Patent Box, una revisione attesa

È stato pubblicato il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 28 Novembre 2017 che introduce la revisione del regime opzionale di tassazione agevolata previsto dal Patent Box.

Cosa prevede il provvedimento?

Il provvedimento, che sostituisce il decreto interministeriale del 30 luglio 2015, è stato emanato in attuazione degli impegni assunti dall’Italia in sede Ocse e prevede l’esclusione dei marchi d’impresa dall’ambito oggettivo di applicazione del beneficio con riferimento alle opzioni esercitate successivamente al 31 dicembre 2016.

Per chi resta in vigore?

Il Patent Box resta in vigore per i redditi derivanti dall’utilizzo di software protetto da copyright, di brevetti industriali disegni e modelli, nonché di processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili.

Chi può beneficiarne?

Possono quindi esercitare l’opzione i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dal tipo di contabilità adottata e dal titolo giuridico in virtù del quale avviene l’utilizzo dei beni.

L’opzione va esercitata nella dichiarazione dei redditi, ha durata pari a cinque periodi di imposta, è irrevocabile ed è rinnovabile.

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Un 2017 amaro

Dopo l’attivismo che aveva caratterizzato il mercato globale delle fusioni e acquisizioni del 2016 e che aveva lasciato ben sperare gli analisti di settore, il mercato italiano dell’M&A chiude il 2017 con una flessione che lascia l’amaro in bocca.

Tuttavia, i rallentamenti pare che siano riconducibili alla mancata conclusione di operazioni annunciate nel 2017 che, se dovessero concretizzarsi nel 2018, riporterebbero i valori ben al di sopra della media auspicata.

Parliamo, per esempio, di operazioni che necessitano l’approvazione dell’Antitrust UE: Luxottica-Essilor; Ilva-Am Investco (braccio operativo di ArcelorMittal e Marcegaglia)
 di quelle operazioni che sono al vaglio, da diverso tempo, di commissari – ad acta-: si veda per esempio il caso Alitalia.

In termini di valore Kpmg, nel suo rapporto 2017 “Mergers & Acquisitions”, fa riferimento al mercato italiano con 733 operazioni concluse per circa 41 miliardi di euro spesi (l’1% in meno rispetto a quelle registrate nel 2016 con un differenziale di 15 miliardi di euro).

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Lavoro 4.0: bonus fiscale per la formazione e lo sviluppo delle risorse umane

Al vaglio del Governo la possibilità di inserire nella prossima legge di bilancio l’opportunità di valorizzare il capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione mediante la fruizione di un bonus fiscale a favore delle aziende che investono sulla formazione dei dipendenti.

Come?

Nella forma di un credito d’imposta per spese relative alla formazione e lo sviluppo delle risorse umane impiegate nella digitalizzazione dei processi produttivi. L’idea in altre parole è stimolare la formazione continua, oggi peraltro conveniente grazie agli sgravi relativi. Il vantaggio fiscale dovrebbe essere strettamente collegato alla contrattazione di prossimità, finendo per incentivare proprio gli sforzi formativi delle imprese.

In che misura?

La misura coprirebbe il 50% fino a 20 milioni di euro. Per renderlo compatibile con le esigenze di copertura finanziaria, il beneficio potrebbe essere varato in forma “incrementale”, cioè calcolato sull’aumento della spesa rispetto alla media del triennio precedente.

Quali i soggetti interessati?

I beneficiari del bonus sarebbero:

  • le imprese che hanno già investito nelle nuove tecnologie sotto la spinta di Industria 4.0 e che hanno bisogno di formare i propri lavoratori che dovranno gestire la nuova strumentazione;
  • le aziende, essenzialmente Pmi, che finora non hanno avviato veri percorsi di digitalizzazione, ma che vorrebbero comunque formare i propri addetti in vista del successivo salto tecnologico.

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2.535 le domande di finanziamento che le banche sono riuscite a soddisfare e 6,3 i miliardi di euro concessi alle imprese da ottobre 2013 a giugno 2017.

