In apparenza le misure a favore dei progetti di innovazione di piccole e medie imprese e startup contenute nella Legge di Bilancio 2019 sembrano invertire la rotta rispetto ad alcuni elementi decisivi della politica economica dei governi precedenti, come il Piano Industria 4.0, riconosciuto da molti come un effettivo sostegno alla crescita.

Alcuni osservatori fanno tuttavia notare che oltre alle ombre il testo contiene anche alcune luci, tra cui, ad esempio, provvedimenti a sostegno di startup e società ad alto contenuto di innovazione tecnologica. In questo approfondimento, pubblicato su crowdfundingbuzz.it, Fabio Allegreni illustra, ad esempio, nel dettaglio i provvedimenti, confrontandoli con quanto fatto fino ad ora. 

Il primo dato che emerge dal contributo è che, a partire dall’approvazione del “decreto crescita 2.0” del 2012, il cammino fatto in favore dell’innovazione è stato “denso e dirompente”.

Alcuni dei principali provvedimenti a favore delle startup sono i seguenti: 

  • istituzione di startup e PMI innovative (con tutti i relativi vantaggi)
  • equity crowdfunding
  • Smart&Start e Invitalia Ventures
  • fondo di garanzia per le startup innovative (erogati 357 milioni di euro a 1.117 società, di cui solo 9 in sofferenza)
  • super e iper ammortamento per investimenti in “Industria 4.0”
  • credito d’imposta del 50% (fino a un massimo di 500k) per le spese di consulenza finalizzate alla quotazione in borsa.

Dopo aver elencato la lunga strada percorsa fino qui, l’approfondimento evidenza che il testo della Legge di Bilancio contiene anche alcuni aspetti positivi che proseguono nel solco positivo tracciato dagli interventi di politica economica dei precedenti governi. Vanno in questo senso, lo stanziamento di 30 milioni all’anno per 3 anni a favore di fondi di VC che investono 85% in PMI non quotate e 15% in quotate; lo stanziamento di 15 milioni per 3 anni a favore delle imprese che investono in Artificiai Intellegence, Internet of things e Blockchain; il Voucher per il 50% (fino a max 40k) per tutte le aziende che si dotano di un “innovation manager” che offra prestazioni consulenziali specialistiche per la trasformazione tecnologica e digitale e, in particolare, l’ammodernamento degli asset gestionali e organizzativi e l’accesso ai mercati finanziari e dei capitali. 

Naturalmente, oltre a questi, ci sono anche alcuni aspetti negativi già segnalati da molti commenti preoccupati: viene infatti ridotto l’Iperammortamento per alcuni tipi di investimento e non viene rinnovato il Superammortamento per i beni strumentali tradizionali. Anche se, alcuni emendamenti in discussione in Parlamento sembrano segnalare l’apertura degli stessi esponenti della maggioranza di governo ad aprire a forme di sostegno più decise.

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Con decreto direttoriale del 20 novembre 2018, il Ministero dello sviluppo economico ha stabilito i termini e le modalità per la presentazione delle domande di agevolazione per il Bando “Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita”.
Se il decreto del 27 settembre, di cui avevamo scritto qui, aveva stabilito termini e modalità per la presentazione delle proposte progettuali per la realizzazione di progetti sperimentali tra 5 e 40 milioni di euro, il decreto direttoriale del 20 novembre ha stabilito le regole per la procedura valutativa a sportello per i progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, con un importo non inferiore agli 800 mila e non superiore ai 5 milioni ai euro.
Le domande potranno essere presentate dal 22 gennaio 2019 e dovranno prevedere la realizzazione di attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzate alla realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali nell’ambito dei settori applicativi “Fabbrica intelligente” e “Agrifood”. 

Beneficiari della misura

Il Bando “Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita” si rivolge alle imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca. Per i soli progetti congiunti possono essere tra i soggetti beneficiari anche le imprese agricole che esercitano le attività di cui all’art. 2135 c.c.
Le agevolazioni possono essere concesse nella forma del contributo alla spesa e al finanziamento agevolato.

Agevolazioni concesse

Le agevolazioni sono concesse nella forma del finanziamento agevolato, per una percentuale nominale pari al 20 % di costi e spese ammissibili, e nella forma del contributo diretto alla spesa, per una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili. 

