È online l’homepage di SpaceUp, il progetto europeo che mira ad accompagnare 60 startup innovative del settore spazio e non, lungo il percorso che conduce dallo sviluppo di un’idea di business fino al suo lancio sul mercato, favorendone il posizionamento come leader del settore a livello internazionale.

Quali sono gli orientamenti dell’Ue nel settore spazio?

Le tecnologie, i dati e i servizi spaziali sono diventati indispensabili nella vita quotidiana dei cittadini europei e sono fondamentali per consentire all’Europa di portare avanti i propri interessi strategici.

Grazie a consistenti investimenti, l’Ue dispone attualmente di un forte vantaggio nel settore spaziale e l’industria spaziale europea è una delle più competitive. Vi sono tuttavia molte nuove sfide e molti nuovi competitori a livello globale.

Con l’ultima proposta di budget per il periodo 2021-2027, l’Ue ha recentemente confermato una consistente quota di investimenti nel settore spazio, prevedendo  uno stanziamento di 16 miliardi di euroa sostegno di un programma spazialeche andrà a beneficiare particolarmente i programmi EGNOS e Galileo di navigazione satellitare (9,7 miliardi di euro) e il programma Copernicus di osservazione della terra (5,8 miliardi di euro).

Con il lancio di 4 nuovi satelliti, avvenuto il 25 Luglio scorso, l’Ue si avvicina sempre di più a raggiungere entro il 2020 la piena capacità operativa del programma Galileo che consentirà alle PMI e ai cittadini europei di accedere a diverse tipologie di servizi di navigazione e posizionamento quali ad esempio Galileo Open Service, un servizio gratuito di posizionamento, navigazione e cronometraggio; il servizio di ricerca e salvataggio di Galileo, che consente la localizzazione dei segnali di soccorso provenienti da un segnalatore abilitato; il servizio pubblico regolamentato Galileo, destinato alle autorità pubbliche per usi sensibili dal punto di vista della sicurezza (ad es. per operazioni militari).

Qual è l’obiettivo di SpaceUp?

Il progetto SpaceUp è allineato a questa strategia di investimenti e supporto per il settore spazio. L’obiettivo del progetto è di intercettare start-up innovative nel settore spazio e non, individuandone 60 tra quelle a più alto potenziale di successo.

Attraverso il supporto fornito alle start-up coinvolte, il progetto mira a:

  • consolidare il settore spazio in Europa;
  • aumentare l’utilizzo dei dati disponibili attraverso i sistemi di osservazione della terra a livello europeo (EGNOS, GALILEO, COPERNICUS);
  • incentivare l’adozione di soluzioni del settore spazio in altri settori e viceversa.

Come partecipare a SpaceUp?

Attraverso il sito web sarà possibile iscriversi alla Newsletter di SpaceUp per ricevere aggiornamenti ed informazioni puntuali sull’avanzamento del progetto e sulle attività svolte.

Sarà inoltre presto resa disponibile sul sito la domanda da compilare al fine di prendere parte alla selezione delle start-up che potranno usufruire dei servizi e del supporto altamente personalizzati che i partner del progetto metteranno a disposizione.

Che tipo di supporto riceveranno le start-up selezionate da SpaceUp?

Le start-up selezionate avranno accesso ad un primo pacchetto di servizi basati su un’analisi approfondita di aspetti quali risorse umane, definizione del business model, tutela della proprietà intellettuale, opportunità di accesso ai finanziamenti pubblici e privati, strategie di diversificazione e di inserimento in altri settori industriali.

A conclusione di questo processo, le start-up selezionate prenderanno parte alle Space Academies, sei eventi che avranno luogo in diverse location Europee all’interno di ecosistemi ad alta intensità di attività, progetti ed imprese del settore spazio.  Le Space Academies offriranno agli start-upper selezionati una ulteriore occasione di formazione, approfondimento, supporto, matchmaking, networking e incontro di investitori e business partner.

Chi sono i partner coinvolti?

Sotto il coordinamento del cluster Aviaspace di Brema, sono otto i partner che si affiancheranno ad IBS Consulting nelle attività del progetto: la European Trade Association for Business Angels, Seed Funds and Early Stage Market Players (EBAN), il Fraunhofer Institute for Production Systems and Design Technology (Fraunhofer IPK), l’International Association of Science Parks and Areas of Innovation (IASP), Gi Group, lo European Panel of Space SME Associations (SME4SPACE), la piattaforma di crowdfunding 200Crowd, il Consorzio di Ricerca Hypatia e Lazio Innova.

