarme arriva da molte PMI italiane ormai a corto di liquidità e in continua lotta con banche e le altre aziende che non pagano.

Se da un lato il Governo ha cercato di tamponare al problema istituendo il “Fondo Serenella”, un finanziamento a tassi agevolati in favore delle PMI in crisi, dall’altro non va sicuramente meglio con l’Accesso al Credito, in quanto ormai le banche hanno ridotto ogni aiuto e finanziano sempre meno i progetti delle aziende (in media un’impresa su tre).

Per cercare quindi di trovare altre fonti di finanziamento, le aziende stanno iniziando a sperimentare nuovi strumenti e hanno trovato un feedback positivo ed importante nella finanza alternativa.

Tra questi l’invoice tradingl’equity crowdfunding e il social lending: strumenti che permettono di ricevere immediatamente liquidità in cambio di fatture o di tassi di interessi abbastanza contenuti.

In particolare il social lending è uno strumento in netta crescita e si tratta di piattaforme dove le piccole e medie imprese possono presentare i propri progetti e chiedere finanziamenti direttamente ai privati. Altrettanto in crescita il factoring, ovvero la vendita di crediti deteriorati ad aziende specializzate nel recupero; così facendo le aziende ottengono liquidità nel breve anche con la possibilità di perdere qualcosa rispetto al totale del debito.

Ed è proprio in questa che viene definita finanza alternativa che molte PMI stanno puntando le ultime speranze.

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Messi a disposizione dal Comitato interministeriale per la programmazione economica nuovi fondi per l’attuazione del Voucher Digitale. L’incentivo consentirà alle Pmi di ottenere un contributo fino a 10.000 € per le spese – ancora da acquisire – di digitalizzazione dei processi aziendali e ammodernamento tecnologico.

Chi può partecipare?

L’incentivo spetta alle micro, piccole e medie imprese con sede legale e operativa in Italia.

Quali sono le attività finanziabili?

L’intervento sostiene l’acquisto di software, hardware o servizi che consentano:

  • il miglioramento dell’efficienza aziendale;
  • la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, tale da favorire l’utilizzo di strumenti tecnologici e forme di flessibilità, tra cui il telelavoro;
  • lo sviluppo di soluzioni di e-commerce;
  • la connettività a banda larga e ultralarga;
  • il collegamento alla rete internet mediante tecnologia satellitare, attraverso l’acquisto e l’attivazione di decoder e parabole, nelle aree dove le condizioni geomorfologiche non consentano l’accesso a soluzioni adeguate attraverso le reti terrestri o laddove gli interventi infrastrutturali risultino scarsamente sostenibili economicamente o non realizzabili;
  • la formazione qualificata, nel campo ICT, del personale.

Quali sono le spese ammissibili?

  • acquisto hw, sw e servizi di consulenza specialistica;
  • spese di  attivazione  del servizio sostenute una tantum, con esclusivo riferimento ai costi  di realizzazione delle opere infrastrutturali e tecniche, quali  lavori di fornitura, posa, attestazione, collaudo dei cavi, e  ai  costi  di dotazione e installazione degli apparati necessari alla connettività a banda larga e ultralarga;
  • spese relative  all’acquisto  e all’attivazione di decoder e parabole per il collegamento  alla  rete internet mediante la tecnologia satellitare;
  • spese per  la partecipazione a corsi e per l’acquisizione di servizi di  formazione qualificata.

Qual è l’agevolazione?

Alle imprese è riconosciuto un voucher del valore non superiore ad € 10.000, concesso nella misura del 50% delle spese ammissibili. La misura opererà su tutto il territorio nazionale con una dotazione complessiva pari a 100 milioni di €.

Come si partecipa al Bando?

I fondi saranno assegnati a sportello. Le domande dovranno essere inoltrate on line, secondo modalità e tempistiche stabilite dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico.

NB: Il bando è di prossima apertura

Quali progetti finanzia Innodriver S3?

Il bando finanzia 3 differenti misure:

Misura A – rivolta a PMI che collaborano con centri di ricerca nella realizzazione di progetti di

innovazione di prodotto o processo che abbiano delle ricadute in una delle aree di specializzazione S3 regionale;

Misura B – rivolta alle PMI che hanno ottenuto il «Seal of Excellence» nell’ambito del programma comunitario SME Instrument – fase 1;

Misura C – rivolta alle PMI per il supporto ai processi di brevettazione europei e/o internazionali relativamente a invenzione industriale, modello di utilità, disegno o modello

ornamentale, nuova varietà vegetale, topografia di semiconduttori, che abbiano delle ricadute in una delle aree di specializzazione S3 regionale.