Sono anche concesse nella forma del contributo diretto alla spesa, per una percentuale nominale dei costi e delle spese ammissibili nella misura che segue: 

Per i costi e le spese relative alle attività di ricerca industriale:

  • 60 per cento per le imprese di piccola dimensione;
  • 50 per cento per le imprese di media dimensione;
  • 40 per cento per le imprese di grande dimensione;
  • 47 per cento per gli Organismi di ricerca;

Per i costi e le spese relative alle attività di sviluppo sperimentale:

  • 35 per cento per le imprese di piccola dimensione;
  • 25 per cento per le imprese di media dimensione;
  • 15 per cento per le imprese di grande dimensione;
  • 22 per cento per gli Organismi di ricerca. 

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Ricerca e innovazione: Regione Lombardia lancia una Call da 70 milioni

Regione Lombardia ha stanziato 70 milioni di euro per la “Call Hub Ricerca e Innovazione”. L’obiettivo dell’intervento è il sostegno di progetti strategici di ricerca, sviluppo e innovazione in grado di potenziare gli “ecosistemi lombardi della ricerca e dell’innovazione quali hub territoriali della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione a proiezione internazionale”.

La Call prosegue l’attuazione della Legge Regionale 29/2016 “Lombardia è ricerca e Innovazione”, il cui obiettivo di lungo termine è il sostegno delle forme di open innovation e la massimizzazione delle opportunità di crescita delle imprese attraverso il confronto collaborativo con risorse esterne, startup, centri di ricerca, università, amministrazioni pubbliche. All’interno di questo contesto, la misura interviene a sostegno dello sviluppo di fattori abilitanti per rafforzare la capacità innovativa del territorio, le infrastrutture della ricerca e innovazione, e favorire la maturazione tecnologica e il trasferimento tecnologico e delle conoscenze.

La struttura della call richiama quella che ha visto il successo degli Accordi per la Ricerca. L’obiettivo è infatti lo stesso: promuovere sinergie lungo tutta la filiera, pubblica e privata, e indurre effetti positivi su tutto il mondo produttivo.

Come riporta Innovation Post, infatti, Fabrizio Sala, vice presidente e assessore, ha commentato:

“È un bando innovativo che aprirà a gennaio e si chiuderà a fine marzo, poi andrà in negoziazione e il termine massimo per l’avvio dei progetti è a 30 mesi. Premiamo le eccellenze, le idee che abbiamo nelle università, nei Centri di ricerca e nelle aziende in linea con la nostra impostazione che vede in primo piano il trasferimento tecnologico”

Soggetti ammissibili

Possono accedere alla Call Partnernariati formalizzati attraverso uno specifico Accordo di collaborazione e composti da minimo 3 e massimo 8 soggetti, autonomi tra loro, di cui almeno una PMI e un organismo di ricerca/università.

Interventi ammissibili

Per essere ammissibili alla Call i progetti dovranno afferire ad una delle 7 aree di Specializzazione della S3 (AdS) o nel driver trasversale di sviluppo: smart cities and communities. E cioè le seguenti: Aerospazio, Agroalimentare, Eco-industria. Industrie creative e culturali, Industria della Salute, Manifatturiero Avanzato, Mobilità sostenibile.

Spese Ammissibili

Sono ammissibili le spese previste dall’art. 25 del Reg. (UE) 651/2014. E cioè le seguenti: Spese di personale, Costi relativi a strumentazione e attrezzature nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto; Costi relativi agli immobili nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto, con un massimale del 15% del costo complessivo del progetto; Costi per la ricerca contrattuale, le conoscenze e i brevetti acquisiti o ottenuti in licenza da fonti esterne alle normali condizioni di mercato, nonché costi per i servizi di consulenza e servizi equivalenti utilizzati esclusivamente ai fini del progetto; Costi indiretti, massimo 15% delle spese di personale.

Fino a 5 milioni per ogni progetto

Ciascun partnerariato e, quindi, ciascun progetto potrà ricevere un’agevolazione fino a un massimo di 5 milioni di euro. Al contempo il vantaggio potrà avere un’intensità massima pari al 60% delle spese ammesse per le piccole imprese, al 50% per le Medie e al 40% per le Grandi Imprese e gli organismi di ricerca.

