Segnale positivo dal mercato italiano che chiude il primo trimestre 2017 con un calo del 16,8% dei fallimenti delle imprese italiane rispetto a quelli all’anno precedente confermando così il consolidamento dell’inversione di tendenza emerso nel corso del 2016.  Questo è quanto si legge dall’ultimo aggiornamento dell’Analisi dei fallimenti in Italia realizzata da CRIBIS, la società del Gruppo CRIF specializzata nella business information. “Nonostante queste buone notizie il confronto con il 2009 rimane ancora critico” commenta Marco Preti, AD di CRIBS: “Dal 2009 ad oggi infatti la percentuale dei fallimenti è cresciuta del 36,3%, del 10,9% rispetto al 2010. Dati, questi ultimi, che devono servire a far riflettere su quanto si possa ancora migliorare e sul fatto che le imprese debbano mettere in campo attente strategie per lasciarsi alle spalle le difficoltà economiche”.

Dall’analisi è emerso che il settore maggiormente in crisi si conferma essere quello del commercio con 1.020 fallimenti, seguito a ruota dal comparto dell’industria con 759 casi complessivi, da quello dell’edilizia con 611 casi e da quello dei servizi con 210 casi.

A livello nazionale, la distribuzione sul territorio dei fallimenti appare direttamente proporzionale alla densità di imprese attive nelle diverse aree del Paese con la Lombardia in testa alla classifica (641 casi), seguita da Lazio (386 casi) e Campania (275 casi).

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