Richiedi un incontro con i nostri specialisti

In italiano si traduce come “catena di blocchi”, ma cosa è e a cosa serve davvero la blockchain?

La blockchain non è solo la tecnologia alla base di bitcoin e criptovalute; ma è un processo che ha potenzialità molto più ampie, utile ogni volta che è necessario gestire transazioni e trasmissione di informazioni riservate in maniera sicura e di farlo eliminando la necessità di una gestione centralizzata. 

Ha grandi potenzialità, anche se secondo alcuni esperti ci sono ancora alcune questioni aperte relative all’affidabilità. Come commenta Ferdinando Ametrano, professore di Bitcoin and Blockchain Technology di Milano Bicocca e Politecnico di Milano, sul palco di Cerved Next, infatti, nonostante le opportunità aperte dal cambio di paradigma,

«l’affidabilità del registro pubblico è un problema ancora aperto, risolto fondamentalmente solo per i bitcoin».

Come funziona blockchain nel caso dei bitcoin?

Nel caso dei bitcoin, la criptovaluta per eccellenza, è la relazione peer to peer che regola le transazioni connettendo i blocchi della catena a rendere il protocollo sicuro e funzionante. Un protocollo di convalida è infatti necessario per aggiungere un nuovo blocco alla catena ed ogni blocco, costituito da un gruppo di transazioni più recenti, contiene un puntatore che lo collega al blocco precedente e condivide il registro di tutte le informazioni.

Quanto è sicura la blockchain?

Ciò che rende sicura la tecnologia blockchain è il fatto che i dati presenti in un blocco non possono essere modificati retroattivamente senza che siano modificati anche i blocchi successivi, cosa che non può avvenire senza il consenso della rete.  In realtà, la vera forza della blockchain corrisponde al principio peer to peer e al registro condiviso. Naturalmente, come notano gli esperti, questo è anche una delle principali potenziali criticità: per risolvere la questione, nel caso dei bitcoin è stato inserito un incentivo in modo che i nodi della rete siano onesti e affidabili. 

Se l’estrazione di bitcoin era inizialmente possibile anche a normali pc, oggi i nodi possono essere risolti da centri di calcolo specializzati. Infatti l’emissione di nuovi bitcoin ha remunerato in modo crescente i miner, che hanno investito in sistemi di calcolo sempre più potenti e complessi, che hanno reso il network più sicuro, e accresciuto il valore della cripto-valuta. 

Blockchain: a chi può essere utile?

Come può intuire anche chi non è esperto di criptovalute, la tecnologia Blockchain ha grandi potenzialità ogni volta che in gioco è la necessità di trasferire informazioni in modo sicuro. In particolare, la rivoluzione consiste nel fatto che la sicurezza non è garantita da un organo centrale riconosciuto, che funziona da autorità, dal fatto che non esiste alcuna barriera di ingresso e alcun meccanismo di sicurezza centralizzato, ma che la sicurezza è diffusa e distribuita tra tutti gli attori della rete. Per questo, nonostante non manchino questioni relative alle garanzie dei protocolli di sicurezza, la tecnologia ha diverse potenzialità in molti settori.

Richiedi un incontro con i nostri specialisti

Nell’ambito dello European Innovation Council, la Commissione europea sosterrà 14 progetti per accelerare l’immissione sul mercato delle innovazioni sviluppate. Ciascun progetto riceverà circa 2 milioni di euro attraverso lo strumento “Fast Track to Innovation” ricompreso nello European Innovation Council e finanziato nell’ambito del programma europeo di Ricerca ed Innovazione Horizon 2020.

I 14 progetti coinvolgono 59 partner, tra cui piccole e medie imprese, partner industriali, università e organizzazioni senza scopo di lucro, provenienti da 18 paesi diversi. Grazie a questi finanziamenti e a un sostegno supplementare per l’accelerazione delle attività delle imprese, i progetti potranno portare avanti le loro attività di ricerca ed innovazione su prodotti e servizi da lanciare sul mercato.

Che cos’è lo strumento “Fast Track to Innovation”?

