I dati dell’ultimo Osservatorio MECSPE sul primo semestre del 2018 confermano che il settore manifatturiero italiano si sta trasformando profondamente grazie alla svolta digitale, evolvendo in chiave 4.0.

Il report evidenzia, infatti, che negli ultimi anni il processo di digitalizzazione ha coinvolto oltre 6 aziende su 10, in un panorama che vede digitalizzata quasi la metà delle imprese (47,4%), interamente (37,8%) o anche solo in alcuni nodi (9,6%).

L’87,6% degli imprenditori intervistati ritiene di avere un livello di conoscenza medio-alto rispetto alle opportunità tecnologiche e digitali sul mercato, mentre il 21,2% afferma che investirà nel 2018 tra il 10% e il 20% del proprio fatturato in ricerca e innovazione.

Il trend degli investimenti

Gli imprenditori confermano le intenzioni di investimento nelle nuove tecnologie abilitanti, già in larga parte adottate dalle PMI della meccanica e della subfornitura, che fino ad oggi hanno investito in sicurezza informatica (89,2%), connettività (79,7%), cloud computing (67,1%), robotica collaborativa (35,4%), simulazione (31%), big data (29,1%), produzione additiva (28,5%) l’Internet of Things (27,8%). La realtà aumentata è stata privilegiata dal 15,2%, così come i materiali intelligenti, mentre le nanotecnologie dal 7%.

L’importanza delle tecnologie nel processo di trasformazione digitale non mette in secondo piano la centralità del capitale umano: oltre la metà del campione (54,8%), infatti, ritiene che le persone abbiano sempre un ruolo fondamentale nei processi e che siano il vero driver del cambiamento. Per il 36%, invece, fondamentali sono le tecnologie ma solo se supportate da un’adeguata preparazione professionale.

Maruska Sabato, Project Manager di MECSPE, commenta così la situazione: “Questo trend – il fatto che quasi 9 aziende su 10 si dicano disposte a investire nei prossimi anni nella trasformazione della loro impresa in una Fabbrica Intelligente ndr – indica grande attenzione e forte interesse nei confronti delle tecnologie abilitanti, percepite oramai in maniera diffusa come un utile strumento per migliorare sistemi e processi produttivi. La sfida che bisogna affrontare adesso è quella della formazione: occorre aumentare il livello di competenze digitali di tutti gli operatori del manifatturiero, affinché si possano cogliere, nel più efficace dei modi, le opportunità offerte dalla tecnologia”.

Le nuove figure professionali

Tra gli effetti positivi attesi di questa situazione, il 63,2% prevede che la trasformazione digitale porti fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 71,2% prospetta lo stesso risultato per ciò che riguarda la riduzione dei costi.

Ma quali sono le figure professionali che stimoleranno e guideranno il processo di innovazione in azienda, rendendo possibili i risultati attesi? Per il 37,2% del campione intervistato, il driver principale del cambiamento sarà l’imprenditore. A seguire, il Direttore o il responsabile IT per il 14,9%, il Direttore tecnico per l’8,1%, il Direttore R&D per il 6,1%.

Saranno queste le figure principali fondamentali per superare la resistenza e il freno il freno al cambiamento che gli intervistati attribuiscono per il 46,2% all’incertezza del rapporto tra investimenti e benefici, all’arretratezza delle imprese con cui si collabora per il 43,1%, e che il 29,2% motiva con la mancanza di competenze interne.

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Sul sito del Dipartimento per l’informazione e l’editoria sono state pubblicate le risposte ad alcune richieste di chiarimento pervenute a proposito del Credito di Imposta in materia pubblicitaria, di cui avevamo scritto qui.

Il Credito di imposta su investimenti pubblicitari incrementali è un’importante agevolazione fiscale che permette alle imprese, ai lavoratori autonomi e agli enti non commerciali di ottenere un’agevolazione fiscale nella forma del credito di imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali (con incremento minimo dell’1% rispetto agli stessi investimenti nell’anno precedente). La misura dell’agevolazione corrisponde al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati e si eleva al 90% nel caso di microimprese, piccole e medie imprese e startup innovative. 

Ecco alcune delle precisazioni pubblicate

Dove è possibile reperire la documentazione e avere aggiornamenti sulle modalità per ottenere l’agevolazione?

Il modello di “comunicazione telematica” e le istruzioni per la compilazione sono disponibili sul sito internet del Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e sul sito della Agenzia delle Entrate. Eventuali aggiornamenti saranno pubblicati sugli stessi siti. 