Qui la scheda sintetica della misura.

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I dati dell’ultimo Osservatorio MECSPE sul primo semestre del 2018 confermano che il settore manifatturiero italiano si sta trasformando profondamente grazie alla svolta digitale, evolvendo in chiave 4.0.

Il report evidenzia, infatti, che negli ultimi anni il processo di digitalizzazione ha coinvolto oltre 6 aziende su 10, in un panorama che vede digitalizzata quasi la metà delle imprese (47,4%), interamente (37,8%) o anche solo in alcuni nodi (9,6%).

L’87,6% degli imprenditori intervistati ritiene di avere un livello di conoscenza medio-alto rispetto alle opportunità tecnologiche e digitali sul mercato, mentre il 21,2% afferma che investirà nel 2018 tra il 10% e il 20% del proprio fatturato in ricerca e innovazione.

Il trend degli investimenti

Gli imprenditori confermano le intenzioni di investimento nelle nuove tecnologie abilitanti, già in larga parte adottate dalle PMI della meccanica e della subfornitura, che fino ad oggi hanno investito in sicurezza informatica (89,2%), connettività (79,7%), cloud computing (67,1%), robotica collaborativa (35,4%), simulazione (31%), big data (29,1%), produzione additiva (28,5%) l’Internet of Things (27,8%). La realtà aumentata è stata privilegiata dal 15,2%, così come i materiali intelligenti, mentre le nanotecnologie dal 7%.

L’importanza delle tecnologie nel processo di trasformazione digitale non mette in secondo piano la centralità del capitale umano: oltre la metà del campione (54,8%), infatti, ritiene che le persone abbiano sempre un ruolo fondamentale nei processi e che siano il vero driver del cambiamento. Per il 36%, invece, fondamentali sono le tecnologie ma solo se supportate da un’adeguata preparazione professionale.

Maruska Sabato, Project Manager di MECSPE, commenta così la situazione: “Questo trend – il fatto che quasi 9 aziende su 10 si dicano disposte a investire nei prossimi anni nella trasformazione della loro impresa in una Fabbrica Intelligente ndr – indica grande attenzione e forte interesse nei confronti delle tecnologie abilitanti, percepite oramai in maniera diffusa come un utile strumento per migliorare sistemi e processi produttivi. La sfida che bisogna affrontare adesso è quella della formazione: occorre aumentare il livello di competenze digitali di tutti gli operatori del manifatturiero, affinché si possano cogliere, nel più efficace dei modi, le opportunità offerte dalla tecnologia”.

Le nuove figure professionali

Tra gli effetti positivi attesi di questa situazione, il 63,2% prevede che la trasformazione digitale porti fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 71,2% prospetta lo stesso risultato per ciò che riguarda la riduzione dei costi.

Ma quali sono le figure professionali che stimoleranno e guideranno il processo di innovazione in azienda, rendendo possibili i risultati attesi? Per il 37,2% del campione intervistato, il driver principale del cambiamento sarà l’imprenditore. A seguire, il Direttore o il responsabile IT per il 14,9%, il Direttore tecnico per l’8,1%, il Direttore R&D per il 6,1%.

Saranno queste le figure principali fondamentali per superare la resistenza e il freno il freno al cambiamento che gli intervistati attribuiscono per il 46,2% all’incertezza del rapporto tra investimenti e benefici, all’arretratezza delle imprese con cui si collabora per il 43,1%, e che il 29,2% motiva con la mancanza di competenze interne.

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In occasione del suo decimo anniversario e della sua trasformazione in sportello unico europeo per l’innovazione, lo European Insititute of Innovation & Technology (EIT) ha recentemente premiato una selezione di giovani imprenditori ed innovatori da tutta Europa.

La cerimonia di premiazione degli EIT Awards 2018 tenutasi a Budapest ha visto quindi protagonisti innovatori talentuosi nel settore dell’energia, della salute, del cibo e delle materie prime.