Lo strumento “Fast Track to Innovation” è una parte centrale dello European Innovation Council, che mira a supportare lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti, servizi, processi o modelli aziendali radicalmente innovativi che abbiano il potenziale di aprire nuovi mercati.

Lo strumento “Fast Track to Innovation” offre fino a 3 milioni di euro a consorzi composti da 3-5 partner, tra cui piccole e medie imprese (PMI), grandi imprese, centri di ricerca, università, organizzazioni di cluster, associazioni industriali, incubatori di imprese, investitori e settore pubblico.  Lo strumento si rivolge a tecnologie, concetti e modelli commerciali innovativi relativamente maturi e vicini al mercato.

Oltre al supporto finanziario, i partecipanti hanno accesso a servizi gratuiti di business coaching e di accelerazione.

Quali progetti sono stati selezionati?

All’ultima deadline del 31 maggio 2018 la Commissione europea aveva ricevuto 2016 proposte. Tra i progetti selezionati per il finanziamento figurano una tecnologia di riciclaggio per introdurre nelle linee di produzione gomma proveniente da pneumatici “a fine vita” come sostituto della gomma vergine, un sistema per il trattamento della fibrillazione atriale persistente, uno strumento di intelligenza artificiale che migliora la qualità video e diminuisce il volume di dati e traffico legati allo streaming video e una pompa di calore stirling per uso industriale ad alte temperature.

Quali sono le prossime deadline?

Le prossime deadline per la presentazione di proposte progettuali da finanziare attraverso lo strumento “Fast Track to Innovation” sono il 23 ottobre 2018 e il 21 Febbraio 2019.

 

Richiedi un incontro con i nostri specialisti

Con il decreto direttoriale del 1 agosto, il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato la proroga del termine per l’ultimazione delle spese relative agli interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e dell’ammodernamento tecnologico. Le imprese assegnatarie del Voucher digitalizzazione, infatti, potranno ultimare gli interventi entro il prossimo 14 dicembre 2018. 

La richiesta di erogazione potrà essere presentata dalle imprese assegnatarie del voucher che hanno provveduto al pagamento di tutte le spese fino al 14 marzo 2019. Resta invariato, invece, il termine di apertura della richiesta di erogazione: le imprese beneficiarie potranno presentare la richiesta a partire dal prossimo 14 settembre 2018. 

Il Voucher per la Digitalizzazione è una misura agevolativa dedicata alle micro, piccole e medie imprese che prevede un contributo di importo non superiore a 10 mila euro, per  interventi di digitalizzazione dei processi aziendali e di ammodernamento tecnologico. Finanzia interventi per migliorare l’efficienza aziendale, modernizzare i processi aziendali, sviluppare soluzioni e-commerce, organizzare interventi di formazione per il personale nel campo ICT.

Cosa devono fare le imprese?

Le imprese assegnatarie delle agevolazioni dovranno presentare la domanda di erogazione del voucher, con apposita procedura informatica che sarà disponibile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico a partire dal 14 settembre 2018. 

Alla domanda telematica, a cui potranno accedere i rappresentanti legali dell’impresa, dovranno essere allegati alcuni documenti: 

  • titoli di spesa, legati al progetto di digitalizzazione
  • liberatorie sottoscritte dai fornitori
  • estratti del conto corrente utilizzato per i pagamenti
  • Resoconto della realizzazione del progetto

Entro 30 giorni dal ricevimento della richiesta di erogazione il Ministero dello Sviluppo Economico effettuerà le verifiche. In particolare sarà controlla le completezza delle dichiarazioni dell’impresa e accertata la regolarità contributiva della stessa. 

Esclusione dall’erogazione

In alcuni casi è prevista l’interruzione dell’erogazione. Nel caso in cui il progetto sia stato realizzato apportando una significativa variazione rispetto a ciò che è stato dichiarato nella domanda di accesso, se il è stato modificato il soggetto beneficiario, nel caso in cui siano riscontrate irregolarità contributive. In tutti questi casi è prevista l’interruzione dell’erogazione del contributo.

Richiedi un incontro con i nostri specialisti:

 

 

Le piccole e medie imprese utilizzano solo in minima parte il sistema della proprietà intellettuale. La stragrande maggioranza delle PMI (99%) non possiede alcun brevetto, il 91% non possiede alcun marchio registrato e solo lo 0,7% possiede un design registrato. Nove PMI su dieci non sono quindi titolari di alcun diritto di proprietà intellettuale e solo pochissime possiedono titoli di proprietà intellettuale a livello europeo.