Quali sono le spese ammissibili all’agevolazione? È possibile usufruire del Credito di Imposta per investimenti pubblicitari anche per l’acquisto di spazi per affissioni o banner online?

Il credito di imposta è riconosciuto solo per gli investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulle emittenti radiofoniche o televisive locali, analogiche o digitali, iscritte al Registro degli operatori di comunicazione,
sui giornali quotidiani o periodici, cartacei o digitali, iscritti presso il Tribunale competente.
Non sono quindi ammesse al credito di imposta le spese sostenute per altre forme di pubblicità, come grafiche pubblicitarie su cartelloni fisici o pubblicità su vetture o apparecchiature.

È possibile ottenere l’agevolazione anche se l’anno precedente l’investimento in pubblicità è stato pari a zero?

Non è possibile accedere al credito di imposta se gli investimenti pubblicitari dell’anno precedente sono stati pari a zero. Sono esclusi perciò, quei soggetti che nell’anno precedente a quello per il quale si richiede il beneficio non abbiano effettuato investimenti pubblicitari così come quelli che hanno iniziato l’attività nel corso dell’anno per il quale si richiede il beneficio.

Precisazione sulla specifica “gli stessi mezzi di informazione” dell’anno precedente

Il valore incrementale dell’investimento si riconosce sugli “analoghi investimenti” effettuati sugli “stessi mezzi di informazione”. Il Dipartimento chiarisce che, con analoghi investimenti, sono intesi investimenti sullo stesso canale informativo, cioè sulle radio e televisioni locali analogiche o digitali, da una parte,
sulla stampa cartacea ed online, dall’altra, e non sulla singola emittente o sul singolo giornale.

Queste sono solo alcune delle risposte alle domande di chiarimento giunte al Dipartimento. L’elenco completo si può trovare a questo link.

Contattaci e uno dei nostri esperti ti guiderà nella presentazione della domanda: 

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È stato pubblicato il Decreto attuativo del Bonus Pubblicità, che ufficializza il provvedimento per il 2018, dando indicazione su come presentare la domanda e sui termini di scadenza da rispettare. Per gli investimenti pubblicitari effettuati nel 2018, la comunicazione telematica di accesso al beneficio deve essere inviata tra il 22 settembre e il 22 ottobre 2018.

Cosa è e cosa finanzia il Bonus pubblicità?

Il Bonus pubblicità finanzia gli aiuti all’editoria. È un incentivo rivolto ai soggetti che comprano pubblicità su giornali, radio e TV nel 2018. Trattandosi di prima attuazione, sono agevolati anche gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa quotidiana e periodica, anche on line, effettuati dal 24 giugno al 31 dicembre 2017, purché il loro valore superi almeno dell’1% l’ammontare degli analoghi investimenti effettuati sugli stessi mezzi di informazione nel 2016. 

Possono usufruire del beneficio le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie su stampa, offline e online, su emittenti televisive e e radiofoniche, sia analogiche che digitali.
Gli investimenti devono essere effettuati su giornali editi da testate giornalistiche iscritte al registro e dotate della figura del Direttore Responsabile.

Come si usufruisce dell’incentivo?

Per usufruire dell’incentivo, la comunicazione telematica deve essere presentata a partire dal sessantesimo giorno ed entro il novantesimo giorno successivo al 24 luglio 2018 (data di pubblicazione del decreto, e quindi dal 22 settembre al 22 ottobre 2018), mentre per gli investimenti incrementali effettuati dal 24 giugno al 31 dicembre 2017 la comunicazione va effettuata in modo separato.

La comunicazione deve contenere: 

  • dati identificativi dell’azienda, 
  • costo complessivo degli investimenti pubblicitari effettuati, o da effettuare, nel corso dell’anno;
  • costo complessivo degli investimenti su analoghi media nell’anno precedente
  • l’indicazione dell’incremento degli investimenti su ognuno dei due media, in percentuale ed in valore assoluto;
  • l’ammontare del credito d’imposta richiesto per ognuno dei due media;
  • la dichiarazione sostitutiva di atto notorio concernente il possesso del requisito consistente nell’assenza delle condizioni ostative ed interdittive previste dalle disposizioni antimafia ai fini della fruizione di contributi e finanziamenti pubblici.

