Lunedì 3 dicembre il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una circolare di chiarimento sui termini dell’applicazione del credito d’imposta formazione 4.0. In particolare il testo del Mise ha spiegato il termine per il deposito dei contratti collettivi aziendali o territoriali, i caratteri dell’ammissibilità della formazione on line e le regole del cumulo del credito d’imposta con altri incentivi alla formazione.

Il documento permette così a imprese e addetti ai lavori di ottenere risposte più precise su temi importanti, anche se queste riguardano un provvedimento di cui, al momento, non sono previsti né proroga né rinnovo. In attesa di avere dettagli più precisi sulle sorti dell’incentivo, il Ministero ha comunque chiarito la situazione riguardo al 2018.

Qui di seguito gli aspetti più interessanti della circolare.

Condizioni di applicabilità del credito d’imposta

Anzitutto la circolare ricorda che il testo del decreto attuativo del provvedimento prevede che per accedere al beneficio lo svolgimento delle attività formative nelle “tecnologie 4.0” deve essere “espressamente disciplinato in contratti collettivi aziendali o territoriali, depositati, nel rispetto dell’articolo 14 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 151, presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente”. 

Dunque, il credito di imposta si applica alle attività formative finalizzate all’acquisizione o al miglioramento delle competenze in tecnologie rilevanti nel processo di trasformazione digitale che siano svolte a partire dal 1 gennaio 2018. I contratti relativi alla formazione possono essere depositati sul sito internet istituzionale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali all’indirizzo http://www.lavoro.gov.it/, anche dopo lo svolgimento delle attività formative, ma comunque entro la data del 31 dicembre 2018.

Ammissibilità della formazione “on line” o “e-learning”

Diverse richieste pervenute al Ministero hanno riguardato la possibilità di riconoscere l’applicabilità del beneficio anche nel caso in cui le attività formative siano organizzate e svolte in modalità di e-learning. La circolare specifica che il credito può essere applicato anche ai corsi e alle lezioni online; tuttavia, dal momento che questa modalità formativa pone obblighi particolari riguardanti il controllo dell’effettivo svolgimento dell’attività, lo stesso testo precisa la necessità di un efficace controllo dell’effettiva presenza del personale dipendente alle attività. La struttura dei corsi deve dunque prevedere specifici momenti di verifica, “consistenti – continua il testo ministeriale – nella proposizione di quesiti non particolarmente complessi, a intervalli di tempo irregolari non prevedibili dall’utente. Tali quesiti debbono essere, inoltre, attinenti all’argomento oggetto della formazione a distanza della sessione e devono prevedere una struttura a risposta multipla”.

Cumulo con altri incentivi 

La circolare precisa, poi, che l’incentivo è cumulabile con altre misure aventi oggetto le stesse spese ammissibili, nel rispetto dell’intensità massima di aiuto prevista dal regolamento n. 651/2014 per gli aiuti alla formazione.

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Nel Documento Programmatico di Bilancio, inviato la scorsa settimana dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria a Bruxelles, è scritto chiaramente che l’Iper Ammortamento sarà rinnovato ma con un importante adeguamento al ribasso, passando dall’attuale 250% al 175%. 

Nella Tabella III (denominata “Misure Discrezionali Adottate Dalle Amministrazioni Pubbliche”) del documento redatto dal governo, di cui si discute da giorni e che ha provocato la replica delle istituzioni europee, a cui peraltro non si è fatta attendere la controreplica dell’esecutivo italiano, inviata proprio oggi, compare infatti il rinnovo di una delle agevolazioni chiave del Piano Industria 4.0, sicuramente la più apprezzata.

Presentata come “Proroga del bonus fiscale sugli ammortamenti connessi agli investimenti in macchinari e attrezzature effettuati nel 2019 per contribuire al rinnovamento del capitale produttivo delle imprese, con alcune modifiche nell’entità”, la misura consiste in realtà di un allungamento di un anno e di una sostanziale riduzione dell’incentivo: si tratterà infatti di “proroga con riduzione per il 2019 del regime dell’Iper ammortamento (175% + 120% software)”. 