Questi alcuni dati forniti dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), dichiarando che il plafond complessivo, pari a 10 miliardi di euro, è stato in parte utilizzato per prestiti alle aziende in bonus intenzionate ad effettuare investimenti utili alla loro attività.

Grazie anche alla ripresa economica degli ultimi anni, gli istituti bancari stanno riuscendo a garantire un sostegno concreto alle PMI concedendo sempre più crediti alle imprese affidabili. Un segnale positivo riguarda anche il numero di domande di prestiti da parte delle PMI, sintomo della volontà di queste realtà di crescere ed effettuare sempre più nuovi investimenti destinati all’acquisto di beni materiali ed immateriali per le attività dell’impresa stessa.

Settori Maggiormente Coinvolti

Nello specifico, analizzando i dati, è possibile evidenziare i settori maggiormente coinvolti nelle richieste di concessione di crediti alle imprese:

  • Il 42% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore industria
  • Il 28,7% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore artigianato
  • Il 4,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore edilizie e opere pubbliche
  • Il 3,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore agricoltura
  • Il restante 13,2% dei finanziamenti è riferito a altri servizi

La decisione di concedere maggiori crediti alle imprese rientra nell’iniziativa promossa da ABI, attualmente rinnovata, “Imprese in sviluppo”: l’obiettivo di questa iniziativa è proprio quello di favorire la crescita degli investimenti delle PMI e più in generale la crescita di tutto il sistema economico.

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A partire dal 1° marzo 2017 le imprese potranno presentare domanda di agevolazione per usufruire del contributo maggiorato del 30%, calcolato su un tasso di interesse annuo del 3,575%, a fronte di investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.

L’obiettivo è incentivare la manifattura digitale e incrementare l’innovazione e l’efficienza del sistema imprenditoriale, anche tramite l’innovazione di processo e di prodotto.

Per gli investimenti ordinari (acquisto di nuovi macchinari, impianti ed attrezzature) lo sportello della Nuova Sabatini è riaperto già dal 2 gennaio, con un contributo in conto impianti, pari all’ammontare degli interessi calcolati sull’importo di un finanziamento di cinque anni al tasso del 2,75%.

Beneficiari 4.0

Piccole e medie imprese con sede operativa in Italia.

Caratteristiche dell’agevolazione 4.0

L‘agevolazione consiste in un contributo in conto impianti, pari all’ammontare degli interessi calcolati sull’importo di un finanziamento di cinque anni al tasso del 2,75%.

Per investimenti relativi alla manifattura digitale è previsto un contributo maggiorato del 30%, calcolato su un tasso del 3,575% annuo.

Il finanziamento, che deve essere erogato da una banca o società di leasing convenzionata, copre il 100% delle spese ammissibili per un importo compreso tra i 20.000 euro e i 2 milioni, anche frazionati in più acquisti.

Il finanziamento può essere assistito dalla garanzia del Fondo di garanzia, fino ad un massimo dell’80%.

Spese ammissibili al 4.0

Acquisto di macchinari, impianti, beni strumentali, attrezzature e hardware nuovi e destinati all’uso produttivo. Per le operazioni in leasing, l’impresa locataria deve esercitare l’opzione di acquisto alla stipula del contratto.

Con contributo maggiorato del 30%:

investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, RfID e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.

Gli investimenti devono essere avviati successivamente alla data di invio della domanda e conclusi entro dodici mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.

Modalità e tempistiche del 4.0

Lo sportello per gli investimenti ordinari è aperto dal 2 gennaio 2017; per gli investimenti relativi alla manifattura digitale con contributo maggiorato del 30% è possibile presentare domanda dall’1 marzo 2017.

Attenzione! A partire dal 1° marzo, le imprese dovranno utilizzare esclusivamente il nuovo modulo di domanda; le domande presentate con il vecchio modulo dopo il 1° marzo saranno considerate irricevibili.

Il termine per la concessione delle agevolazioni è stato prorogato al 31 dicembre 2018.

L’erogazione non è automatica ma subordinata alla valutazione del merito di credito dell’impresa da parte della banca/società di leasing.

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