Contattaci e uno dei nostri specialisti ti aiuterà a ottenere l’incentivo:

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È stato approvato il bando Storevolution, per investimenti finalizzati all’innovazione di micro, piccole e medie imprese commerciali. L’obiettivo del bando, che prevede una dotazione finanziaria pari a 9.500.000,00 Euro, è aiutare le imprese commerciali ad affrontare i cambiamenti della rivoluzione digitale, agevolandone l’adattamento ai nuovi comportamenti di acquisto dei consumatori, per permettere un riposizionamento strutturale del modo di fare negozio.

Soggetti beneficiari 

Possono beneficiare della misura le micro, piccole e medie imprese commerciali al dettaglio in sede fissa, in forma singola o aggregata, aventi almeno un punto vendita in Lombardia e che svolgano un’attività classificata con i codici ATECO 2007 G47 compresi tutti i sottodigit.

Caratteristiche dell’agevolazione e interventi agevolabili

Le domande possono essere presentate sia in forma singola che in forma aggregata. Per le domande presentata da imprese in forma singola l’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese considerate ammissibili, nel limite massimo di 20.000 euro. Per le domande presentate da imprese in forma aggregata (minimo 6 imprese) l’agevolazione prevede invece un contributo a fondo perduto pari al 60% delle spese ammissibili per un massimo di 60.000 euro per aggregazione. 

Caratteristiche dell’agevolazione e Regime di Aiuto

Per le domande presentate da imprese in forma singola l’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto, nel limite massimo di 20.000 euro, pari al 50% delle sole spese considerate ammissibili. 

Per le domande presentate da imprese in forma aggregata (minimo 6 imprese) l’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto, nel limite massimo di 60.000 euro per aggregazione, pari al 60% delle sole spese considerate ammissibili.

Il bando prevede soglie minime di investimento: non inferiore a 10.000 Euro per le domande presentate da imprese in forma singola, non inferiore a 20.000 Euro per le domande presentate da imprese in forma aggregata.

Interventi agevolabili

Che tipo di interventi rientrano nelle agevolazioni del bando Storevolution? Sono ammissibili gli interventi per l’acquisto di soluzione e sistemi digitali per: 

organizzazione del back-end nei processi di interazione retailer-fornitore o nei processi interni del retailer, come i sistemi ERP. Soluzioni a supporto della fatturazione elettronica di self scanning, business intelligence e business analytics. Soluzioni per migliorare le performance di magazzino, come il voice picking e sistemi per monitorare i clienti in negozio. Sistemi per il demand and distribution planning, sistemi di tracciamento dei prodotti lungo la supplii chain attraverso RFId, soluzioni intelligent transportation system. 

sviluppo di servizi di front-end e customer experience nel punto vendita: sistemi per pagamenti innovativi o per l’accettazione di couponing e loyalty. Chischi, light box, totem e touchpoint. Sistemi di cassa evoluti e Mobile POS, Electronic Shelf Labeling, Digital signage, vetrine intelligenti, specchi e camerini smart, realtà aumentata, sistemi di sales force automation, sistemi di in store mobility, sistemi CRM, proximity marketing, sistemi di self-scanning;

omnicanalità con integrazione con il retail online: sviluppo di canali digitali per supportare le fasi di pre-vendita, post-vendita o per abilitare la vendita, sviluppo di app e mobile site per le fasi di pre-vendita, post-vendita o per abilitare la vendita; siti informativi/e commerce e app/mobile site.

Termini per le domande e la realizzazione degli interventi

Gli interventi dovranno concludersi entro 15 mesi dalla data di pubblicazione del decreto di concessione. 

Le domande dovranno essere presentata dalle ore 12.00 del 10 settembre 2018 fino alle ore 12.00 dell’8 ottobre 2018.

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Risultati del bando 2018 per il settore ferroviario

In seguito alla pubblicazione del bando 2018, l’impresa comune europea per la ricerca e l’innovazione nel settore ferroviario Shift2Rail ha ricevuto 39 proposte per un valore totale di 185,4 milioni di euro e una richiesta di finanziamenti per 108,2 milioni di euro (circa il 40% in più del bilancio disponibile per il bando 2018).

Le prospettive e il programma

Dei 238 soggetti proponenti nel 2018, il 27% sono PMI.

Includendo il bilancio del bando di quest’anno, l’impresa comune Shift2Rail ha investito complessivamente 490 milioni di euro in attività di ricerca e innovazione, che corrispondono a più della metà del suo bilancio per il programma di lavoro 2014-2020.

Attraverso questi investimenti il programma di Shift2Rail ha consolidato la sua posizione nell’incentivazione di ricerca ed innovazione nel settore ferroviario, anche nel verso di una importante trasformazione del sistema che contribuisca alla mobilità sostenibile e digitale in Europa.