Secondo le indicazioni contenute nel documento, anche il Super Ammortamento cambierà in modo abbastanza sostanziale: la misura prevista non è infatti il Super Ammortamento che ha caratterizzato il Piano Impresa 4.0 fino ad oggi, ma una maggiorazione dell’ammortamento dei beni immateriali previsti nell’Allegato B. 

A compensare la riduzione dell’entità di Super e Iper Ammortamento arriva la Mini Ires: dal 2019, le aziende che assumeranno lavoratori potranno sfruttare un regime agevolato che riduce l’aliquota IRES dal 24% al 15%, per la quota di utili reinvestita in beni strumentali nuovi e in una nuova occupazione. 

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I dati dell’ultimo Osservatorio MECSPE sul primo semestre del 2018 confermano che il settore manifatturiero italiano si sta trasformando profondamente grazie alla svolta digitale, evolvendo in chiave 4.0.

Il report evidenzia, infatti, che negli ultimi anni il processo di digitalizzazione ha coinvolto oltre 6 aziende su 10, in un panorama che vede digitalizzata quasi la metà delle imprese (47,4%), interamente (37,8%) o anche solo in alcuni nodi (9,6%).

L’87,6% degli imprenditori intervistati ritiene di avere un livello di conoscenza medio-alto rispetto alle opportunità tecnologiche e digitali sul mercato, mentre il 21,2% afferma che investirà nel 2018 tra il 10% e il 20% del proprio fatturato in ricerca e innovazione.

Il trend degli investimenti

Gli imprenditori confermano le intenzioni di investimento nelle nuove tecnologie abilitanti, già in larga parte adottate dalle PMI della meccanica e della subfornitura, che fino ad oggi hanno investito in sicurezza informatica (89,2%), connettività (79,7%), cloud computing (67,1%), robotica collaborativa (35,4%), simulazione (31%), big data (29,1%), produzione additiva (28,5%) l’Internet of Things (27,8%). La realtà aumentata è stata privilegiata dal 15,2%, così come i materiali intelligenti, mentre le nanotecnologie dal 7%.

L’importanza delle tecnologie nel processo di trasformazione digitale non mette in secondo piano la centralità del capitale umano: oltre la metà del campione (54,8%), infatti, ritiene che le persone abbiano sempre un ruolo fondamentale nei processi e che siano il vero driver del cambiamento. Per il 36%, invece, fondamentali sono le tecnologie ma solo se supportate da un’adeguata preparazione professionale.

Maruska Sabato, Project Manager di MECSPE, commenta così la situazione: “Questo trend – il fatto che quasi 9 aziende su 10 si dicano disposte a investire nei prossimi anni nella trasformazione della loro impresa in una Fabbrica Intelligente ndr – indica grande attenzione e forte interesse nei confronti delle tecnologie abilitanti, percepite oramai in maniera diffusa come un utile strumento per migliorare sistemi e processi produttivi. La sfida che bisogna affrontare adesso è quella della formazione: occorre aumentare il livello di competenze digitali di tutti gli operatori del manifatturiero, affinché si possano cogliere, nel più efficace dei modi, le opportunità offerte dalla tecnologia”.

Le nuove figure professionali

Tra gli effetti positivi attesi di questa situazione, il 63,2% prevede che la trasformazione digitale porti fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 71,2% prospetta lo stesso risultato per ciò che riguarda la riduzione dei costi.

Ma quali sono le figure professionali che stimoleranno e guideranno il processo di innovazione in azienda, rendendo possibili i risultati attesi? Per il 37,2% del campione intervistato, il driver principale del cambiamento sarà l’imprenditore. A seguire, il Direttore o il responsabile IT per il 14,9%, il Direttore tecnico per l’8,1%, il Direttore R&D per il 6,1%.

Saranno queste le figure principali fondamentali per superare la resistenza e il freno il freno al cambiamento che gli intervistati attribuiscono per il 46,2% all’incertezza del rapporto tra investimenti e benefici, all’arretratezza delle imprese con cui si collabora per il 43,1%, e che il 29,2% motiva con la mancanza di competenze interne.

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Sul sito del Dipartimento per l’informazione e l’editoria sono state pubblicate le risposte ad alcune richieste di chiarimento pervenute a proposito del Credito di Imposta in materia pubblicitaria, di cui avevamo scritto qui.

