L’accesso ai finanziamenti attraverso i mercati capitali

La Commissione europea ha proposto nuove norme per l’accesso delle piccole e medie imprese ai finanziamenti tramite i mercati pubblici. L’iniziativa si inserisce nel quadro dell’Unione dei mercati dei capitali dell’UE (UMC) e mira a favorire la crescita delle imprese europee, aiutandole ad accedere più facilmente e a costi più contenuti ai finanziamenti attraverso i mercati capitali in tutte le fasi del loro sviluppo.

Il contesto delle nuove misure

Le società quotate in un mercato di crescita per le PMI devono rispettare una serie di norme dell’UE (ad esempio il regolamento sugli abusi di mercato) che si applicano a tutti gli emittenti di titoli, a prescindere dalle loro dimensioni. Di conseguenza i mercati pubblici per le PMI faticano ad attrarre nuovi emittenti.

Con la proposta odierna la Commissione mira a creare un quadro normativo più proporzionato, snellendo le procedure burocratiche per le piccole e medie imprese che vogliono essere quotate ed emettere titoli sui mercati di crescita e tutelando nel contempo gli investitori e l’integrità del mercato.

La proposta è frutto di un intenso lavoro preparatorio, preceduto da una consultazione pubblica sul quadro normativo dell’UE per i servizi finanziari.

Le principali proposte di modifica della normativa sulla quotazione delle PMI

La proposta presentata dalla Commissione mira a:
• Riadattare gli obblighi attuali che impongono di tenere registri di tutti coloro che hanno accesso a informazioni in grado di influire sul prezzo dei titoli, in modo da ridurre gli oneri amministrativi che gravano sulle PMI, permettendo comunque alle autorità competenti di indagare in caso di abuso di informazioni privilegiate;
• Consentire agli emittenti quotati da almeno tre anni sui mercati di crescita per le PMI di redigere un prospetto semplificato se desiderano passare a un mercato regolamentato;
• Semplificare la registrazione delle sedi di negoziazione specializzate nell’emissione di obbligazioni come mercati di crescita per le PMI;
• Definire un complesso di norme in materia di contratti di liquidità comune ai mercati di crescita per le PMI in tutti gli Stati membri, che si applicherebbe parallelamente alle norme nazionali.

Gli obiettivi della proposta della Commissione europea

Il testo della Commissione europea è la prima di una serie di misure, il cosiddetto “pacchetto per la quotazione delle PMI”, intese a favorire il rilancio delle offerte pubbliche iniziali (IPO) presentate dalle PMI e a consentire alle società quotate sui mercati pubblici di attirare una più ampia gamma di investitori.
Una maggiore liquidità del mercato faciliterà la negoziazione delle azioni delle PMI grazie a un numero più consistente di acquirenti e venditori, agevolando così l’accesso delle imprese al finanziamento.
Al tempo stesso, per chi investe nelle PMI sarà più semplice convertire gli investimenti in liquidità.

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Settore aeronautico e Clean Sky 2

L’ottavo invito a presentare proposte progettuali di Clean Sky 2 è stato di recente pubblicato. Il bando comprende 68 topic e dispone di un budget indicativo totale di 75 milioni di euro.

Che cosa è la Clean Sky 2 – Joint Undertaking?

L’impresa comune Clean Sky 2 (CSJU) è un partenariato pubblico-privato tra la Commissione europea e l’industria aeronautica europea che mira a raggiungere obiettivi di prestazione ambientale nel settore aeronautico.

Di concerto con la Commissione, l’impresa comune contribuisce a elaborare il piano di lavoro del più grande programma di ricerca europeo in tema di sviluppo di tecnologie innovative e all’avanguardia volte a ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas e il rumore prodotti dagli aeromobili.

Green vision

Attraverso questo programma si promuove quindi lo sviluppo di tecnologie pulite e rivoluzionarie per il trasporto aereo.

Accelerando la diffusione di queste tecnologie, Clean Sky 2 contribuirà a realizzare le priorità strategiche ambientali e sociali dell’Europa e promuoverà nel contempo la competitività e una crescita economica sostenibile.

Finanziato dal programma quadro dell’Unione europea di Ricerca ed Innovazione Horizon 2020, il programma di ricerca di Clean Sky contribuisce a rafforzare la cooperazione nell’industria aeronautica europea, la leadership mondiale e la competitività del settore.

Come presentare proposte progettuali?