Henrik Hololei, Direttore Generale della Commissione europea per mobilità e trasporti, ha confermato il sostegno della Commissione europea all’iniziativa Shift2Rail e al suo programma, affermando: “Lo sviluppo di nuove tecnologie è un aspetto fondamentale per aumentare in modo sostanziale la competitività del settore ferroviario europeo. Sono pienamente convinto che sostenere idee innovative e coraggiose e incoraggiare i ricercatori a lavorare insieme rafforzerà in modo significativo l’ambizioso obiettivo di Shift2Rail di soddisfare le future esigenze di mobilità e di creare soluzioni all’avanguardia che possano essere adottate sul mercato”

Carlo Borghini, Direttore esecutivo dell’impresa comune Shift2Rail, ha sottolineato che le proposte progettuali presentate per il bando 2018 evidenziano i progressi compiuti da Shift2Rail nell’accelerare la competitività dei sistemi ferroviari europei: “A questo punto, stiamo entrando in una fase interessante con alcuni progetti che si avvicinano a dimostrazioni di prototipi di sistema in ambiente operativo. Allo stesso tempo, idee nuove e radicali forniranno la base per la ricerca futura”

Le tempistiche di valutazione

Il segretariato dell’iniziativa Shift2Rail, coadiuvato da un nuovo pool di esperti indipendenti altamente qualificati, ha già avviato il processo di valutazione delle proposte progettuali presentate, che dovrebbe concludersi entro la fine di giugno 2018.
I candidati saranno informati sui risultati delle valutazioni a luglio 2018.
I progetti selezionati e finanziati per il 2018 dovrebbero quindi iniziare entro la fine dell’anno.

Per ulteriori informazioni sull’ultimo bando consultare il programma di lavoro 2018 disponibile qui.
Per ulteriori informazioni sull’iniziativa Shift2Rail consultare il sito web disponibile qui.

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ECTA ed EEEF: prosegue la collaborazione

Lo strumento di assistenza tecnica (ECTA) della Commissione europea per il Fondo europeo per l’efficienza energetica (EEEF), ha sostenuto con successo progetti di efficienza energetica per un volume di investimenti complessivo di 194,4 milioni di euro.

L’assistenza tecnica fornita dalla Commissione ha aiutato i governi locali e regionali nell’implementazione di progetti di efficienza energetica che potranno essere di esempio per lo sviluppo di ulteriori progetti, per la costruzione di modelli finanziari adeguati ed il miglioramento delle competenze delle autorità locali negli investimenti sostenibili nel settore dell’energia.

Quali risultati sono stati ottenuti attraverso lo strumento di assistenza tecnica ed il Fondo europeo per l’efficienza energetica?
Lo strumento di assistenza tecnica della Commissione europea ha supportato il rafforzamento delle competenze delle autorità pubbliche nell’elaborazione di idee progettuali in materia di programmi di investimento sostenibili.

Tra dicembre 2011 e marzo 2016, lo strumento ha sostenuto le attività di sviluppo di progetti per 16 beneficiari pubblici in otto Stati membri dell’Unione europea.

Nel 2017, l’assistenza tecnica ha agevolato con successo 10 progetti, per un volume totale di investimenti pari a 194,4 milioni di euro.
Quattro progetti di assistenza tecnica (53,9 milioni di euro) hanno già chiuso il finanziamento attraverso il fondo. Tra questi, ad esempio, la regione Rhône-Alpes in Francia con un progetto di ristrutturazione di edifici, la città di Venlo nei Paesi Bassi con un progetto di illuminazione stradale, e la città di Santander in Spagna con un progetto di illuminazione pubblica. Altri tre progetti di assistenza tecnica (94.2 milioni di euro) sono invece in fase di completamento.

Si prevede che questi programmi di investimento consentiranno un taglio alle emissioni di circa 26.701 tonnellate di CO2e ed un risparmio di energia pari a 146.942 MWh all’anno, aiutando le autorità pubbliche e i relativi territori a trasformarsi in luoghi resilienti, più puliti e sostenibili.

Quale assistenza tecnica in futuro per l’accesso al Fondo europeo per l’efficienza energetica?
Sulla base dell’esperienza positiva dello strumento di assistenza tecnica della Commissione europea, conclusasi a fine 2017, il Fondo europeo per l’efficienza energetica ha avviato un nuovo strumento attraverso il quale le autorità pubbliche potranno continuare a ricevere assistenza tecnica.
Per ulteriori informazioni sullo strumento di assistenza tecnica del EEEF, visitare il sito disponibile qui.