Questo si traduce spesso in una perdita notevole di opportunità di crescita e sviluppo. Le PMI che decidono di tutelare i propri diritti di proprietà intellettuale generano infatti il 32% di entrate in più rispetto ad imprese omologhe che non fanno altrettanto.

Molte PMI affermano di non possedere una conoscenza approfondita della proprietà intellettuale e di non essere in grado di valutare i vantaggi della sua tutela. D’altra parte i costi per garantire un livello di tutela adeguato possono essere elevati e implicano consulenze legali esterne. Le competenze tecniche di un consulente nella redazione delle domande di brevetto è tuttavia un passo necessario per garantire una protezione efficace.

Quale supporto in materia di proprietà intellettuale dal programma COSME?

Per rispondere a queste esigenze è necessario un servizio di consulenza che esamini tutti i prodotti e i servizi offerti dalle PMI e la loro strategia commerciale al fine di suggerire le modalità di tutela più adeguate della proprietà intellettuale. Un sistema di servizi per l’analisi preliminare della proprietà intellettuale è stato già sviluppato in alcuni paesi europei e costituisce un valido strumento di supporto alle PMI in questa materia.

Nel contesto del programma europeo per la Competitività delle PMI, COSME, è attualmente aperto un bando per finanziare progetti ed azioni che mirino a facilitare l’accesso delle PMI ad una maggiore tutela della proprietà intellettuale.

I soggetti finanziati attraverso il bando dovranno svolgere delle attività di informazione sui vantaggi derivanti dall’uso dei diritti di proprietà intellettuale e sulle opportunità legate al nuovo brevetto unitario. Le azioni dovranno inoltre supportare direttamente le PMI rimborsando una parte dei costi associati al deposito dei brevetti.

A chi si rivolgeranno le attività dei progetti finanziati attraverso il bando COSME?

Per massimizzare l’impatto, le azioni finanziate dal bando COSME dovranno concentrarsi sulle imprese altamente innovative, quali ad esempio le PMI che detengono il “Seal of Excellence” del programma Horizon 2020 o le imprese che abbiano un elevato potenziale di sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale.

Che tipo di attività di supporto saranno fornite?

I progetti finanziati dovranno quindi garantire la fornitura di servizi di informazione, amministrativi e di rimborso in materia di tutela della proprietà intellettuale. Il sostegno alle PMI sarà quindi articolato in:

• Consulenza gratuita e analisi preliminare per le PMI al fine di agevolare la valutazione del potenziale associato alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale per lo sviluppo della loro attività;
• Sostegno mediante la copertura parziale dei costi relativi al deposito di brevetti che coprono più di due paesi presso l’Ufficio europeo dei brevetti, nella misura del 75% della tassa sul brevetto europeo e fino a un massimo di 2.500 euro per impresa;
• Sostegno mediante il cofinanziamento dei costi di consulenza legale esterna da parte di consulenti in materia di proprietà intellettuale per la preparazione delle domande di brevetto e delle procedure amministrative, nella misura del 50% dei costi della consulenza legale e fino ad un massimo di 2 000 EUR per impresa.

Per ulteriori informazioni visitare la pagina del bando disponibile qui.

Contattaci per parlare con i nostri specialisti

L’impatto della trasformazione digitale, che è diffusa in tutti i settori e sta modificando le logiche di tutti i mercati, non sta naturalmente risparmiando nemmeno il settore bancario e non è un caso che Fintech sia una delle buzzword più frequenti del momento.

Tra start up innovative che spingono al massimo l’acceleratore sull’innovazione, big player del web con grandi capitali da investire in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi, come si stanno muovendo le banche italiane?

Il report di Abi sulle banche italiane e il fintech

Un report realizzato da Abi, l’associazione Bancaria Italiana, dimostra che la maggioranza delle banche italiane crede nelle opportunità del fintech e si stia muovendo in una logica di partnership con aziende che operano in prima fila sull’innovazione.

Dal report emerge infatti che il 63,3% del campione di banche italiane analizzato ha attivato partnership con player dell’innovazione digitale per la realizzazione di nuovi servizi e prodotti. È l’evidenza più concreta che anche gli operatori tradizionali del settore bancario non stanno sottovalutando la sfida dell’innovazione e si stanno muovendo concretamente per coglierne le opportunità.

