Fintech: la grande protagonista

Fintech è il risultato della fusione delle parole Financial Technology e spesso è menzionata come tecnofinanza. Dalla crisi del 2008 la Fintech ha subito una notevole accelerazione ed è oggi un ramo della finanza in sempre più forte espansione, tanto che oggi è una parte fondamentale sia del settore bancario, sia di quello finanziario.

La Fintech afferisce a un’ampia gamma di servizi finanziari, dove i più noti sono:

  • crowdfunding
  • peer-to-peer lending
  • asset management
  • gestione dei pagamenti
  • credit scoring
  • raccolta dati
  • cambi
  • criptovalute

La Fintech è ampiamente utilizzata dalle start up che così puntano a sfidare le aziende tradizionali. Il fenomeno è di tali dimensioni che in Europa la Fintech registra una crescita del 400% annuo. Grazie ad analisi più accurate e innovativi sistemi di accesso al credito la tecnofinanza è una vera e propria rivoluzione sia per le banche, sia per i consumatori che possono avvalersi di maggiore trasparenza e quindi maggiore affidabilità.

Fintech e le banche

La concorrenza col mondo bancario è evidente quando si parla di tempistiche. Le banche sono molto in ritardo sul versante Fintech,  infatti se un istituto bancario richiede almeno due settimane per concedere prestiti alle imprese, una piattaforma online effettua la medesima operazione mediamente in 48 ore.

PIR

Introdotti dalla Legge di bilancio 2017 i PIR (Piani Individuali di Risparmio) sono quei piani che hanno lo scopo di veicolare risorse verso le PMI, sono uno strumento di investimento di medio e lungo periodo pensato per i piccoli investitori quali le smallcap (società quotate con una piccola capitalizzazione) e operano soprattutto nel mercato dell’AIM Italia, ovvero il mercato della Borsa dedicato alle PMI che vogliono investire nella loro crescita. Grazie al nuovo credito d’imposta si prevede un aumento dell’utilizzo dei PIR.

Minibond

Secondo la Borsa Italiana i minibond sono

obbligazioni o titoli di debito a medio-lungo termine emessi da società italiane non quotate, tipicamente PMI, normalmente destinate a piani di sviluppo, a operazioni di investimento straordinarie o di refinancing. Permettono alle società non quotate di aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario. Come tutte le obbligazioni hanno un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza.

Il fenomeno dei minibond è in forte espansione e questo strumento, dal 2012, ha permesso di far affluire quasi 3 miliardi di euro nelle casse dell PMI che le hanno utilizzate. Il ricorso sempre maggiore a questo tipo di obbligazioni è motivato soprattutto dal fatto che, nonostante i tassi non siano sempre particolarmente vantaggiosi, sono una valida alternativa a un finanziamento bancario a medio-lungo termine. Inoltre, secondo alcuni esperti, i minibond sono anche un’utile allenamento finanziario per le PMI che di solito non sono molto abituate a lavorare nel settore finanziario.

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Il programma LIFE dell’Unione europea ha pubblicato il bando 2018 per la presentazione di proposte progettuali. Attraverso due sottoprogrammi, Ambiente e Azione per il clima, LIFE finanzia progetti nell’ambito della conservazione della natura, della protezione ambientale e dell’azione per il clima.

Che tipo di azioni sono previste?

Il programma LIFE prevede due tipologie di azione principali, ovvero i progetti tradizionali e i progetti integrati.

I progetti tradizionali possono essere coordinati da qualsiasi soggetto giuridico registrato nell’UE, comprese istituzioni pubbliche, imprese ed organizzazioni non governative. Si rivolgono principalmente alla dimostrazione di buone pratiche, alla conduzione di progetti pilota, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica o alla diffusione di nuove pratiche ambientali.

I progetti integrati si rivolgono invece all’implementazione su ampia scala (regionale, multi-regionale, nazionale o trans-nazionale) di piani o strategie definite dalla legislazione Ue o in applicazione di altre iniziative decise dall’Ue e dagli stati membri.

Come si fa a presentare proposte progettuali per LIFE 2018?

La procedura di presentazione delle proposte progettuali per il programma LIFE è stata parzialmente semplificata per il bando 2018, con particolare riguardo ai progetti tradizionali su ambiente ed uso efficiente delle risorse, natura e biodiversità. La nuova procedura per questa tipologia di progetti è articolata in due fasi.

Nella prima i proponenti dovranno presentare una nota concettuale che fornisca una breve descrizione dell’idea di progetto entro metà Giugno. La proposta progettuale completa dovrà poi essere presentata in autunno 2018.

La nuova procedura non si applica ai progetti tradizionali del sottoprogramma Azione per il clima e ai progetti integrati per i quali è prevista una procedura ad una sola fase con la presentazione della proposta progettuale completa entro settembre 2018.