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Settore aeronautico e Clean Sky 2

L’ottavo invito a presentare proposte progettuali di Clean Sky 2 è stato di recente pubblicato. Il bando comprende 68 topic e dispone di un budget indicativo totale di 75 milioni di euro.

Che cosa è la Clean Sky 2 – Joint Undertaking?

L’impresa comune Clean Sky 2 (CSJU) è un partenariato pubblico-privato tra la Commissione europea e l’industria aeronautica europea che mira a raggiungere obiettivi di prestazione ambientale nel settore aeronautico.

Di concerto con la Commissione, l’impresa comune contribuisce a elaborare il piano di lavoro del più grande programma di ricerca europeo in tema di sviluppo di tecnologie innovative e all’avanguardia volte a ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas e il rumore prodotti dagli aeromobili.

Green vision

Attraverso questo programma si promuove quindi lo sviluppo di tecnologie pulite e rivoluzionarie per il trasporto aereo.

Accelerando la diffusione di queste tecnologie, Clean Sky 2 contribuirà a realizzare le priorità strategiche ambientali e sociali dell’Europa e promuoverà nel contempo la competitività e una crescita economica sostenibile.

Finanziato dal programma quadro dell’Unione europea di Ricerca ed Innovazione Horizon 2020, il programma di ricerca di Clean Sky contribuisce a rafforzare la cooperazione nell’industria aeronautica europea, la leadership mondiale e la competitività del settore.

Come presentare proposte progettuali?

Per presentare proposte progettuali in uno dei 68 topic dell’invito pubblicato è necessario iscriversi sul portale partecipanti del programma Horizon 2020.

Quali sono le tempistiche per presentare proposte?

Le proposte potranno essere presentate a partire dal 3 maggio 2018 e fino al 12 luglio 2018, per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il programma di lavoro di Clean Sky 2.

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4,7 miliardi di euro nei biocarburanti avanzati

È stato approvato dalla Commissione europea un regime di sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per l’Italia al fine di incentivare lo sviluppo della produzione e della distribuzione di biocarburanti avanzati, di seconda e terza generazione e in particolare di biometano.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo?

Il regime contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di energia e cambiamento climatico, supportando la transizione dell’Italia verso l’utilizzo di combustibili più rispettosi dell’ambiente.

La direttiva sulle energie rinnovabili chiede ai paesi membri dell’UE che, entro il 2020, almeno il 10% dell’energia consumata nel settore trasporti provenga da fonti rinnovabili.

L’accordo adottato è stato formulato in linea con la disciplina della Commissione europea in materia di concorrenza e aiuti di stato a favore dell’ambiente e dell’energia e sarà operativo nel periodo 2018-2022.

Che tipo di incentivi sono previsti?

Come è noto la produzione di biocarburanti e biometano avanzati ha costi di gran lunga maggiori rispetto a quella dei combustibili fossili.

Grazie al regime approvato dalla Commissione Europea, i produttori di biocarburanti riceveranno un sostegno per compensare i maggiori costi di produzione e per poter competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti.

Ulteriori incentivi saranno presto erogati ai produttori che decideranno di investire nel miglioramento della distribuzione e della liquefazione del biometano avanzato.

Gli agricoltori saranno inoltre agevolati nella produzione di biocarburanti da residui delle attività di settore per alimentare macchinari e veicoli agricoli.

Per maggiori dettagli vi invitiamo a consultare il comunicato stampa disponibile nel sito della Commissione Europea.

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Una banca dati a livello europeo che raccolga tutte le informazioni disponibili sui finanziamenti per le imprese tecnologiche europee e uno strumento che aiuti gli investitori a comprendere meglio la fattibilità tecnica ed economica di progetti tecnologici altamente innovativi.

Queste sono le due principali raccomandazioni del rapporto congiunto InnovFin Advisory, preparato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dalla Commissione europea.

L’Unione europea individua nelle tecnologie avanzate delle Key Enabling Technologies (KETs) tecnologie che contribuiscono a velocizzare l’innovazione e ad affrontare sfide di portata e importanza globali.

Quali sono le problematiche dei finanziamenti alle tecnologie avanzate?

Gli investitori hanno spesso difficoltà a impegnarsi in progetti di ricerca e innovazione ad alto contenuto tecnico-scientifico e interdisciplinari. Si richiedono finanziamenti anticipati e a lungo termine, pur non avendo chiare implicazioni commerciali fin dall’inizio.