Per presentare proposte progettuali in uno dei 68 topic dell’invito pubblicato è necessario iscriversi sul portale partecipanti del programma Horizon 2020.

Quali sono le tempistiche per presentare proposte?

Le proposte potranno essere presentate a partire dal 3 maggio 2018 e fino al 12 luglio 2018, per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il programma di lavoro di Clean Sky 2.

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Fondi da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia

6 milioni di euro per supportare il trasferimento della conoscenza nel settore dei Materiali Avanzati: le domande a partire dal 15 maggio 2018.
Con il bando Materiali Avanzati arriva il sostegno congiunto di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia a favore di tutte le imprese lombarde per lo sviluppo di soluzioni innovative, di prodotto e di processo, nel settore dei Materiali Avanzati. Come? Con un contributo a fondo perduto sino a 600.000 euro per progetto.

Chi può richiederlo?

Partenariati costituiti da non meno di due e non più di cinque soggetti il cui capofila dovrà essere necessariamente un centro di ricerca pubblico lombardo.

Cosa finanzia?

L’iniziativa si propone di finanziare progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale con l’obiettivo di:

  • accelerare la generazione di soluzioni innovative nel settore dei Materiali avanzati;
  • stimolare la collaborazione tra il mondo della ricerca e il sistema delle imprese;
  • formare qualificate figure professionali capaci di gestire e favorire processi di innovazione.

Le spese ammesse

  • Strumenti e attrezzature di nuova acquisizione, nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto;
  • Spese di personale: ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario;
  • Consulenze;
  • Altri costi di esercizio, compresi i costi dei materiali e delle forniture per attività di testing;
  • Spese generali nella misura massima del 10 % del costo del personale;
  • Costi di missione, pubblicazione, partecipazione e/o l’organizzazione di congressi, seminari, incontri o fiere di settore.

Quale sarà il contributo?

È previsto un contributo massimo di 600.000 euro per progetto.

Da quando potranno essere presentate le domande?

Le domande potranno essere presentate dalle 12.00 del 15 maggio alle 12.00 del 20 giugno 2018.

Come saranno valutate le domande?

Secondo una procedura valutativa a sportello.

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15 maggio 2018 h 16:00

c/o Camera Commercio Milano – Sala Riunioni 2 – Via Meravigli, 7 Milano

IBS Consulting - Industria 4.0 contributi, finanziamenti e incentivi

Contributi, finanziamenti e incentivi a sostegno degli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature.

Il convegno approfondirà i diversi contributi, incentivi e finanziamenti a sostegno degli investimenti in impianti, macchinari e attrezzature. In ottica di industria 4.0, i relatori passeranno in rassegna le migliori opportunità per ogni diversa situazione aziendale.

Saluti di apertura

Roberto Brero – Ufficio Studi e comunicazione, Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza

Relatori

Gabriele Busti – Direzione Generale Struttura Accesso al Credito Regione Lombardia
Marco Belardi – Presidente UNI CT 519 – consulente MISE
Camillo Odio – Direzione Generale per gli incentivi alle imprese MISE

Modera

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Evento in collaborazione con Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza e Camera di Commercio Milano, Monza Brianza, Lodi

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Una banca dati a livello europeo che raccolga tutte le informazioni disponibili sui finanziamenti per le imprese tecnologiche europee e uno strumento che aiuti gli investitori a comprendere meglio la fattibilità tecnica ed economica di progetti tecnologici altamente innovativi.

Queste sono le due principali raccomandazioni del rapporto congiunto InnovFin Advisory, preparato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dalla Commissione europea.

L’Unione europea individua nelle tecnologie avanzate delle Key Enabling Technologies (KETs) tecnologie che contribuiscono a velocizzare l’innovazione e ad affrontare sfide di portata e importanza globali.

Quali sono le problematiche dei finanziamenti alle tecnologie avanzate?

Gli investitori hanno spesso difficoltà a impegnarsi in progetti di ricerca e innovazione ad alto contenuto tecnico-scientifico e interdisciplinari. Si richiedono finanziamenti anticipati e a lungo termine, pur non avendo chiare implicazioni commerciali fin dall’inizio.

A causa della crescente complessità delle tecnologie avanzate, esiste un notevole divario di conoscenza tra gli innovatori e gli investitori.

Dall’altro lato, gli innovatori nelle tecnologie avanzate fanno fatica a ottenere il necessario sostegno finanziario, nonostante le iniziative pubbliche per le imprese innovative, principalmente per mancanza di informazioni e procedure di candidatura complesse.