Cosa deve contenere la nota concettuale da presentare nella prima fase?

La nota concettuale da presentare nella prima fase deve avere una lunghezza di circa 10 pagine e riguarderà una breve presentazione dei contenuti del proposta progettuale, includendo in particolare:

  • informazioni di base sul beneficiario coordinatore;
  • problema ambientale interessato (per le componenti ambiente e informazione e governance) o descrizione delle specie, degli habitat e della biodiversità oggetto del progetto (per le componenti natura e biodiversità);
  • obiettivi del progetto; partner del progetto (informazioni sul coordinamento e sui beneficiari associati e sui cofinanziatori del progetto);
  • azioni e mezzi;
  • risultati e impatti attesi del progetto;
  • sostenibilità dei risultati;
  • rischi e limiti del progetto;
  • il valore aggiunto del progetto a livello UE (inteso come contributo alle priorità e agli obiettivi del programma LIFE);
  • il carattere pilota o dimostrativo del progetto (e/o le migliori pratiche per il settore “Natura e biodiversità”);
  • un bilancio indicativo per il progetto.

Quali sono le risorse disponibili per LIFE 2018?

Il bando 2018 dispone di un budget totale di 397 milioni di euro, di cui 317 dedicati al sottoprogramma Ambiente e 80 per il sottoprogramma Azione per il Clima.

Per ulteriori informazioni sul programma, sul bando, sui documenti per presentare domanda e sulle deadline per le diverse tipologie di azione, visitare il sito della call.

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Un’opportunità per le idee innovative

Il programma nasce per selezionare le migliori idee imprenditoriali del settore aerospaziale e guidarle nelle diverse fasi di sviluppo del business. Finanziato dalla Commissione Europea, aggrega un ampio network di esperti in grado di guidare le aziende con servizi di consulenza strategica, coaching e mentoring personalizzato, facilitando l’accesso alle risorse di Horizon 2020.

Utilizzando le best practice di settori più maturi, il progetto guida le idee di impresa vincenti fino al momento cruciale di sbarcare sul mercato. Il programma facilita, inoltre, il trasferimento tecnologico da un settore innovativo come quello aerospaziale a settori più maturi, moltiplicando così la diffusione di innovazione tecnologica.

Il progetto è risultato vincitore della call for proposals COMPET 7 che ha come scopo la selezione e valutazione di start-up ed imprese/progetti innovative nel settore aerospaziale (e non) per guidarle e facilitarle nell’accesso alle risorse del programma Horizon 2020.

Da parte nostra, l’obiettivo ultimo di Space-up sarà quello di permettere alle aziende/progetti del settore aerospaziale (e non) di:

• sviluppare idee imprenditoriali e tecnologie innovative ed aumentarne l‘accesso sul mercato
• innescare processi di trasferimento tecnologico e cross-fertilization da e verso settori maturi
• aumentare la diffusione e l’adozione di tecnologie aerospaziali da parte di aziende esterne al settore
• importare tecnologie da altri settori per nuove applicazioni nel settore aerospaziale

I partner

IBS Consulting lavora in sinergia con Fraunhofer, WFB, SME4SPACE, HYPATIA, IASP, 200 Crowd, Eban, Gi Group e Bic Lazio mettendo competenze, servizi, conoscenze e reti a disposizione delle imprese innovative del settore aerospaziale.

Il progetto Space-up individua tre aree di bisogni cui rispondere per trasformare imprese e start up innovative aerospaziali in leader del settore:

• area commerciale-finanziaria
• area tecnologica
• area business

Grazie all’ampio network di esperti coinvolti, le aziende potranno contare su servizi di consulenza strategica, coaching e mentoring personalizzato, e su un supporto nella ricerca di capitali, attraverso le opportunità dei fondi europei e del crowdfunding. Adottando best practices da settori più maturi, il progetto guiderà le idee di impresa vincenti fino al lancio sul mercato.

Il progetto faciliterà, inoltre, il trasferimento tecnologico da un settore innovativo come quello aerospaziale a settori più maturi, moltiplicando così la diffusione di innovazioni tecnologiche.

Servizi

• Facilitare l’accesso alle risorse dei bandi Horizon 2020, Life e Cosme
• Agevolare l’accesso al credito e al capitale di rischio
• Favorire il trasferimento tecnologico
• Sostenere la ricerca di partner e la selezione delle risorse umane

Obiettivo del progetto sarà intercettare 200 fra progetti industriali e start up, di cui 60 le imprese/progetti selezionate e valutate, per ricevere un primo set di servizi. A conclusione, una selezione di 10 imprese verranno supportate (finanziate) attraverso la stesura di un piano strategico, operativo, economico finanziario e la valutazione della rischiosità attuale e futura delle operazioni attraverso un modello di rating certificato.