Le tipologie di premi

EIT Change

Il premio EIT CHANGE si rivolge ai migliori laureati dei programmi di formazione dello EIT. Al vincitore viene conferito un grant di 20.000 EUR. Il vincitore di quest’anno è Simone Accornero, CEO e co-fondatore di FlexiDAO (con sede a Barcellona, Spagna), un software che automatizza l’elaborazione e lo scambio di dati energetici, combinando per la prima volta tracciabilità e trasparenza.

EIT Innovators

Il premio EIT Innovators si rivolge invece a team che hanno sviluppato prodotti o servizi ad alto impatto. Il team riceve un grant di 50.000 euro. Il vincitore di quest’anno è il team guidato da Ioannis Tarnanas, Presidente e CSO di Altoida (con sede a San Diego e Lucerna). L’Alzheimer’s Disease Prediction Service (ADPS) da loro sviluppato è una delle prime soluzioni convalidate in grado di prevedere il rischio di Alzheimer per le persone con più di 50 anni.

EIT Venture

Il premio EIT Venture si rivolge a start-up e scale-up di successo e conferisce un grant di 50.000 EUR. Il vincitore di quest’anno è Bieke Van Gorp, Chief Business Development Officer e co-fondatore di Qompium NV. Qompium (con sede a Hasselt, Belgio) ha sviluppato FibriCheck, un’applicazione mobile che consente agli utenti di rilevare la fibrillazione atriale e di adottare misure preventive.

EIT Woman

Il premio EIT Woman si rivolge alle innovatrici più talentuose e conferisce un grant di 20.000 euro. La vincitrice di quest’anno è Isabel Hoffmann, CEO di Tellspec LTD (supportata da EIT Food) che ha sviluppato un sensore rapido, portatile ed economico per testare la qualità e il decadimento del pesce bianco crudo e l’uso fraudolento dell’acqua in eccesso nel pesce congelato.

EIT Public

Il premio EIT Public viene conferito sulla base di voti espressi in tutta Europa. La vincitrice di quest’anno è Laura Soucek, fondatrice e CEO di Peptomyc S.L. (con sede a Barcellona, Spagna), una soluzione basata su un peptide che può servire come nuova opzione di trattamento del cancro.

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La Commissione europea propone il nuovo programma InvestEU

In vista del prossimo bilancio a lungo termine dell’UE, la Commissione ha proposto di istituire il programma InvestEU (attivo dal 2021 al 2027), che accorperà i finanziamenti dell’UE attualmente disponibili in un’unica struttura in grado di fornire prestiti e garanzie ai suoi beneficiari.

Attirando investimenti pubblici e privati, InvestEU potrebbe generare oltre 650 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi in tutta l’UE in un periodo di 7 anni.

Il programma ricalcherà il modello rappresentato dal piano di investimenti per l’Europa, il FEIS. Con InvestEU, la Commissione intende stimolare l’occupazione, gli investimenti e l’innovazione in Europa, incentivando la trasparenza e la crescita del settore privato.

In accordo con quanto dichiarato dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, grazie al piano di investimenti per l’Europa sono già stati mobilitati 290 miliardi di euro di investimenti e finanziate ben 635.000 piccole imprese. InvestEU mira inoltre a realizzare obiettivi quali la sostenibilità, l’eccellenza scientifica e l’inclusione sociale, dando agli Stati membri la possibilità di beneficiare dei fondi UE attraverso il fondo di garanzia.

Il Fondo InvestEU consisterà in un solo programma dotato di identità propria e requisiti coerenti, che verranno estesi a tutti i fruitori del sistema di finanziamento, inclusi gli intermediari finanziari. Infine, il carattere fortemente centralizzato del programma aiuterà a evitare le sovrapposizioni e agevolerà la cooperazione nello svolgimento delle attività di finanziamento e consulenza.

Tre strumenti faranno parte del programma InvestEU

1. Il Fondo InvestEU promuoverà gli investimenti sia pubblici che privati nell’UE per ovviare al calo di investimenti che ostacola la crescita in Europa. Il fondo permetterà di mobilitare investimenti pubblici e privati tramite una garanzia del bilancio dell’UE di 38 miliardi di euro, che sosterrà i progetti di investimento di partner finanziari quali la Banca europea per gli investimenti (BEI) e altri, accrescendone la capacità di rischio.