Qual è la posizione della BEI sui finanziamenti alle tecnologie avanzate?

Ambroise Fayolle, Vice Presidente della BEI, ha affermato la necessità di avvicinare scienza, ricerca ed innovazione ai finanziamenti dichiarando la BEI pronta a contribuire a colmare questa distanza.

Il rapporto finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 mira quindi a individuare strumenti e soluzioni che supportino le start-up europee e le piccole imprese nel settore della tecnologia di avanguardia nell’accesso ai finanziamenti per crescere e competere sul mercato mondiale, in modo che i cittadini possano beneficiare di una più rapida introduzione e diffusione di tecnologie avanzate.

Per ulteriori informazioni consultare il rapporto completo disponibile sul sito della European Investment  Bank.

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200 milioni di euro di finanziamenti

La Commissione Europea ha messo a disposizione 200 milioni di euro di finanziamenti per progetti nei settori dell’elettricità, delle smart grids, delle reti transfrontaliere dell’anidride carbonica e delle infrastrutture del gas, nell’ambito della prima call for proposals del programma Connecting Europe Facility (CEF) energia.

Qual è il contesto del programma CEF energia?

Il CEF fornisce finanziamenti UE per progetti inerenti allo sviluppo delle infrastrutture energetiche transnazionali. I progetti dovrebbero contribuire al rafforzamento del mercato interno dell’energia dell’UE e al conseguimento degli obiettivi della politica energetica dell’UE (competitività, sicurezza dell’approvvigionamento energetico, sviluppo sostenibile, protezione dell’ambiente attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili, sviluppo di reti energetiche intelligenti e di reti per l’anidride carbonica).

Che tipo di progetti possono essere finanziati dalla call CEF energia 2018?

Le proposte devono essere designate come progetti di interesse comune (PCI), ovvero progetti essenziali per il completamento del mercato interno dell’energia dell’UE con un impatto significativo su almeno due paesi dell’UE. Essi devono inoltre stimolare la concorrenza sui mercati dell’energia, contribuire alla sicurezza energetica diversificando le fonti e al conseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia mediante l’integrazione delle rinnovabili.

Quali sono i criteri di valutazione?

I progetti proposti per il CEF possono essere studi o lavori di costruzione e saranno valutati in base a: grado di maturità, dimensione transfrontaliera, esternalità positive connesse all’innovazione tecnologica, sicurezza dell’approvvigionamento, solidarietà tra paesi.

Quali sono le tempistiche della call CEF energia 2018?

Il termine per presentare proposte è il 26 aprile 2018.
I progetti presentati in risposta al presente invito saranno valutati nei prossimi mesi e i risultati saranno comunicati nell’agosto 2018. Un’altra call for proposals sarà lanciata a giugno 2018.

Per ulteriori informazioni sul work-programme del programma CEF energia 2018 e sulla call, è possibile consultare la pagina disponibile sul sito della Commissione Europea.

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Giovedì 5 aprile avrà luogo il nuovo momento di approfondimento di IBS Consulting: Finanziare Ricerca e Sviluppo. Abbiamo organizzato un doppio appuntamento per permettere a tutti gli interessati di partecipare: il primo a Milano presso la Camera di Commercio (ore 11 Sala Riunioni 2 – Via Meravigli, 7), il secondo a Brescia presso il CSMT (via Branze, 45).

In entrambi i convegni saranno presentati e discussi gli strumenti regionali, nazionali e comunitari delle politiche a sostegno della ricerca e dello sviluppo: Frim Fesr 2020, Horizon 2020, Bando Mise e Industria sostenibile, Credito d’Imposta Ricerca.

Gli eventi sono in collaborazione con la Camera di commercio di Milano MonzaBrianza Lodi, il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, Medio Credito Centrale e Banca Valsabbina.

Milano

Di seguito i relatori:

Introduce: Roberto Brero – Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Pier Paolo Proietti – Direzione Interventi per lo Sviluppo Area Finanza Agevolata – Medio Credito Centrale

Gianpiero Mastinu – Ordinario di Ground Vehicle Engineering nel Politecnico di Milano, Coordinatore del Consiglio Scientifico del Cluster Tecnologico Nazionale della Mobilità Sostenibile

Daniela Battafarano – Financial Advisor IBS Consulting & ACF

Scarica qui il PDF della locandina.
Clicca qui per iscriverti all’evento di Milano.