Il Credito di imposta su investimenti pubblicitari incrementali è un’importante agevolazione fiscale che permette alle imprese, ai lavoratori autonomi e agli enti non commerciali di ottenere un’agevolazione fiscale nella forma del credito di imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali (con incremento minimo dell’1% rispetto agli stessi investimenti nell’anno precedente). La misura dell’agevolazione corrisponde al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati e si eleva al 90% nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e startup innovative. 

Ecco alcune delle precisazioni pubblicate

Dove è possibile reperire la documentazione e avere aggiornamenti sulle modalità per ottenere l’agevolazione?

Il modello di “comunicazione telematica” e le istruzioni per la compilazione sono disponibili sul sito internet del Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sul sito della Agenzia delle Entrate. Eventuali aggiornamenti saranno pubblicati sugli stessi siti. 

Quali sono le spese ammissibili all’agevolazione? È possibile usufruire del Credito di Imposta per investimenti pubblicitari anche per l’acquisto di spazi per affissioni o banner online?

Il credito di imposta è riconosciuto solo per gli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulle emittenti radiofoniche o televisive locali, analogiche o digitali, iscritte al Registro degli operatori di comunicazione,
sui giornali quotidiani o periodici, cartacei o digitali, iscritti presso il Tribunale competente.
Non sono quindi ammesse al credito di imposta le spese sostenute per altre forme di pubblicità, come grafiche pubblicitarie su cartelloni fisici o pubblicità su vetture o apparecchiature.

È possibile ottenere l’agevolazione anche se l’anno precedente l’investimento in pubblicità è stato pari a zero?

Non è possibile accedere al credito di imposta se gli investimenti pubblicitari dell’anno precedente sono stati pari a zero. Sono esclusi perciò, quei soggetti che nell’anno precedente a quello per il quale si richiede il beneficio non abbiano effettuato investimenti pubblicitari così come quelli che hanno iniziato l’attività nel corso dell’anno per il quale si richiede il beneficio.

Precisazione sulla specifica “gli stessi mezzi di informazione” dell’anno precedente

Il valore incrementale dell’investimento si riconosce sugli “analoghi investimenti” effettuati sugli “stessi mezzi di informazione”. Il Dipartimento chiarisce che, con analoghi investimenti, sono intesi investimenti sullo stesso canale informativo, cioè sulle radio e televisioni locali analogiche o digitali, da una parte,
sulla stampa cartacea ed online, dall’altra, e non sulla singola emittente o sul singolo giornale.

Queste sono solo alcune delle risposte alle domande di chiarimento giunte al Dipartimento. L’elenco completo si può trovare a questo link.

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Il 27 settembre il Ministro Luigi Di Maio ha confermato l’intenzione di rinnovare gli incentivi in tema di industria 4.0, con particolare riguardo a iper e super ammortamento. Il vicepremier ha anche ribadito la necessità, già introdotta dai precedenti governi, di ampliare la visione che originariamente aveva destinato la misura alla manifattura, per facilitare l’accesso anche a soggetti non necessariamente legati al settore manifatturiero. Ancora, il ministro ha aggiunto che una delle necessità più impellenti del piano è facilitare l’accesso ai fondi alle piccole e medie imprese.

Da Bruxelles, dove si trovava per la firma del parternariato europeo sulla blockchain, il ministro ha infatti confermato che:

“il Governo intende rinnovare i programmi di super e iper ammortamento e di Industria 4.0. Che per noi diventa Impresa 4.0. In particolare intendiamo abbassare i tetti dei fondi in modo da spostare l’accesso verso le piccole e medie imprese, perché le grandi hanno finora cannibalizzato i finanziamenti. Quei programmi saranno rinnovati”.

Naturalmente non c’è ancora alcuna certezza, ma dalle dichiarazioni rilasciate in questa e in altre occasioni dal ministro, e dalle parole di altri esponenti del governo, le intenzioni dell’esecutivo sembrano abbastanza chiare. Anzitutto, c’è la volontà di confermare il piano di incentivi avviato dai governi precedenti. In secondo luogo, l’intenzione di estendere il piano al di là del settore manifatturiero, parlando perciò di Impresa 4.0 invece che di Industria 4.0 (anche questa, operazione già avviata dall’ex ministro Calenda).