Il fondo consentirà anche di promuovere settori diversi in modo flessibile, ossia adattandosi alle diverse priorità politiche e condizioni di mercato.

InvestEU darà sostegno a quattro settori:

  • infrastrutture sostenibili;
  • ricerca, innovazione e digitalizzazione;
  • piccole e medie imprese;
  • investimenti sociali e competenze.

La BEI, in qualità di banca pubblica dell’UE, continuerà ad essere il partner finanziario principale della Commissione.

A essa potranno aggiungersi altre istituzioni finanziarie internazionali attive in Europa, quali la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la Banca mondiale, la Banca del Consiglio d’Europa e le banche di promozione nazionali. In tal modo si potranno utilizzare al meglio le competenze locali, nazionali ed europee dei nostri partner finanziari.

Infine, il Fondo InvestEU aiuterà gli Stati membri nell’utilizzo dei fondi UE loro destinati, ad usufruire della garanzia dell’UE, rafforzando gli investimenti nazionali e regionali. Essi potranno aumentare la copertura della garanzia dell’UE convogliando fino al 5% dei fondi loro assegnati nel quadro della politica di coesione.

2. Il Polo di consulenza InvestEU integrerà i 13 diversi servizi di consulenza disponibili in un solo sportello di supporto e fornirà assistenza tecnica per favorire la preparazione, l’organizzazione e l’implementazione di progetti, prestando particolare attenzione allo sviluppo delle capacità.

Lo scopo è quello di stimolare la crescita del numero di beneficiari per nuovi segmenti di mercato, soprattutto nel caso in cui le dimensioni ridotte del singolo progetto facciano aumentare i costi di attuazione dello stesso.

Nelle sue attività di supporto tecnico, il polo di consulenza InvestEU prenderà in considerazione le specificità dei mercati negli Stati che usufruiscono del Fondo di coesione e aiuterà a creare un maggior numero di progetti. InvestEU si pone inoltre l’obiettivo di raggiungere un equilibrio geografico, recando vantaggio a tutti gli Stati membri senza distinzioni in termini di grandezza o sviluppo dei rispettivi mercati.

3. Il Portale dei progetti di investimento europei riunirà i più importanti investitori e promotori ed incentiverà lo sviluppo di progetti di investimento in tutta l’Unione Europea.

Il portale divulgherà una grande quantità di dati facilmente accessibili ed immediatamente utilizzabili, assicurando una forte visibilità ai progetti, e fornendo agli investitori nuove occasioni di investimento. A tale proposito, sarà istituito un comitato per consentire alla Commissione di rivolgersi ai propri partner finanziari e agli Stati membri nella fase iniziale di strutturazione dei progetti di investimento, di condividere dati e informazioni andando di pari passo con l’evoluzione dei mercati.

La Commissione dovrà accertare che i progetti proposti rispettino le norme dell’UE. Solo quelli che risultano conformi potranno passare alla fase successiva di verifica ed essere soggetti alla valutazione attenta di una squadra di progetto incaricata di assicurare il soddisfacimento dei criteri qualitativi e di due diligence.

Quali sono i requisiti di ammissibilità per i progetti?

Il regolamento finanziario stabilisce i requisiti di ammissibilità dei progetti: essi, innanzitutto, avranno bisogno dell’approvazione dell’UE; dovranno essere economicamente sostenibili e dovranno saper attrarre nuovi investitori, idealmente anche privati; dovranno inoltre fornire un supporto all’attuazione delle politiche dell’UE.

La Commissione auspica che un accordo sul bilancio complessivo a lungo termine dell’UE e sulle relative proposte settoriali sia raggiunto in tempi brevi al fine di garantire che i fondi dell’UE comincino subito a dare benefici. Un eventuale ritardo potrebbe provocare un ulteriore calo di investimenti pubblici e privati nell’UE ostacolando gli obiettivi di crescita, occupazione ed innovazione negli Stati membri.

Per maggiori informazioni sul programma InvestEU è possibile consultare il sito UE disponibile qui.