 

Brescia

Di seguito i relatori:

Alberto Bonetti – Project Funding Manager CSMT

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Adolfo Bellandi – Settore crediti Banca Valsabbina

Pier Paolo Proietti – Direzione Interventi per lo Sviluppo Area Finanza Agevolata – Medio Credito Centrale

Gianpiero Mastinu – Ordinario di Ground Vehicle Engineering nel Politecnico di Milano, Coordinatore del Consiglio Scientifico del Cluster Tecnologico Nazionale della Mobilità Sostenibile

Sonia Guida – Financial Analyst IBS Consulting & ACF

Scarica qui il PDF della locandina.

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Come indicato dalla Borsa Italiana gli NPL (Non-Performing Loans) “sono attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell’esposizione”.

Gli NPL sono generalmente noti come crediti deteriorati e, nell’ultimo decennio, il loro peso ha avuto un aumento e di conseguenza un’incidenza sempre più importante per gli enti creditizi.

I crediti deteriorati sono di differenti tipi: le sofferenze, gli incagli e le esposizioni.

Sofferenze

Sono quei crediti la cui riscossione non è certa da parte degli intermediari che hanno erogato i finanziamenti perché i soggetti debitori risultano in stato di insolvenza (anche non conclamata) o in situazioni equiparabili. Gli enti creditori, per evitare questa situazione e i rischi che ne conseguono, sono tenuti ad accantonare riserve proporzionate al credito e al suo rischio.

Incagli

A differenza delle sofferenze, gli incagli rappresentano un rischio minore poiché si presuppone che il titolare del debito sia impossibilitato solo momentaneamente a onorare il proprio debito nei confronti dell’ente creditore. Questi NPL richiedono, quindi, un accantonamento di minor entità rispetto alle sofferenze.

Esposizioni

Oltre alle sofferenze e agli incagli il mondo dei crediti deteriorati conta le esposizioni ristrutturate e le esposizioni scadute o sconfinanti. Se le esposizioni ristrutturate sono esposizioni che una banca accumula a seguito di modifiche dei termini contrattali causate dal peggioramento della situazione finanziaria debitoria, le esposizioni scadute o sconfinanti sono tutte quelle non possono essere inserite nelle sofferenze, negli incagli o nelle esposizioni ristrutturate e risultano non onorate, a seconda dei casi, da oltre 90 o 180 giorni.

Centrale rischi

Per monitorare la situazione di tutti i debitori la Banca d’Italia ha creato la Centrale dei rischi, dove confluiscono tutti i dati relativi alle posizioni debitorie di ogni soggetto, permettendo agli enti creditizi di valutare il rischio globale e la solvibilità di ciascun cliente.

Le disposizioni della BCE

A livello europeo il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea stanno portando avanti una politica che mira a ridurre drasticamente la presenza degli NPL nei bilanci delle banche europee al fine di non vanificare gli sforzi compiuti, in questi anni, dagli stati membri e dalla BCE.

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L’Unione Europea è sempre più importante e presente nella vita delle imprese italiane non solo con comunicati, sanzioni o direttive, ma anche attraverso famosi e ambiti fondi europei, che danno alle imprese molte e interessanti opportunità, scopriamo di più sulla cosiddetta europrogettazione.

Parlando di europrogettazione, quindi di fondi europei, è essenziale tenere a mente che si dividono in due categorie: fondi diretti e indiretti. Ciascuno dei due tipi dà diritto a differenti vantaggi ed è quindi fondamentale imparare a conoscereli.

Fondi di finanziamento diretti

Iniziamo coi fondi diretti. Sono gestiti dalle Direzioni generali della Commissione Europea o da Agenzie Nazionali e si dividono in due categorie: fondi tematici o comunitari e strumenti per l’assistenza esterna.

Ogni anno la Commissione Europea pubblica sul suo sito e sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, i bandi di gara sulla base dei quali i candidati devono presentare, entro un termine determinato, una proposta di progetto per spese ancora non sostenute che corrisponda agli obiettivi perseguiti e soddisfi le condizioni richieste dal bando.

Una caratteristica, forse la principale, di questi finanziamenti è la necessaria creazione di una partnership transnazionale tra società o enti di almeno due stati membri dell’UE. Un’altra caratteristica da tenere a mente è che i fondi diretti non finanziano quasi mai la totalità dei costi di progetto, ma coprono una forbice che va dal 50% all’80% della spesa totale, indi per cui le aziende che richiedono l’accesso ai finanziamenti diretti devono avere la capacità economica che permetterà loro di sostenere le spese proposte eccedenti l’ammontare del fondo.