Ancora, la rilevazione di marzo mette in evidenza che più di 3 su 10 degli istituti hanno avviato altre strategie per sfruttare al meglio le possibilità della rivoluzione digitale e per non perdere le opportunità aperte dal fintech. In particolare, la ricerca dimostra che il 33,3% delle banche ha in corso attività di Ricerca e Sviluppo condivise con aziende Fintech, mentre il 26,7% partecipa a iniziative di Open Innovation, come Hackathon o Appathon. Ancora, più del 20% delle banche appartenenti al campione analizzato hanno interesse per joint ventures e investimenti nel capitale della aziende Fintech.

Una risposta ai grandi player del web

La logica che muove queste scelte strategiche è, si legge nella relazione, legata a “delineare una risposta rispetto ai grandi player del web nella certezza che l’innovazione per la banca non solo passa da centri di competenza interni ma anche dall’interazione con soggetti esterni quali fintech, nuclei di ricerca, clienti e fornitori”. La consapevolezza della necessità di orientare la e aprirsi alle opportunità dell’innovazione è diffusa anche tra gli operatori tradizionali del settore bancario, ma è fondamentale dare concretezza a questa consapevolezza.

È decisivo, infine, che le soluzioni proposte propongano l’innovazione in modo sinergico a quanto viene definito in Europa. 

Come si legge, infatti, nella relazione dell’Assemblea Abi 2018: 

Se non si sfruttano appieno le potenzialità del “fintech” si corre il rischio di perdere rapidamente terreno nei confronti dei nuovi operatori, spesso soggetti a minori oneri regolamentari, e dei giganti della tecnologia che si sono già affacciati sul mondo del credito e della finanza.

Contattaci e uno dei nostri specialisti ti guiderà tra le nuove opportunità della digitalizzazione:

[contact-form-7 id=”208″ title=”Contatti”]

Martedì 17 luglio il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto che le imprese assegnatarie dei Voucher per l’Internazionalizzazione che hanno perfezionato la trasmissione del contratto di servizio possono procedere alla domanda di erogazione del contributo.

Sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, a questo link, le aziende possono accedere alla procedura utilizzando le stesse credenziali utilizzate per la trasmissione del contratto di servizio. 

Gli step da seguire per presentare la domanda sono i seguenti: 

1. accedere alla sezione Attuazione misure

2. selezionare la misura TEM e la classificazione “TEM” e la classificazione “Voucher D.D. 18_09_2017”

3. selezionare l’opzione “Richiesta di erogazioni” e ed effettuare il caricamento dei documenti

4. generare, firmare ed inviare la lettera di trasmissione dei documenti caricati

L’istanza di erogazione deve essere presentata entro 60 giorni dal termine di conclusione del contratto di servizio. Nel caso in cui sia stato assegnato il contributo aggiuntivo di 15 mila euro, il termine è il 31 maggio 2019.

Cos’è il Voucher per l’Internazionalizzazione?

Il Voucher per l’Internazionalizzazione è un contributo che sostiene la crescita delle PMI italiane sui mercati esteri, facilitando l’accesso ai servizi di consulenza. 

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto che copre le spese sostenute per la consulenza di una società di di Temporary Export Manager (TEM), una figura che agisce effettuando analisi e ricerche di mercato, individuando potenziali partner commerciali e industriali utili all’acquisizione di nuovi clienti, offre assistenza legale, organizzativa, contrattuale e lavora per migliorare le competenze del personale interno in materia di mercati internazionali e internazionalizzazione di impresa.

I voucher sono diversificati in:

Voucher “early stage”: un contributo di 10.000 euro a fronte di un contratto di servizio con una società TEM del valore minimo di 13.000 euro (al netto di IVA);

Voucher “advanced stage”: un contributo di 15.000 euro a fronte di un contratto di servizio con una società TEM del valore minimo di 25.000 euro (al netto di IVA). 

Contributo aggiuntivo: I beneficiari del “voucher advanced stage” possono richiedere un ulteriore contributo di 15.000 euro se raggiungono i seguenti obiettivi:

• incremento del fatturato export di almeno il 15%

• incidenza pari almeno al 6% (sul totale del fatturato) del volume d’affari derivante da operazioni verso paesi esteri

Richiedi un incontro con i nostri specialisti:

Quale ruolo per le fabbriche intelligenti in Horizon Europe?