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Con Decreto del 27 settembre 2018, il Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato al 27 novembre l’apertura x per il Bando “Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della vita” , un’agevolazione in favore dei progetti di ricerca e sviluppo promossi nell’ambito delle aree tecnologiche Fabbrica Intelligente, Agrifood e Scienza della vita, coerenti con la Strategia Nazionale di specializzazione intelligente, approvata dalla Commissione Europea nell’aprile del 2016. 

Qual è l’obiettivo del Bando?

L’obiettivo del Bando è sostenere la valorizzazione economica dell’innovazione e lo sviluppo di collaborazione tra imprese, centri e organismi di ricerca in tre diversi ambiti di specializzazione: Fabbrica intelligente, con soluzioni legate al management di sistemi produttivi più recenti, Scienze dalla Vita, per aziende in ambito eHealth e biotecnologico, e Agrifood, per soluzioni legate alle tecnologie alimentari, al packaging e alla riduzione degli scarti.

Come funziona e a chi è rivolto il Bando?

L’agevolazione sarà erogata secondo due diverse procedure valutative, una a sportello e una negoziale. Alla procedura valutativa a sportello saranno ammessi progetti con costi compresi tra 800mila e 5 milioni di euro, mentre a progetti con costi superiori, e fino a un massimo di 40 milioni, sarà riservata la procedura valutativa negoziale.

Complessivamente al bando sono assegnate 562 milioni, ripartite per territorio, settore applicativo e procedura. Possono presentare richiesta centri di ricerca e imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, artigiane, agroindustriali e servizi all’industria. Le agevolazioni, concesse nella forma del contributo alla spesa e del finanziamento agevolato, possono essere richiesta a partire dal 27 settembre 2018. 

Contattaci e ti guideremo nella presentazione della domanda:

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Entro l’aprile del 2020 sarà operativo il progetto pilota che permetterà di agganciare lo stabilimento di Alfa Acciai al sistema del teleriscaldamento di Brescia, per recuperare il calore prodotto dal ciclo produttivo dell’impianto di San Polo e utilizzarlo per contribuire al riscaldamento delle abitazioni dei bresciani.

Il progetto segue il solco già tracciato dall’esperienza simile di Ori Martin, che nell’autunno 2016 aveva lanciato iRecovery, un sistema per recuperare il calore dei fumi del forno elettrico e produrre energia termica in grado di alimentare, appunto, il sistema del teleriscaldamento cittadino. Entrambi i progetti sono parte di una più ampia strategia di A2A Calore e Servizi per agganciare ben 5 acciaierie al teleriscaldamento, riducendo la dipendenza del sistema dal termovalorizzatore che oggi copre il 65% del fabbisogno e sfruttando, anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale, i grandi soggetti industriali cittadini. 

I partner in gioco

Oltre ad A2A e Alfa Acciai, gli altri soggetti coinvolti nello sviluppo del programma di recupero dell’energia dai siti produttivi sono Siat Italia, società leader nella produzione di generatori a recupero termico, DH planet, azienda attiva nello sviluppo di sistemi per il recupero di calore, e il Centro di Ricerca dell’Università di Brescia. Insieme ad A2A e Alfa Acciai, questi partner hanno sottoscritto un accordo per sviluppare un piano e partecipare al bando regionale (2,8 milioni a fondo perduto) dedicato allo sviluppo di tecnologie sostenibili: la Giunta regionale ha da poco approvato lo schema del partenariato che sarà guidato da A2A Calore e Servizi ed avrà il supporto di IBS Consulting.

I dettagli del progetto

Gli obiettivi del progetto rimangono gli stessi di quello già concretizzatosi con Ori Martin: efficientamento dei siti produttivi, utilizzo del calore di scarto del processo produttivo, riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Fabrizio Sala, vicepresidente regionale con delega all’innovazione spiega che «gli impatti positivi sul territorio saranno sia in termini di incremento dell’efficienza dei siti produttivi, sia in termini di impatto ambientale, con il recupero energetico e la riduzione delle emissioni in atmosfera di anidride carbonica, monossido di carbonio e ossidi di azoto».

Se, oggi, Ori Martin contribuisce al fabbisogno della rete del teleriscaldamento per circa il 3%, le prime stime indicano che il contributo di Alfa Acciai potrebbe essere anche leggermente superiore, arrivando a scaldare circa 5.000 abitazioni.

