La Banca Europea per gli Investimenti (BEI), ha annunciato il lancio di un programma di finanziamenti a supporto degli investimenti nel settore dell’agricoltura e della bioeconomia, ovvero nella catena del valore legata alla produzione e alla lavorazione di alimenti, materiali ed energia sulla base di risorse biologiche rinnovabili.

Bioeconomia e agricoltura: due priorità per l’Ue

“Le catene del valore dell’agricoltura e della bioeconomia sono fattori determinanti per l’economia europea” ha dichiarato il Presidente della BEI, Werner Hoyer, aggiungendo: “Il programma rafforzerà la competitività e creerà un elevato numero di posti di lavoro nelle aree rurali e nei piccoli centri abitati.

In questo modo potrà contribuire a porre un freno ai movimenti migratori tra campagna e città e, insieme ad altri progetti e misure, rappresenterà una soluzione allo spopolamento delle campagne sostenendo lo sviluppo economico rurale”.

Phil Hogan, Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, ha aggiunto: “Agevolare l’accesso ai finanziamenti per sbloccare investimenti nel settore agricolo è fondamentale per mantenere la leadership dell’Europa nel campo dei prodotti alimentari di qualità. Con il sostegno del Piano Juncker, il programma di investimenti della BEI rilancerà l’occupazione e la crescita dell’economia rurale europea”.

Il programma di finanziamenti rientra infatti in una più ampia serie di misure della BEI a beneficio di tali settori e sarà garantito attraverso il bilancio dell’Ue nel quadro del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), elemento cardine del Piano di investimenti per l’Europa della Commissione europea il cosiddetto Piano Juncker.

Un nuovo regolamento, entrato in vigore all’inizio del 2018, ha recentemente ampliato l’ambito di applicazione del FEIS, includendovi l’agricoltura sostenibile e la bioeconomia come settori specifici di intervento.

Budget e il periodo di attuazione del programma della BEI

Secondo quanto dichiarato da Andrew McDowell, Vicepresidente della BEI responsabile per la bioeconomia, si prevede che i 400 milioni di euro del programma potranno sostenere investimenti nel settore per oltre 850 milioni di euro in tutta Europa.

I progetti previsti nell’ambito del programma saranno attuati nel periodo 2018-2022.

Gli obiettivi del programma

Il programma intende contribuire alla promozione delle catene del valore della bioeconomia e al conseguimento delle finalità dell’Ue e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) in materia di ambiente e di economia verde a basse emissioni di carbonio.

Nonostante l’entità e l’importanza nell’economia europea, il settore dell’agricoltura e della bioeconomia è in gran parte costituito da aziende e cooperative difficili da raggiungere con lo strumento del prestito diretto e che usufruiscono di investimenti relativamente modesti.

Attraverso banche commerciali in tutta europea, la BEI si è già attivata con prestiti multibeneficiario, sostenendo l’attuazione di progetti da parte di agricoltori e di piccole e medie imprese attive nella bioeconomia.

Attraverso il programma, la BEI incrementerà il proprio impatto sul settore grazie al rafforzamento della competitività delle aziende europee che, disponendo di maggiori capacità e risorse per effettuare investimenti a lungo termine nell’innovazione, potranno sviluppare e commercializzare prodotti e servizi a maggior valore aggiunto.

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Cambio di rotta per lo strumento Innovalombardia

Linea Innovazione di Regione Lombardia: i contributi a corredo del finanziamento diventano in conto capitale

Con questa novità, divulgata martedì 10 Aprile, Regione Lombardia intende contribuire direttamente alle spese sostenute dalle imprese per la realizzazione degli investimenti oggetto dell’agevolazione con un contributo quantificato sulla base del finanziamento concesso nella misura massima di 250 punti base.

Chi sono i soggetti beneficiari?

Le PMI e le Mid Cap lombarde (imprese con un organico inferiore a 3.000 dipendenti) già costituite e iscritte al Registro delle Imprese da almeno 24 mesi alla data di presentazione della domanda.

Cosa finanzia?

Due le misure previste che ammettono progetti coerenti alla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale:

Sottomisura Prodotto

Finanzia i progetti di industrializzazione di un progetto di R&S finalizzato al miglioramento di un prodotto esistente (es. caratteristiche tecniche, componenti, materiali, software incorporati, facilità d’uso o altre caratteristiche funzionali) o alla realizzazione di un nuovo prodotto.