L’erogazione dei fondi avviene in due modi:

1- Sovvenzioni: contributi pensati per specifici progetti legati alle politiche dell’UE;

2- Appalti: conclusi da istituzioni comunitarie per l’acquisto di servizi, beni e opere per le loro attività, per esempio i corsi di formazione.

Fra i tanti programmi comunitari quelli più noti sono: Horizon 2020, Cosme, Life, Creative Europe.

Fondi di finanziamento indiretti

Sono i Fondi SIE, ovvero fondi strutturali e di investimento e benché siano finanziati dalla Commissione Europea sono gestiti dalle autorità nazionali e a seconda del tipo di autorità che li gestisce parleremo di PON (gestione ministeriale) o di POR (gestione regionale).

Questi fondi hanno l’obiettivo di ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali fra le regioni europee e sono erogati sotto forma di contributi a fondo perduto (i cosiddetti Voucher), finanziamenti agevolati, strumenti di garanzia del credito, sgravi fiscali, sgravi contributivi e interventi nel capitale di rischio.

I fondi indiretti sono cofinanziati dal Governo italiano, questo cofinanziamento fa sì che le risorse per le imprese, gli aspiranti imprenditori e gli enti, per il settennato 2014-2020, ammontino a circa 132.9 miliardi di euro (come riportato dal portale del Dipartimento delle Politiche di Coesione).

Gli avvisi pubblici sono emanati dalle finanziarie regionali e dagli altri enti eroganti e mirano sia allo sviluppo dell’imprenditorialità, sia allo sviluppo di iniziative esistenti per PMI e start up innovative.

Dal 2017 anche liberi professionisti e titolari di ditte individuali sono stati ammessi a presentare domanda per richiedere queste agevolazioni.

I fondi di finanziamento indiretti sono 5:

1- Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)

2- Fondo Sociale Europeo (FSE)

3- Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)

4- Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP)

5- Fondo di Coesione (FC)

Il nostro paese ha accesso ai primi quattro, mentre al Fondo di Coesione hanno accesso esclusivamente i paesi con un reddito nazionale lordo molto basso ovvero Malta, Portogallo, Grecia, le repubbliche baltiche e i paesi dell’Est.

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Un mondo a sé è caratterizzato da quelle realtà imprenditoriali che rientrano nella categoria delle cosiddette start up innovative, di cui si sente parlare sempre più spesso. Ecco qualche elemento che aiuta a identificarle.

6 requisiti

Le start up innovative sono identificate dall’articolo 25, comma 2, del DL n. 179/2012. Per essere tali devono rispettare determinati requisiti che potete trovare di seguito:

1- essere state costituite e svolgere attività imprenditoriale da non più di 60 mesi;

2- avere sede principale in Italia, o in altro Paese membro dell’Unione Europea o in Stati aderenti all’accordo sullo spazio economico europeo, purché con una sede produttiva o una filiale in Italia;

3- avere, dal secondo anno di attività, meno di 5 milioni di euro annui di fatturato;

4- non distribuire e non aver distribuito utili;

5- avere come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;

6- la costituzione non deve essere avvenuta né a seguito di fusione o scissione societaria né a causa di cessione d’azienda o di ramo d’azienda.

3 condizioni

Vi sono poi tre condizioni che, dove ve ne sia almeno una, fanno sì che si possa parlare di start up innovativa:

1- le spese in ricerca e sviluppo devono essere pari o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione;

2- non meno di 1/3 del personale assunto deve avere ottenuto o essere in procinto di ottenere un dottorato
deve essere laureato, ma con un’attività di ricerca certificata nell’ultimo triennio;

3- essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno una privativa relativa a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale.

I vantaggi

Quando sono rispettati i sei requisiti e almeno una delle tre condizioni di cui sopra, ci si trova di fronte a una start up innovativa che gode anche di parecchi vantaggi, non solo fiscali, che, per semplicità, elenchiamo di seguito:

1- esonero dai diritti camerali e dalle imposte di bollo;

2- assunzione di personale a tempo determinato da 6 a 36 mesi;

3- piani di stock-option;

4- incentivi fiscali per le persone fisiche che investono nelle start up;

5- Equity crowdfunding;

6- accesso gratuito al Fondo di Garanzia per PMI;

7- Fail-fast nel caso in cui la start up vada male.

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