Ancora, le parole di Luigi Di Maio sottolineano chiaramente l’obiettivo di coinvolgere in misura maggiore le piccole e medie imprese nella fruizione dei vantaggi. Queste non sono mai state, naturalmente, escluse dalle misure, ma per diverse ragioni hanno fruito in maniera minore dei vantaggi.
Per raggiungere questo obiettivo ci sono due ipotesi allo studio dei tecnici: la prima è quella di creare aliquote diverse a seconda del valore dell’investimento, la seconda di fissare un tetto all’entità dell’incentivo. Ancora, il piano del governo potrebbe riguardare un mix delle due ipotesi: ci sarebbero cioè sia aliquote diverse a seconda dell’entità dell’investimento, sia un tetto massimo all’incentivo. 

Aliquote e incentivi 

In un articolo del Sole 24 Ore sono riportati alcuni possibili numeri che riguardano sia le aliquote più probabili che l’entità degli incentivi. Secondo questi numeri l’iperammortamento salirebbe al 280% per investimenti fino a 500mila euro, resterebbe al 250% per investimenti tra i 500mile e i 2milioni, scenderebbe al 200% per investimenti tra i 2 e i 10 milioni e al 150% tra 10 e 30 milioni, che sarebbe – riportano alcune fonti – il tetto massimo all’investimento. 

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Bando Al Via: cos’è?

Dopo che i fondi stanziati in precedenza si erano esauriti il 25 maggio 2018, Regione Lombardia ha rifinanziato il Fondo di Garanzia con altri 10 milioni di euro, che garantiscono ulteriori 42 milioni di euro di finanziamenti messi a disposizione da Finlombarda e da Banche convenzionate.

Il Bando Al Via è un’iniziativa che sostiene nuovi investimenti da parte delle PMI, per rilanciare il sistema produttivo e facilitare l’uscita dalla crisi socio-economica, grazie a un finanziamento a medio lungo termine, e una garanzia a valere su un Fondo di Garanzia dedicato e un contributo a fondo perduto in conto capitale.  

Il Bando si compone di due linee, la Linea Sviluppo Aziendale e la Linea Rilancio Aree Produttive.

Linea di Sviluppo Aziendale

La Linea di Sviluppo Aziendale finanzia piani di sviluppi aziendale, dedicati all’ammodernamento e all’ampliamento produttivo. Questa linea si rivolge alle PMI lombarde già costituite e iscritte al Registro delle imprese da almeno 24 mesi alla data di presentazione della domanda, nei settori manifatturiero, costruzioni, trasporti e servizi alle imprese e di imprese agromeccaniche.

Il regime di aiuto potrà essere concesso all’interno del Regolamento de minimis
all’interno del Regolamento di esenzione. L’intervento finanziario si caratterizza come contributo a fondo perduto in conto capitale. 

Sono ammissibili alla Linea Sviluppo Aziendale i soli progetti realizzati nel territorio della Regione Lombardia, per le seguenti tipologie di spesa:

a) acquisto di macchinari, impianti specifici e attrezzature, arredi nuovi di fabbrica necessari per il conseguimento delle finalità produttive;

b) acquisto di sistemi gestionali integrati (software & hardware);

c) acquisizione di marchi, di brevetti e di licenze di produzione;

d) opere murarie, opere di bonifica, impiantistica e costi assimilati, anche finalizzati all’introduzione di criteri di ingegneria antisismica.

 

Linee Rilancio Aree Produttive

La linea Rilancio Aree Produttive finanzia investimenti per lo sviluppo aziendale basati su programma di ammodernamento e ampliamento produttivi legati ai piani di riqualificazione e riconversione territoriale delle aree produttive. 

La linea di investimento si rivolge alla stessa tipologia di PMI a cui si rivolge la Linea Sviluppo Aziendale, e può essere concesso sia nel rispetto del Regolamento de minimis che nel rispetto del Regolamento di esenzione.