La proposta della Commissione Europea per il prossimo programma quadro di Ricerca ed Innovazione, Horizon Europe, esprime rinnovate ambizioni con riguardo alla tematica delle fabbriche intelligenti, particolarmente attraverso la continuità che si intende dare al partenariato europeo pubblico-privato delle Fabbriche del futuro.

Nonostante l’assenza di una focus area o di un pilastro specifico, l’inclusione dell’industria nel pilastro dedicato alle sfide globali e alla competitività industriale ne sottolinea la rilevanza per l’economia, l’ambiente e la società europei. Nel contesto della trasformazione in corso dell’industria manifatturiera, l’inclusione di un cluster per l’area digitalizzazione e industria e la relativa dotazione finanziaria proposta di 15 miliardi di euro, sono elementi che indicano la priorità e l’importanza strategica attribuite alle fabbriche intelligenti.

L’accento posto dalla proposta per il nuovo programma Horizon Europe sul sostegno a progetti di ricerca e innovazione con un significativo aspetto dimostrativo rappresenta un segnale di approvazione per l’approccio attualmente promosso nell’ambito del partenariato europeo pubblico-privato delle Fabbriche del futuro.

Come contribuire alla definizione delle strategie europee sulle fabbriche intelligenti?

In questo quadro e al fine di fornire un contributo al nuovo programma quadro, l’associazione europea per le fabbriche del futuro – EFFRA, che rappresenta il lato privato del partenariato europeo delle Fabbriche del futuro ha avviato una consultazione online.

Attraverso la consultazione, EFFRA mira a raccogliere opinioni e pareri che possano contribuire a definire e strutturare le future priorità di ricerca e innovazione e le linee di sviluppo strategiche per il settore delle fabbriche intelligenti.

A chi è rivolta la consultazione sulle Fabbriche del futuro?

La consultazione europea lanciata da EFFRA è rivolta in primo luogo al mondo dell’industria, della ricerca e dell’università, ma è potenzialmente aperta ad un pubblico più ampio di stakeholders e altre tipologie di attori interessati alla tematica.

Come contribuire alla consultazione sulle Fabbriche del futuro?

Per fornire un contributo alla consultazione lanciata da EFFRA occorre registrarsi e accedere all’Innovation portal di EFFRA. La consultazione è disponibile nella sezione “Profile” dopo aver effettuato l’accesso. Il termine per la presentazione dei contributi è il 14 settembre 2018.

Chiedi un incontro con i nostri specialisti

Startup: una realtà in forte aumento

Nonostante lo scarso contributo dei mercati finanziari, l’Italia ha ormai un numero importante di startup innovative, che si distribuiscono nella Penisola riflettendo la struttura tipica dei distretti manifatturieri. Per comprendere questa geografia è importante comprendere il contributo del Corporate Venture Capital, gli investimenti delle imprese mature in Startup innovative.

Dal 2012, grazie ad una sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative, l’Italia si è dotata di un sistema di incentivi con lo scopo di favorire l’innovazione e la produttività del sistema economico italiano. Oggi, per quanto il numero di startup che producono innovazione sia cresciuto, l’impatto di quest’innovazione sulla crescita e la produttività del Paese è ancora basso.

Quante sono le startup innovative?

Secondo i dati di Infocamere a giugno 2018 sono iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese 9.328 startup innovative. In realtà, solo una parte delle imprese che producono innovazione sono di fatto iscritte alla sezione speciale del registro, in parte perché ne ignorano l’esistenza, perché non soddisfano tutti i requisiti o perché non sono interessate ai vantaggi dell’iscrizione. Secondo diverse ricerche, ci sono almeno 14 mila startup innovative, tra quelle iscritte e quelle non iscritte al registro, in crescita del 12% rispetto al numero stimato due anni fa (fonte Cerved).

Dove si collocano le startup innovative?

Sulla distribuzione geografica delle startup influisce fortemente il (mancato) sostegno da parte dei mercati finanziari: la quasi totale assenza dell’apporto del venture Capital (97 milioni di dollari investiti in Italia contro gli 894 milioni della Francia, i 761 milioni del Regno Unito e i 447 milioni della Spagna per fare un esempio) costringe le imprese a cercare altre forme di sostegno finanziario.