Chi sono i soggetti ammissibili?

PMI lombarde ad esclusione delle società semplici che non svolgono attività commerciale.

 Che tipo di agevolazione è prevista?

Un contributo a fondo perduto in misura variabile sulle 3 misure:

  • misura A: 25.000 € a fronte di un investimento minimo di 40.000 €
  • misura B: 30.000 €;
  • misura C: da 6.000 € per una domanda di brevetto a 12.000 € per più domande (in caso di startup innovative 7.200 € e 14.400 €).

Quali sono le tempistiche per presentare i progetti?

Queste le scadenze per la presentazione delle domande:

  • misura A: dal 12 al 31 luglio 2017 e dal 10 al 31 gennaio 2018 in caso di fondi residui;
  • misura B: dal 20 luglio al 31 ottobre 2017;
  • misura C: dal 20 luglio al 28 settembre 2017.

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Quali progetti finanzia?

Progetti riguardanti attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo di una o più delle tecnologie identificate dal Programma “Horizon 2020”, quali:

  • Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)
  • Nanotecnologie
  • Materiali avanzati
  • Biotecnologie
  • Fabbricazione e trasformazione avanzate
  • Spazio
  • Tecnologie volte a realizzare i seguenti obiettivi della priorità “Sfide per la società” prevista dal Programma Orizzonte 2020

 Chi sono i soggetti ammissibili?

PMI con almeno due bilanci approvati che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all’industria nonché attività di ricerca.

Le imprese proponenti possono presentare progetti anche in forma congiunta tra loro e/o con Organismi di ricerca, fino a un numero massimo di cinque co-proponenti.

 Che progetti finanzia?

Progetti di ricerca e sviluppo che prevedano spese e costi ammissibili non inferiori a 5 milioni di euro e non superiori a 40 milioni di euro.

 Quale durata dovranno avere i progetti?

Non superiore a 36 mesi.

 Che tipo di agevolazione è prevista?

  • Contributo diretto alla spesa per una percentuale minima pari al 20% dei costi e delle spese ammissibili;
  • Un finanziamento agevolato, nel caso in cui sia previsto dall’Accordo, nel limite del 20 per cento dei costi e delle spese ammissibili.

Aprirà il 15 maggio il Bando Turismo e Attrattività promosso da Regione Lombardia per strutture ricettive alberghiere, extra-alberghiere e pubblici esercizi. A disposizione un plafond da 32 milioni di euro destinato a progetti di riqualificazione dell’offerta turistica e d’innovazione di prodotto/servizio.  Agli imprenditori del settore l’opportunità di ricevere contributi a fondo perduto sino a 40mila euro.

I progetti candidati dovranno  riguardare le aree tematiche del posizionamento strategico turistico regionale:

  • enogastronomia & food experience
  • fashion e design
  • business congressi & incentive
  • natura & green
  • sport & turismo attivo
  • terme & benessere

Soggetti ammissibili al bando turismo

  • In forma imprenditoriale: le PMI e le ditte individuali, con sede operativa in Lombardia;
  • In forma non imprenditoriale: i soggetti proprietari delle strutture ricettive o che le gestiscono (purché i proprietari dei beni siano persone fisiche che non svolgono attività economica ed il gestore sostenga i costi del progetto).

Contributo per il bando turismo

L’agevolazione viene concessa in forma di contributo a fondo perduto fino a 40.000 euro per i soggetti beneficiari in forma imprenditoriale e fino a 15.000 euro per i soggetti beneficiari in forma non imprenditoriale (bed and breakfast che svolgono regolarmente attività economica).

Spese ammissibili

  • arredi, impianti, macchinari e attrezzature
  • acquisto di hardware e software
  • opere edili-murarie e impiantistiche
  • progettazione e direzione lavori per un massimo del 8% delle spese ammissibili di cui alla lettera c)

Tempistiche del bando turismo

Le domande di partecipazione possono essere presentate in forma telematica a partire dalle ore 12,00 del giorno 15 maggio fino ad esaurimento risorse.

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