Sono ammissibili alla Linea Aree Produttive le seguenti tipologie di spesa, sostenute successivamente alla data di presentazione della Domanda, funzionali alla realizzazione del progetto stesso:

a) acquisto di macchinari, impianti specifici e attrezzature, arredi nuovi di fabbrica necessari per il conseguimento delle finalità produttive;

b) acquisto di sistemi gestionali integrati (software & hardware);

c) acquisizione di marchi, di brevetti e di licenze di produzione;

d) opere murarie, opere di bonifica, impiantistica e costi assimilati, anche finalizzati all’introduzione di criteri di ingegneria antisismica;

e) acquisto di proprietà/diritto di superficie in relazione ad immobili destinati all’esercizio dell’impresa.

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È stato sottoscritto l’accordo tra sindacati e Assolombarda che sblocca il credito di imposta sulla Formazione 4.0 e permette alle aziende di usufruire dell’incentivo. 

A fine luglio, Confindustria e Federmanager avevano siglato un accordo nazionale sul Credito di imposta, a cui era seguito, poco più tardi, un accordo collettivo territoriale tra Aldai e Assolombarda. Ora, con la firma dell’intesa territoriale da parte di Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil di Milano, Monza e Brianza e Lodi, le imprese possono finalmente avviare la procedura per ottenere il credito di imposta.

Cosa prevede il Credito di Imposta Formazione 4.0

Come avevamo scritto in questo approfondimento, il Credito di Imposta Formazione 4.0 prevede un credito pari al 40% delle spese sostenute per la formazione aziendale del personale dipendente, fino a un massimo pari a 300mila euro per ogni beneficiario. Il Credito di imposta Formazione 4.0 fa parte del Piano nazionale impresa 4.0: segue gli incentivi che hanno sostenuto la trasformazione digitale delle imprese agevolando l’adozione di tecnologie abilitanti e si concentra sull’adeguamento delle competenze del personale alle necessità e alle logiche della digitalizzazione. 

Il provvedimento si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio italiano, agevolando le attività di formazione “finalizzate all’acquisizione o al consolidamento, da parte del personale dipendente dell’impresa, delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la realizzazione del processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal Piano nazionale Impresa 4.0”.

Come accedere alle richieste

Secondo l’accordo, il piano di Formazione 4.0 per cui si intende beneficiare dell’incentivo dovrà essere sottoposto alle Commissioni Territoriali competenti. Sulla base dei format previsti, le aziende interessate dovranno presentare i piani alle segreterie delle Commissioni, rispettivamente all’indirizzo form@assolombarda.it per le aziende di Milano e Lodi e chiara.varco@assolombarda.it per le aziende del territorio di Monza e Brianza. Queste provvederanno ad inviarle alle organizzazioni sindacali. 

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Buone notizie per l’impresa italiana: dall’analisi dei Bilanci 2017 realizzata da Cerved emerge un quadro in generale miglioramento per le aziende italiane, con una crescita dei più importanti indici di bilancio. 

L’analisi effettuata da Cerved su 150 mila bilanci 2017, presentati a giugno 2018, evidenzia che:

«nel 2017 è proseguito il miglioramento dei bilanci delle imprese italiane, sia sul fronte dei conti economici che sul fronte della sostenibilità finanziaria». 

L’osservatorio Bilanci 2017 di Cerved, infatti, mostra una netta accelerazione dei fatturati che sono cresciuti a tassi record per gli ultimi 10 anni (+4,3% rispetto al +2,3% del 2016), con una redditività netta che è tornata ai livelli che precedevano la crisi economica. Ha acquisito, inoltre, un ulteriore slancio positivo il processo di rafforzamento finanziario delle aziende, con una migliore sostenibilità dei debiti finanziari.

Sono state le imprese che operano nell’industria a mettere a segno i risultati migliori per ciò che riguarda i ricavi, con un tasso di crescita che si attesta al +5,9%. Miglioramenti più contenuti, anche se positivi, per le società che operano nelle costruzioni e nel terziario (+3,4%). Nonostante l’aumento dei ricavi, tuttavia i dati relativi al valore aggiunto evidenziano un leggero rallentamento (+4,2% rispetto al +4,8% dell’anno precedente), dovuto in gran parte al rialzo dei costi esterni, materie prime in particolare. 