Questa assenza è parzialmente compensata dal Corporale Venture Capital, cioè dagli investimenti delle imprese mature in startup innovative. Naturalmente, questo influisce pesantemente sulla geografia delle imprese innovative che sono raccolte nei distretti industriali, dove tradizionalmente si concentra la capacità produttiva e la tradizione manifatturiera italiana. È così che le imprese si concentrano nel Nord del Paese, seguono la dorsale adriatica e sono in ritardo nel Mezzogiorno.

Ecco quella che, ad oggi, si conferma come la via italiana all’innovazione: sistemi di innovazione aperta in cui l’innovazione è guidata dalle imprese che tradizionalmente hanno capacità manifatturiera, accesso ai mercati finali e alle risorse finanziarie.

Hai fondato una Startup e vorresti conoscere le possibilità di finanziarla?

Contattaci

Lo European Innovation Council è lo strumento che, all’interno del Programma Horizon 2020, sostiene le piccole imprese e i protagonisti della ricerca con ambizioni e idee innovative permettendogli di scalare i mercati internazionali. Unisce e coordina i diversi attori coinvolti nel contesto del Programma Europeo per la ricerca e l’innovazione, permettendo agli imprenditori che sanno innovare radicalmente di accedere alle risorse finanziarie e alle opportunità di consulenza e networking. 

Nella scadenza di aprile, la seconda dopo che la Commissione ha deciso di introdurre una fase di verifica realizzata con un’intervista a Bruxelles delle migliori proposte precedentemente selezionate, le aziende italiane hanno ottenuto un ottimo risultato: delle quindici che dopo la valutazione preventiva del proprio progetto erano state invitate al colloquio, nove hanno superato il confronto con la Commissione, ottenendo un finanziamento a fondo perduto da 1 a 3 milioni di euro. 

Si tratta di due notizie positive per le imprese italiane. Da un lato, infatti, l’Italia è risultata il Paese con il maggior numero di aziende premiate: è un segnale importante dopo che nel primo round di interviste di febbraio solamente due imprese erano state finanziate. Ma, ancora più importante, è l’evidenza che gli imprenditori italiani sono a loro agio nel sostenere un colloquio davanti a una commissione, sostenendo un colloquio che somiglia molto di più a un pitch davanti a un venture capitalist che non un colloquio con un direttore di Banca, con cui i protagonisti del tessuto economico di piccole e medie imprese italiane hanno sicuramente più dimestichezza. 

Ma come ci si prepara alla selezione? 

Alcuni importanti consigli sono raccolti in questo articolo del Sole 24 Ore, che ha ascoltato le voci degli imprenditori, sia di quelli i cui progetti sono stati approvati sia di quelli rimandati. Spesso – confessano gli intervistati –  alcune domande della Commissione possono sorprendere, soprattutto al primo incontro. Non è un caso che per due dei vincitori, questa non fosse la prima intervista: il precedente incontro aveva permesso loro di affinare alcuni dettagli e punti deboli della presentazione e del progetto.

Da molte testimonianze emerge, poi, l’importanza di cerare la giusta empatia con la commissione, facendo attenzione a diversi aspetti: la tecnologia, il modello di business, la scalabilità. Infine, non è necessario che gli imprenditori ambiscano alla disruption tecnologica o a prospettive di crescita tipiche di alcune esperienze della Silicon Valley: le ultime occasioni, infatti, dimostrano la disponibilità europea a investire in forme diverse e più tradizionali di innovazione incrementale. 

Di Horizon 2020, all’interno del quale si inserisce lo European Innovation Council, fa parte anche il Programma Space-Up, di cui IBS Consulting è uno dei partner. Il programma ha l’obiettivo di finanziare le startup, i migliori progetti e idee imprenditoriali del settore aerospaziale e guidarle nelle diverse fasi di sviluppo del business. Aggrega un ampio network di esperti in grado di guidare le imprese selezionate con servizi di consulenza strategica, coaching e mentoring personalizzato, facilitando l’accesso alle risorse di Horizon 2020.

Vuoi sapere quali opportunità riserva alle imprese lo European Innovation Council di Horizon 2020?

Richiedi un incontro con i nostri specialisti

[contact-form-7 id=”208″ title=”Contatti”]