Sottomisura Processo

Finanzia i progetti finalizzati all’innovazione di processo attraverso l’introduzione di un metodo di produzione/distribuzione nuovo o sensibilmente migliorato.

Qual è il beneficio concesso?

L’agevolazione consiste in un:

A- Finanziamento

Importo: tra un minimo di € 300.000 e un massimo di € 7.000.000;

Copertura: fino al 100% delle spese sostenute;

Tasso di interesse: pari alla media ponderata dei tassi applicati alle risorse finanziarie messe a disposizione da Finlombarda e dagli intermediari convenzionati;

Durata: tra un minimo di 3 anni e un massimo di 7 anni incluso l’eventuale preammortamento;

Modalità di erogazione: tra il 20% e il 70% alla sottoscrizione del contratto di finanziamento. La restante quota a saldo a conclusione del progetto.

B- Contributo in conto capitale

Compatibilmente con il regime di aiuto applicato, fino ad un massimo di 250 punti base e comunque in misura tale da non superare il tasso definito per il finanziamento sottostante.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

Attualmente lo sportello è aperto e le domande potranno essere presentate sino ad esaurimento delle risorse e comunque non oltre le 12.00 del 31 dicembre 2019.

Come sono valutate le domande?

Per entrambe le misure è prevista una procedura valutativa a sportello.

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Lavoro: evitare la disoccupazione tecnologica

Dopo una rapida panoramica sulle misure agevolative rivolte alle imprese che investono in chiave 4.0, cerchiamo ora di capire come funzionerà il credito d’imposta su lavoro e formazione, tassello fondamentale per far sì che il Piano Impresa diventi pienamente operativo coinvolgendo il lavoratore ed evitando il rischio di disoccupazione tecnologica a cui è potenzialmente esposto.

Formazione 4.0

Gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Se è vero infatti che le aziende italiane hanno largamente investito in beni materiali e sistemi informatici (lo ha ricordato il Ministro Calenda a Torino durante la presentazione dei risultati 2017 del Piano), altrettanto non è stato fatto nella formazione dei lavoratori per i quali emerge il serio rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro se privi di competenze adeguate.

Come evitarlo?

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo formazione, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

In che modo?

Le aziende che avranno investito, nel corso dell’anno, in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

L’incentivo sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica. Per la sua operabilità, tuttavia si è in attesa del decreto attuativo.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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Bando Export e Regione Lombardia

Con il bando Export 4.0 arriveranno 5,5 milioni di euro dalla Regione Lombardia per accompagnare le imprese all’estero: le domande a partire dal 23 aprile 2018.

Con “Export 4.0” riprende il sostegno dalla Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo a favore delle MPMI, per sviluppare e consolidare la posizione sui mercati esteri attraverso l’accesso a piattaforme di e-commerce e la partecipazione a fiere, grazie a un contributo a fondo perduto del 50% dell’investimento.

Chi potrà richiederlo?

Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) del settore manifatturiero, costruzioni e servizi alle imprese con sede legale e/o operativa in Lombardia.

Cosa finanzierà?

Due le misure previste:

Misura A – volta a favorire l’accesso alle piattaforme e-commerce cross border gestite da operatori specializzati del mercato mediante l’apertura e/o il consolidamento di un canale commerciale per l’export dei propri prodotti tramite l’accesso a servizi specializzati per la vendita online b2b e/o b2c forniti da terze parti, che siano retailer, marketplace o servizi di vendita privata, a condizione che la transazione commerciale avvenga tra l’azienda e l’acquirente finale.

Non saranno ammessi progetti consistenti, anche solo parzialmente, nell’avvio, sviluppo o manutenzione di siti e/o app mobile e-commerce proprietari, salvo per quanto concerne esclusivamente la sincronizzazione tra tali siti e/o app e-commerce di proprietà dell’impresa richiedente e i canali specializzati di vendita online prescelti.

Misura B – volta a favorire la partecipazione in forma singola agli eventi fieristici esteri senza l’intervento di soggetti intermediari.

Qual sarà il contributo?

Misura A – Contributo a fondo perduto massimo di 6.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 6.000 euro.

