La scorsa settimana l’Autorità Bancaria Europea e la BCE hanno pubblicato i risultati dello stress test incrociato del 2018 sulle banche. Le quattro banche italiane sottoposte alla prova (Intesa, Ubi Banca, Unicredit e Bpm) hanno superato il test, ottenendo buoni risultati. Come scrive Il Sole 24 Ore, pur con esiti differenti, i quattro istituti hanno infatti riportato indici patrimoniali (Cet 1 ratio) superiori all’asticella “minima” del 5,5 per cento nello scenario macroeconomico avverso, ritenuto più problematico, e ampi margini di sicurezza nello scenario di base.

Le quattro banche si trovano in una situazione diversa. In caso di shock e quadro macroeconomico avverso, nella proiezione dell’Eba verso il 2020, solo il Cet 1 di Intesa San Paolo resterebbe sopra il 10%. Quello di Unicredit si posizionerebbe tra il 9% e il 10% mentre Bpm e Ubi si troverebbero
tra l’8% e il 9%.

Le banche italiane fanno meglio di alcune importanti banche tedesche e inglesi. Verso il fondo della classifica, in particolare, tre importanti banche del Regno Unito: Lloyds Banking Group, Barclays e Royal Bank of Scotland.

In generale il giudizio dell’Eba, comunicato a mercati chiusi per limitare l’influenza diretta sulle contrattazioni, ha dato un esito positivo: il rafforzamento della situazione patrimoniale delle 48 banche UE poste sotto la lente di ingrandimento ha migliorato la loro posizione in caso di
peggioramento delle condizioni economiche.

Sempre a Il Sole 24 Ore, il direttore dell’analisi economica e statistica dell’Eba, Mario Quagliariello, ha infatti sottolineato che

il risultato dello stress test mostra che gli sforzi delle banche per migliorare la loro base di capitale negli ultimi anni hanno contribuito a rafforzare la loro resilienza e la capacità di fronteggiare choc economici gravi e gli impatti materiali sul capitale.

I risultati dei test serviranno alle autorità bancarie, sia italiane che europee, a capire come muoversi per affrontare le debolezze e le vulnerabilità ancora presenti in alcune banche, in particolare relative al rafforzamento di capitale.

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Ecco gli strumenti a disposizione degli istituti di credito per valutare le imprese

Prima di concedere un credito – che sia di natura commerciale, bancaria o finanziaria – qualsiasi istituto finanziario o banca valutano accuratamente il rischio a cui si stanno esponendo prestando denaro a un’azienda o a un’attività commerciale.

Per valutare l’affidabilità di un’impresa e misurare il rischio di mancato pagamento o di insolvenza, l’istituto creditore ha a disposizione in particolare due strumenti: lo score e il rating.

Score

Lo score è un’analisi automatica che utilizza modelli statistici in grado di elaborare diverse informazioni storiche sull’impresa: a partire dai bilanci depositati, dalle valutazioni sul settore di appartenenza dell’azienda e delle abitudini di pagamento, il modello elabora uno score, cioè un punteggio, indicativo della probabilità che l’impresa non rispetti un pagamento.

Lo score è dunque il risultato di un’analisi quantitativa che, attraverso una scala generalmente orientata da 1 a 10, scatta un’istantanea della possibilità di ritardo nei pagamenti o di vera e propria insolvenza da parte dell’azienda.

Rating

Il rating è un’altra misurazione a disposizione degli istituti di credito sul rischio di insolvenza. A differenza dello score, il rating integra gli aspetti quantitativi con la valutazione qualitativa effettuata da analisti specializzati, che raccolgono dati ulteriori rispetto a quelli valutati dallo score, tra cui, ad esempio, il business plan, contratti, piani di finanziamento e investimenti, prospetto della centrale rischi. L’analisi produce un indice alfanumerico che inserisce l’azienda in diversi range indicativi della probabilità di default dell’impresa.

Se dunque lo score rappresenta un’analisi quantitativa sostanzialmente orientata al passato, il rating include un’analisi qualitativa che, sulla base di ulteriori informazioni a disposizione degli analisti, può integrare e correggere la valutazione quantitativa.