A causa della crescente complessità delle tecnologie avanzate, esiste un notevole divario di conoscenza tra gli innovatori e gli investitori.

Dall’altro lato, gli innovatori nelle tecnologie avanzate fanno fatica a ottenere il necessario sostegno finanziario, nonostante le iniziative pubbliche per le imprese innovative, principalmente per mancanza di informazioni e procedure di candidatura complesse.

Qual è la posizione della BEI sui finanziamenti alle tecnologie avanzate?

Ambroise Fayolle, Vice Presidente della BEI, ha affermato la necessità di avvicinare scienza, ricerca ed innovazione ai finanziamenti dichiarando la BEI pronta a contribuire a colmare questa distanza.

Il rapporto finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 mira quindi a individuare strumenti e soluzioni che supportino le start-up europee e le piccole imprese nel settore della tecnologia di avanguardia nell’accesso ai finanziamenti per crescere e competere sul mercato mondiale, in modo che i cittadini possano beneficiare di una più rapida introduzione e diffusione di tecnologie avanzate.

Per ulteriori informazioni consultare il rapporto completo disponibile sul sito della European Investment  Bank.

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Il 21 settembre dello scorso anno il Piano Nazionale Industria 4.0 (ora Impresa 4.0), ha compiuto 1 anno. Con esso sono stati numerosi gli strumenti automatici messi in campo dal Governo per permettere alle aziende di affrontare, pronte, la quarta rivoluzione industriale e favorire i processi di crescita e innovazione volti ad acquisire competitività e attrattività a livello globale.

Come ha ricordato il Ministro Calenda: “Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese che vogliono acquisire competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi”.

In questo articolo, primo di una serie di approfondimenti sull’argomento, parleremo delle origini del Piano e di quanto l’Italia stia mettendo in atto, in questi anni, per renderlo pienamente operativo.

L’espressione

L’espressione Industria 4.0 è un calco linguistico dall’inglese Industry 4.0, mutuato a sua volta dal tedesco Industrie 4.0, apparso per la prima volta alla nota fiera sulle tecnologie industriali Hannover Messe e successivamente utilizzato dal governo federale tedesco in varie occasioni per identificare i piani di investimento che miravano ad aggiornare l’industria tedesca.

Quei piani sono stati poi ripresi dai vari governi con nomi più o meno simili (Industrie du future, Smart Industry, Catapult, High Value Manufacturing, Piano Impresa 4.0 ecc), ecco perché la Germania è uno dei paesi all’avanguardia in questo processo di riconversione e aggiornamento che vede coinvolti i grandi gruppi industriali, le università e le start up innovative, tutti sotto la regia del governo federale tedesco.

In quasi tutti i paesi europei si sta assistendo a piani di riconversione e aggiornamento industriali volti a far entrare rapidamente le varie economie nazionali nella quarta rivoluzione industriale. Si tratta di piani avveniristici e molto ambiziosi, da cui dipenderà il futuro economico degli stati che ne beneficeranno.

Secondo uno studio effettuato dalla società di ricerca americana “Markets & Markets”, si stima che il valore complessivo di questa rivoluzione ammonterà a 152,31 miliardi di dollari entro il 2022, con un tasso di crescita annuale del 14,72%. Insomma, si parla di cifre molto importanti.

Piano Nazionale Impresa 4.0

In Italia Industria 4.0 è un modello di produzione e gestione aziendale dove gli elementi caratterizzanti sono connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e adattamenti in tempo reale. Tutto questo è caratterizzato dall’uso di macchinari collegati al web, analisi derivanti dalla rete e la possibilità di gestire con flessibilità e razionalità il ciclo produttivo.

Uno degli obiettivi che il Ministero dello Sviluppo Economico si è posto è quello di mobilitare circa 24 miliardi di euro tra investimenti privati, spesa privata in ricerca e sviluppo e volumi di investimento: tutto entro il 2020.

Per far ciò Impresa 4.0 prevede misure basate su tre linee guida:

operare in una logica di neutralità tecnologica;
intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali;
agire su fattori abilitanti.

Articolate nelle seguenti azioni:

Iper e Super Ammortamento;
Nuova Sabatini;
Fondo di garanzia;
Credito d’imposta R&S;
Start up e PMI innovative;
Patent box;
Centri di competenza ad alta specializzazione;
Tecnologie avanzate per l’impresa;
Centri di trasferimento tecnologico;
Formazione, consulenza e servizi.

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