Misura B – Contributo a fondo perduto massimo di 2.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 4.000 euro.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

La domanda per la prima finestra potrà essere presentata dalle 14.30 del 23 aprile 2018.

Come saranno valutate le domande?

Per la Misura A, è prevista una procedura valutativa a sportello, mentre per la Misura B, qualora l’ammontare delle domande ammissibili superi la disponibilità del bando, è invece prevista una procedura a sorteggio.

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4,7 miliardi di euro nei biocarburanti avanzati

È stato approvato dalla Commissione europea un regime di sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per l’Italia al fine di incentivare lo sviluppo della produzione e della distribuzione di biocarburanti avanzati, di seconda e terza generazione e in particolare di biometano.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo?

Il regime contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di energia e cambiamento climatico, supportando la transizione dell’Italia verso l’utilizzo di combustibili più rispettosi dell’ambiente.

La direttiva sulle energie rinnovabili chiede ai paesi membri dell’UE che, entro il 2020, almeno il 10% dell’energia consumata nel settore trasporti provenga da fonti rinnovabili.

L’accordo adottato è stato formulato in linea con la disciplina della Commissione europea in materia di concorrenza e aiuti di stato a favore dell’ambiente e dell’energia e sarà operativo nel periodo 2018-2022.

Che tipo di incentivi sono previsti?

Come è noto la produzione di biocarburanti e biometano avanzati ha costi di gran lunga maggiori rispetto a quella dei combustibili fossili.

Grazie al regime approvato dalla Commissione Europea, i produttori di biocarburanti riceveranno un sostegno per compensare i maggiori costi di produzione e per poter competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti.

Ulteriori incentivi saranno presto erogati ai produttori che decideranno di investire nel miglioramento della distribuzione e della liquefazione del biometano avanzato.

Gli agricoltori saranno inoltre agevolati nella produzione di biocarburanti da residui delle attività di settore per alimentare macchinari e veicoli agricoli.

Per maggiori dettagli vi invitiamo a consultare il comunicato stampa disponibile nel sito della Commissione Europea.

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Venerdì scorso abbiamo parlato delle origini del Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ciò che l’Italia ha messo in atto per renderlo pienamente operativo. In questo secondo articolo esamineremo le misure agevolative di maggior appeal per le aziende italiane rimandando al prossimo approfondimento l’affondo sul tema Lavoro 4.0.

Dopo un 2017 chiusosi con un saldo positivo nell’utilizzo, da parte delle imprese, degli incentivi governativi volti a favorire il processo di trasformazione del sistema Paese in un’ottica di crescita competitiva e innovazione tecnologica, la legge di Bilancio 2018 ha arricchito il paniere a disposizione degli imprenditori introducendo incentivi e strumenti volti a salvaguardare il capitale umano e la forza lavoro.

Super e Iper ammortamento: investire per crescere

Prorogate le maggiorazioni per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi: in caso di Superammortamento l’incremento d’aliquota scende al 30% del costo fiscale del bene e le date slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 30 giugno 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Nel caso dell’Iperammortamento, che ricordiamo premia l’industria in chiave 4.0, viene confermata la maxi maggiorazione del costo deducibile al 150% e i termini slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 31 dicembre 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Inoltre, per i soggetti che beneficiano dell’Iperammortamento, nel caso di investimenti in beni immateriali strumentali, si applica la maggiorazione del 40%.

Nuova Sabatini: credito all’innovazione

Stanziati 330 milioni di euro per il quinquennio 2018-2023, a favore della misura che permette alle aziende di fruire di un contributo a fondo perduto in conto impianti, che può variare dal 2,75% al 3,575% annuo -a seconda che si tratti di investimenti ordinari o investimenti in tecnologie digitali e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti-, calcolato sul valore del cespite a fronte di investimenti in macchinari e attrezzature.

Fondo di Garanzia: l’intervento statale a supporto di PMI e professionisti

Con questo strumento le PMI e i professionisti di ogni settore possono essere facilitati nell’accesso al credito per le operazioni finanziarie legate alla loro attività imprenditoriale grazie al rilascio, da parte del Fondo, di una garanzia statale in grado di abbattere il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro.