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Score e Rating non sono analisi ad esclusiva disposizione degli istituti di credito, IBS Consulting & ACF dispone degli strumenti necessari per effettuare queste valutazioni. È necessario per le imprese conoscere e monitorare il proprio livello di rischio, in modo da ottimizzare la relazione con il sistema finanziario e valutare la propria forza commerciale.

Contattaci e un nostro esperto saprà guidarti per effettuare l’Analisi del Rischio

Indicazioni utili per una gestione consapevole delle relazioni col sistema finanziario

24 maggio 2018 – h 16:30
Presso IBS Consulting – Via Flero, 46 – Brescia

Nell’attuale contesto finanziario, nell’ottica di agevolare la banca nel processo di valutazione dell’affidabilità, acquista sempre maggiore importanza la capacità delle imprese di comunicare in modo chiaro e puntuale informazioni quantitative e qualitative sulla propria attività.

Durante il momento di approfondimento, IBS Consulting fornirà strategie per facilitare il dialogo col mercato del credito e migliorare il rapporto banca-impresa.

Come ti valuta la tua bancaPROGRAMMA

Saluti di apertura

E. Alberto Bertolotti – CEO e founder IBS Consulting & ACF

Relatore

Fabio Pasinetti – Financial Analyst IBS Consulting & ACF

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Il 1° Gennaio 2018 è entrato in vigore il nuovo standard contabile IFRS 9. Il nuovo principio internazionale porterà anche in Italia a modifiche importanti in ambito bancario, infatti gli istituti di credito saranno tenuti a valutare con metodologie più rigorose il rischio aziendale.

Nuovo standard e nuova classificazione

Il nuovo standard identificato dallo IASB nell’IFRS 9 dovrà garantire anche un più tempestivo riconoscimento delle perdite attese. L’obiettivo di queste modifiche è di semplificare le regole esistenti e rafforzare la fiducia degli investitori nei bilanci delle banche e, in forma più estesa, dell’intero sistema finanziario.

La classificazione determina come le attività finanziarie sono contabilizzate in bilancio e, in particolare, il modo in cui sono valutate su base continuativa. I requisiti per la loro classificazione e valutazione sono il fondamento della contabilizzazione degli strumenti finanziari.

IFRS 9: la tempesta perfetta

Ciò che da molti esperti è stata definita come “la tempesta perfetta”, avrà delle conseguenze significative nel rapporto tra banca e impresa, non solo in fase di erogazione di nuova finanza, ma anche per i contratti di finanziamento in essere. Il problema maggiore per quanto concerne l’azienda, è rappresentato dalla possibilità, peraltro elevata, di essere classificata nella classe di rischio stage 2, con rilevanti ricadute in termini di oneri finanziari e finanziabilità futura.

IBS Consulting & ACF, in virtù di questo cambiamento di scenario, ha deciso di dotarsi degli stessi strumenti diffusi tra i gruppi bancari (conformi quindi agli IFRS 9), per supportare le aziende in questa fase di cambiamento e rispondere alla domanda più importante “come mi valuta la banca?”.

Di questi temi ne abbiamo parlato anche durante i nostri recenti momenti di approfondimento IFRS 9:

Cosa cambia per le imprese

Come ti valuta la banca

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In vista della chiusura del bilancio, IBS Consulting & ACF, offre la possibilità alle aziende di effettuare un’analisi del rischio gratuita comprendente l’esercizio 2017.

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Previste grandi novità

Certezze assolute non ce ne sono ancora, ma pare che entro un paio d’anni lo studio che è in corso sul calcolo del nuovo Euribor sfocerà in un nuovo metodo che nulla avrà a che fare con l’attuale.

Oggi, infatti, il processo di rilevazione del tasso interbancario viene deciso giornalmente da un gruppo di banche – venti , attraverso una consultazione telefonica; domani, il calcolo, potrebbe essere legato alle transazioni effettivamente avvenute sul mercato provocando una forte instabilità.

Se l’attuale metodo desta qualche dubbio in tema di trasparenza, quello ipotizzato ne genera altrettanti in merito agli effetti negativi che, oscillazioni e volatilità dei mercati finanziari, potrebbero generare su famiglie e aziende.

Restiamo in attesa di nuovi sviluppi.

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