Sempre lo stesso report evidenzia poi altri due aspetti decisivi per comprendere lo stato di salute delle imprese italiane: da una parte, forse l’elemento più importante, la redditività netta ha proseguito il suo recupero e, anche grazie all’andamento favorevole degli oneri finanziari, ha raggiunto livelli precedenti alla crisi economica. Il ROE, l’indiche che monitora il ritorno sul capitale investito, si attesta infatti al di sopra del livello del 2007 (9,9% rispetto al 9,7%). D’altra parte, è migliorata anche la sostenibilità dei debiti finanziari. 

La situazione del credito

Il report sottolinea che, in generale, l’ammontare dei debiti finanziari nei bilanci delle imprese aumenta del 1,7%, anche se ciò riguarda soltanto le imprese medio-grandi, mentre per le PMI continua la situazione di credit crunch. Nonostante ciò, il maggiore rigore nel concedere i crediti da parte degli istituti ha migliorato gli indici di sostenibilità e reso più solidi i bilanci delle imprese. Il costo medio del debito è infatti sceso al 2.8%.

Si tratta, in sintesi, di risultati importanti, che ribadiscono lo stato di salute crescente delle aziende italiana. 

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Con la Circolare Direttoriale del 3 agosto 2018, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 186 dell’ 11 agosto 2018, il Ministero dello Sviluppo Economico è intervenuto introducendo alcune semplificazioni per facilitare l’accesso delle aziende all’agevolazione Nuova Sabatini.

In particolare il Ministero ha semplificato la documentazione da allegare alle domande di agevolazione e alle richieste di erogazione. Inoltre, la Circolare ha aggiornato l’elenco dei beni ammissibili, aprendo alla realtà aumentata, alle ricostruzioni 3D e alla rilevazione telematica di prestazione e al drop shipping.

Cos’è la Nuova Sabatini?

La Nuova Sabatini è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, per facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti e beni strumentali e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

A quali aziende e quali settori si rivolge?

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda sono costituite e regolarmente iscritte al Registro delle Imprese. Sono ammessi all’agevolazione tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad esclusione di attività finanziare e assicurative e di attività connesse all’esportazione.

Cosa finanzia la Nuova Sabatini?

L’agevolazione finanzia l’acquisto di «beni nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni”, ovvero spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile, nonché a software e tecnologie digitali».

Per essere accettabili gli investimenti devono soddisfare il requisito di autonomia funzionale e devono essere correlati all’attività produttiva svolta dall’impresa. 

Ecco il testo completo della Circolare Direttoriale del 3 agosto 2018.

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Il 1 agosto il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato una Circolare con ulteriori chiarimenti relativi al requisito dell’interconnessione per alcuni beni che rientrano nel primo gruppo dell’allegato A, per poter usufruire dell’agevolazione dell’Iper Ammortamento

La comunicazione risponde alle numerose richieste giunte al Ministero dopo la recente Circolare del 23 maggio 2018, con la quale venivano pubblicate ulteriori istruzioni integrative delle linee guida tecniche in materia di iperammortamento. In particolare, il dubbio riguardava l’obbligatorietà dell’“interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program”. 

In particolare, continua la Circolare, è emerso che per alcuni beni di strumentali del primo tipo dell’allegato A, il vincolo del caricamento da remoto di istruzioni e/o part program potrebbe non essere necessario o non conferente sul piano strettamente tecnico. 

È infatti questo il caso, ad esempio, di alcune macchine utensili, come trance, taglierine, seghe circolari, trapani, frantoi e mulini di macinazione, che sono progettate per un unico ciclo di lavoro o per una unica lavorazione del tutto standardizzata e non hanno bisogno di alcuna istruzione operativa né in relazione alla sequenza, né in relazione a parametri o variabili di processo. 

A questo proposito, la Circolare chiarisce che in relazione al requisito dell’interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica, in questi casi, la applicazione della disciplina agevolativa non richieda che il bene riceva in ingresso istruzioni per lo svolgimento dell’attività. È sufficiente che sia in grado di trasmettere dati in uscita, e che soddisfi, ad esempio, i requisiti ulteriori di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto e di monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo. 

 

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