Credito d’Imposta R&S: premiare chi investe nel futuro

È lo strumento che mira a stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti al fine di garantire la competitività futura delle imprese attraverso il riconoscimento di un beneficio fiscale, utilizzabile anche in caso di perdite d’esercizio, pari al 50% su spese incrementali sostenute in Ricerca e Sviluppo e riconosciuto fino ad un massimo annuale di 20 milioni di euro sino al 2020.

Formazione 4.0: gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

Patent box: per dare valore ai beni immateriali

È lo strumento che, sino al 2020, introduce un regime opzionale di tassazione agevolata – riduzione aliquote Ires e Irap sino al 50% -, per i redditi derivanti dall’utilizzo e/o dalla cessione di opere dell’ingegno, da brevetti industriali, da marchi, disegni e modelli nonché da processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, al fine di favorire e mantenere in Italia l’investimento in attività di Ricerca e Sviluppo.

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Il 21 settembre dello scorso anno il Piano Nazionale Industria 4.0 (ora Impresa 4.0), ha compiuto 1 anno. Con esso sono stati numerosi gli strumenti automatici messi in campo dal Governo per permettere alle aziende di affrontare, pronte, la quarta rivoluzione industriale e favorire i processi di crescita e innovazione volti ad acquisire competitività e attrattività a livello globale.

Come ha ricordato il Ministro Calenda: “Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese che vogliono acquisire competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi”.

In questo articolo, primo di una serie di approfondimenti sull’argomento, parleremo delle origini del Piano e di quanto l’Italia stia mettendo in atto, in questi anni, per renderlo pienamente operativo.

L’espressione

L’espressione Industria 4.0 è un calco linguistico dall’inglese Industry 4.0, mutuato a sua volta dal tedesco Industrie 4.0, apparso per la prima volta alla nota fiera sulle tecnologie industriali Hannover Messe e successivamente utilizzato dal governo federale tedesco in varie occasioni per identificare i piani di investimento che miravano ad aggiornare l’industria tedesca.

Quei piani sono stati poi ripresi dai vari governi con nomi più o meno simili (Industrie du future, Smart Industry, Catapult, High Value Manufacturing, Piano Impresa 4.0 ecc), ecco perché la Germania è uno dei paesi all’avanguardia in questo processo di riconversione e aggiornamento che vede coinvolti i grandi gruppi industriali, le università e le start up innovative, tutti sotto la regia del governo federale tedesco.

In quasi tutti i paesi europei si sta assistendo a piani di riconversione e aggiornamento industriali volti a far entrare rapidamente le varie economie nazionali nella quarta rivoluzione industriale. Si tratta di piani avveniristici e molto ambiziosi, da cui dipenderà il futuro economico degli stati che ne beneficeranno.

Secondo uno studio effettuato dalla società di ricerca americana “Markets & Markets”, si stima che il valore complessivo di questa rivoluzione ammonterà a 152,31 miliardi di dollari entro il 2022, con un tasso di crescita annuale del 14,72%. Insomma, si parla di cifre molto importanti.

Piano Nazionale Impresa 4.0

In Italia Industria 4.0 è un modello di produzione e gestione aziendale dove gli elementi caratterizzanti sono connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e adattamenti in tempo reale. Tutto questo è caratterizzato dall’uso di macchinari collegati al web, analisi derivanti dalla rete e la possibilità di gestire con flessibilità e razionalità il ciclo produttivo.

Uno degli obiettivi che il Ministero dello Sviluppo Economico si è posto è quello di mobilitare circa 24 miliardi di euro tra investimenti privati, spesa privata in ricerca e sviluppo e volumi di investimento: tutto entro il 2020.

Per far ciò Impresa 4.0 prevede misure basate su tre linee guida:

operare in una logica di neutralità tecnologica;
intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali;
agire su fattori abilitanti.

Articolate nelle seguenti azioni:

Iper e Super Ammortamento;
Nuova Sabatini;
Fondo di garanzia;
Credito d’imposta R&S;
Start up e PMI innovative;
Patent box;
Centri di competenza ad alta specializzazione;
Tecnologie avanzate per l’impresa;
Centri di trasferimento tecnologico;
Formazione, consulenza e servizi.