Ecco gli approfondimenti di Giornale di Brescia e BresciaOggi sul progetto.

La community digitale dello European Innovation Council è in continua crescita e può ora riunirsi online attraverso una piattaforma esclusiva. Le imprese finanziate nel contesto dello European Innovation Council, ovvero attraverso SME Instrument, Fast track to innovation, Open e Horizon Prizes, potranno ora creare nuove connessioni, condividere idee e incontrare potenziali partner e investitori in un nuovo spazio digitale dedicato.

A cosa serve la piattaforma online dello EIC?

La nuova piattaforma online mira a diventare uno sportello unico per gli alumni dello European Innovation Council, ma anche per gli investitori e altre imprese, dove tutti questi attori potranno interagire tra loro sulla base del profilo, degli interessi e degli obiettivi commerciali. La piattaforma online dello EIC fungerà anche da portale di accesso per tutti i servizi di accelerazione delle imprese, compresa la registrazione agli eventi, l’accesso ai contatti e ad un servizio di feedback.

Le aziende finanziate nel contesto dello EIC saranno in grado di scambiare informazioni con potenziali partner e altre imprese attraverso storie, ricerche tematiche e discussioni. La piattaforma consentirà loro di elencare gli attuali obiettivi di business sul loro profilo e di partecipare allo strumento ScaleUp EU – un servizio automatico di match-making basato sul profilo delle aziende e degli investitori.

Un’altra interessante caratteristica che sarà offerta dai moderatori della piattaforma online dello EIC è una lista di eventi organizzati o promossi dai membri in gruppo, dando così accesso ad opportunità di networking rilevanti per tutti i beneficiari dello EIC.

Una volta lanciata, la piattaforma sarà aperta alle imprese pilota EIC, ma anche ad altri attori quali la comunità di supporto, compresi i project officer, i membri della giuria di valutazione della fase 2 dello EIC, i coach aziendali e gli investitori che operano nei paesi che partecipano al programma quadro di Ricerca ed Innovazione Horizon 2020.

Gli inviti ad aderire alla piattaforma saranno inviati a tutti i beneficiari e ai servizi di supporto.

Se non hai accesso, ma ti senti in linea con il profilo, contatta il team di supporto attraverso la comunità EIC.

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Blockchain: siete pronti?

Il 27 settembre anche l’Italia aderirà al parternariato europeo sulla blockchain.

Il ministro Luigi Di Maio ha comunicato la notizia lo scorso 10 settembre riferendo alle commissioni riunite di Attività produttive, Lavoro e Affari Sociali le linee programmatiche del governo.
L’Italia era in ritardo su un progetto lanciato lo scorso aprile a cui avevano aderito 22 paesi Europei: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo,  Regno Unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia.
Mancava l’Italia, che ora si aggiunge alla partnership volta a promuovere lo scambio di competenze e il lancio di applicazioni attraverso il mercato unico digitale europeo.
A beneficiarne saranno sia il settore pubblico che quello privato.

Call for Experts

Il ministro ha anche annunciato una Call for Experts per redigere una strategia nazionale per favorire sperimentazioni e testare sul campo la tecnologia. Per questo, come riporta Innovation Post, Di Maio ha aggiunto:

“Stiamo lanciando una call for experts per redigere una strategia nazionale sia per la blockchain che per l’intelligenza artificiale. Coinvolgeremo le migliori menti del Paese e il Parlamento sarà chiamato a esprimersi sui temi di matrice etica che l’Intelligenza Artificiale e le macchine pongono”.

Cos’è la Blockchain?

La blockchain – ne avevamo scritto qui – è la tecnologia alla base dei bitcoin, la criptovaluta più famosa e discussa. È una tecnologia che ha grandi potenzialità ogni volta che in gioco c’è la necessità di trasferire informazioni in modo sicuro, attraverso un protocollo di sicurezza diffuso a tutti i nodi della rete. Per quanto si tratti di una tecnologia e di una soluzione molto recente, ha grandi potenzialità anche se, notano gli esperti, rimangono aperte alcune questioni relative alla sua sicurezza. 

Resta comunque una delle soluzioni più promettenti su cui si basano le potenzialità della trasformazione digitale. 

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