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Con la legge di bilancio 2018 è prorogato sia il super sia l’iper ammortamento ovvero le misure agevolative che consentono ai titolari di reddito d’impresa con sede fiscale in Italia incluse le stabili organizzazioni di imprese residenti all’estero, indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano e agli esercenti arti e professioni di maggiorare le quote di ammortamento in relazione all’acquisto di beni strumentali nuovi.

Il super ammortamento è stato introdotto nel 2016, mentre l’iper ammortamento nel 2017. Entrambe le misure sono volte a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi e puntano a sostenere la trasformazione in chiave 4.0 delle imprese.

L’iper ammortamento prevede la possibilità di supervalutare del 250% gli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie acquistati o in leasing, per contro il super ammortamento dà la possibilità di super valutare del 130% gli investimenti strumentali nuovi acquistati o in leasing e del 140% degli investimenti in beni strumentali immateriali.

Novità 2018

Per quando concerne il super ammortamento la percentuale di maggiorazione del costo di acquisizione non è più del 40%, ma scende al 30%, sono inoltre esclusi dall’agevolazione gli investimenti in veicoli e in altri mezzi di trasporto.

Sono invece più sostanziose le modifiche che la legge di bilancio 2018 ha apportato all’iper ammortamento.

La principale novità è che se nel corso del periodo di fruizione della maggiorazione del costo si verifica il realizzo a titolo oneroso del bene oggetto dell’agevolazione, non viene meno la fruizione delle quote residue del beneficio, così come originariamente determinate, a condizione che, nello stesso periodo d’imposta del realizzo, l’impresa sostituisca il bene originario con un bene materiale strumentale nuovo avente caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori a quelle previste dalla legge di bilancio 2017 e che attesti l’effettuazione dell’investimento sostitutivo, le caratteristiche del nuovo bene e il requisito dell’interconnessione attraverso una dichiarazione resa dal legale rappresentante.

Un’altra importante novità è che per le imprese beneficiarie dell’iper ammortamento 2018, le disposizioni in materia di maggiorazione del 40% si applicano anche agli investimenti in beni immateriali strumentali effettuati entro il 31 dicembre 2018 ovvero entro il 31 dicembre 2019, a condizione che, entro la data del 31 dicembre 2018, il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Sono state inoltre modificate le liste dei beni ammessi, inserendo nuove tipologie di software.

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Come indicato dalla Borsa Italiana gli NPL (Non-Performing Loans) “sono attività che non riescono più a ripagare il capitale e gli interessi dovuti ai creditori. Si tratta in pratica di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell’esposizione”.

Gli NPL sono generalmente noti come crediti deteriorati e, nell’ultimo decennio, il loro peso ha avuto un aumento e di conseguenza un’incidenza sempre più importante per gli enti creditizi.

I crediti deteriorati sono di differenti tipi: le sofferenze, gli incagli e le esposizioni.

Sofferenze

Sono quei crediti la cui riscossione non è certa da parte degli intermediari che hanno erogato i finanziamenti perché i soggetti debitori risultano in stato di insolvenza (anche non conclamata) o in situazioni equiparabili. Gli enti creditori, per evitare questa situazione e i rischi che ne conseguono, sono tenuti ad accantonare riserve proporzionate al credito e al suo rischio.

Incagli

A differenza delle sofferenze, gli incagli rappresentano un rischio minore poiché si presuppone che il titolare del debito sia impossibilitato solo momentaneamente a onorare il proprio debito nei confronti dell’ente creditore. Questi NPL richiedono, quindi, un accantonamento di minor entità rispetto alle sofferenze.

Esposizioni

Oltre alle sofferenze e agli incagli il mondo dei crediti deteriorati conta le esposizioni ristrutturate e le esposizioni scadute o sconfinanti. Se le esposizioni ristrutturate sono esposizioni che una banca accumula a seguito di modifiche dei termini contrattali causate dal peggioramento della situazione finanziaria debitoria, le esposizioni scadute o sconfinanti sono tutte quelle non possono essere inserite nelle sofferenze, negli incagli o nelle esposizioni ristrutturate e risultano non onorate, a seconda dei casi, da oltre 90 o 180 giorni.

Centrale rischi

Per monitorare la situazione di tutti i debitori la Banca d’Italia ha creato la Centrale dei rischi, dove confluiscono tutti i dati relativi alle posizioni debitorie di ogni soggetto, permettendo agli enti creditizi di valutare il rischio globale e la solvibilità di ciascun cliente.

Le disposizioni della BCE

A livello europeo il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea stanno portando avanti una politica che mira a ridurre drasticamente la presenza degli NPL nei bilanci delle banche europee al fine di non vanificare gli sforzi compiuti, in questi anni, dagli stati membri e dalla BCE.

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L’Unione Europea è sempre più importante e presente nella vita delle imprese italiane non solo con comunicati, sanzioni o direttive, ma anche attraverso famosi e ambiti fondi europei, che danno alle imprese molte e interessanti opportunità, scopriamo di più sulla cosiddetta europrogettazione.

Parlando di europrogettazione, quindi di fondi europei, è essenziale tenere a mente che si dividono in due categorie: fondi diretti e indiretti. Ciascuno dei due tipi dà diritto a differenti vantaggi ed è quindi fondamentale imparare a conoscereli.

Fondi di finanziamento diretti

Iniziamo coi fondi diretti. Sono gestiti dalle Direzioni generali della Commissione Europea o da Agenzie Nazionali e si dividono in due categorie: fondi tematici o comunitari e strumenti per l’assistenza esterna.

Ogni anno la Commissione Europea pubblica sul suo sito e sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, i bandi di gara sulla base dei quali i candidati devono presentare, entro un termine determinato, una proposta di progetto per spese ancora non sostenute che corrisponda agli obiettivi perseguiti e soddisfi le condizioni richieste dal bando.

Una caratteristica, forse la principale, di questi finanziamenti è la necessaria creazione di una partnership transnazionale tra società o enti di almeno due stati membri dell’UE. Un’altra caratteristica da tenere a mente è che i fondi diretti non finanziano quasi mai la totalità dei costi di progetto, ma coprono una forbice che va dal 50% all’80% della spesa totale, indi per cui le aziende che richiedono l’accesso ai finanziamenti diretti devono avere la capacità economica che permetterà loro di sostenere le spese proposte eccedenti l’ammontare del fondo.

L’erogazione dei fondi avviene in due modi:

1- Sovvenzioni: contributi pensati per specifici progetti legati alle politiche dell’UE;

2- Appalti: conclusi da istituzioni comunitarie per l’acquisto di servizi, beni e opere per le loro attività, per esempio i corsi di formazione.

Fra i tanti programmi comunitari quelli più noti sono: Horizon 2020, Cosme, Life, Creative Europe.

Fondi di finanziamento indiretti

Sono i Fondi SIE, ovvero fondi strutturali e di investimento e benché siano finanziati dalla Commissione Europea sono gestiti dalle autorità nazionali e a seconda del tipo di autorità che li gestisce parleremo di PON (gestione ministeriale) o di POR (gestione regionale).

Questi fondi hanno l’obiettivo di ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali fra le regioni europee e sono erogati sotto forma di contributi a fondo perduto (i cosiddetti Voucher), finanziamenti agevolati, strumenti di garanzia del credito, sgravi fiscali, sgravi contributivi e interventi nel capitale di rischio.

I fondi indiretti sono cofinanziati dal Governo italiano, questo cofinanziamento fa sì che le risorse per le imprese, gli aspiranti imprenditori e gli enti, per il settennato 2014-2020, ammontino a circa 132.9 miliardi di euro (come riportato dal portale del Dipartimento delle Politiche di Coesione).

Gli avvisi pubblici sono emanati dalle finanziarie regionali e dagli altri enti eroganti e mirano sia allo sviluppo dell’imprenditorialità, sia allo sviluppo di iniziative esistenti per PMI e start up innovative.

Dal 2017 anche liberi professionisti e titolari di ditte individuali sono stati ammessi a presentare domanda per richiedere queste agevolazioni.

I fondi di finanziamento indiretti sono 5:

1- Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR)

2- Fondo Sociale Europeo (FSE)

3- Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)

4- Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP)

5- Fondo di Coesione (FC)

Il nostro paese ha accesso ai primi quattro, mentre al Fondo di Coesione hanno accesso esclusivamente i paesi con un reddito nazionale lordo molto basso ovvero Malta, Portogallo, Grecia, le repubbliche baltiche e i paesi dell’Est.

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