Attraverso i servizi offerti, Space-up accompagnerà le imprese lungo il percorso che conduce dallo sviluppo di un’idea ad alto potenziale d’innovazione fino al suo lancio sul mercato, favorendone il posizionamento come leader del settore a livello internazionale.

In particolare

• Accompagnamento delle imprese nelle diverse fasi di sviluppo del business, dalla delineazione dell’idea progettuale al lancio sul mercato
• Promozione del trasferimento tecnologico e dei processi di cross-fertilization nelle imprese innovative del settore aerospaziale da e verso altri settori e incentivazione del processo di ricerca di business partner
• Accelerazione dello sviluppo delle imprese in crescita nel settore aerospaziale supportando il raggiungimento di posizioni di leadership nel settore e a livello internazionale

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La Banca Europea per gli Investimenti (BEI), ha annunciato il lancio di un programma di finanziamenti a supporto degli investimenti nel settore dell’agricoltura e della bioeconomia, ovvero nella catena del valore legata alla produzione e alla lavorazione di alimenti, materiali ed energia sulla base di risorse biologiche rinnovabili.

Bioeconomia e agricoltura: due priorità per l’Ue

“Le catene del valore dell’agricoltura e della bioeconomia sono fattori determinanti per l’economia europea” ha dichiarato il Presidente della BEI, Werner Hoyer, aggiungendo: “Il programma rafforzerà la competitività e creerà un elevato numero di posti di lavoro nelle aree rurali e nei piccoli centri abitati.

In questo modo potrà contribuire a porre un freno ai movimenti migratori tra campagna e città e, insieme ad altri progetti e misure, rappresenterà una soluzione allo spopolamento delle campagne sostenendo lo sviluppo economico rurale”.

Phil Hogan, Commissario europeo per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale, ha aggiunto: “Agevolare l’accesso ai finanziamenti per sbloccare investimenti nel settore agricolo è fondamentale per mantenere la leadership dell’Europa nel campo dei prodotti alimentari di qualità. Con il sostegno del Piano Juncker, il programma di investimenti della BEI rilancerà l’occupazione e la crescita dell’economia rurale europea”.

Il programma di finanziamenti rientra infatti in una più ampia serie di misure della BEI a beneficio di tali settori e sarà garantito attraverso il bilancio dell’Ue nel quadro del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), elemento cardine del Piano di investimenti per l’Europa della Commissione europea il cosiddetto Piano Juncker.

Un nuovo regolamento, entrato in vigore all’inizio del 2018, ha recentemente ampliato l’ambito di applicazione del FEIS, includendovi l’agricoltura sostenibile e la bioeconomia come settori specifici di intervento.

Budget e il periodo di attuazione del programma della BEI

Secondo quanto dichiarato da Andrew McDowell, Vicepresidente della BEI responsabile per la bioeconomia, si prevede che i 400 milioni di euro del programma potranno sostenere investimenti nel settore per oltre 850 milioni di euro in tutta Europa.

I progetti previsti nell’ambito del programma saranno attuati nel periodo 2018-2022.

Gli obiettivi del programma

Il programma intende contribuire alla promozione delle catene del valore della bioeconomia e al conseguimento delle finalità dell’Ue e degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) in materia di ambiente e di economia verde a basse emissioni di carbonio.

Nonostante l’entità e l’importanza nell’economia europea, il settore dell’agricoltura e della bioeconomia è in gran parte costituito da aziende e cooperative difficili da raggiungere con lo strumento del prestito diretto e che usufruiscono di investimenti relativamente modesti.

Attraverso banche commerciali in tutta europea, la BEI si è già attivata con prestiti multibeneficiario, sostenendo l’attuazione di progetti da parte di agricoltori e di piccole e medie imprese attive nella bioeconomia.

Attraverso il programma, la BEI incrementerà il proprio impatto sul settore grazie al rafforzamento della competitività delle aziende europee che, disponendo di maggiori capacità e risorse per effettuare investimenti a lungo termine nell’innovazione, potranno sviluppare e commercializzare prodotti e servizi a maggior valore aggiunto.

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La digitalizzazione dell’industria

Maggiore cooperazione tra fabbriche del futuro e big data

Si è recentemente tenuto il forum degli stakeholder Digitsing European Industry. L’evento, che si svolge su base annuale, è stato co-organizzato per questa edizione dalla Commissione Europea e dal Ministero Francese dell’Economia e delle Finanze e ha costituito un momento di incontro per tutti i portatori di interesse nei processi e nelle strategie di digitalizzazione dell’industria.

Gli argomenti affrontati

Le discussioni durante l’evento hanno toccato diversi aspetti relativi ai centri di innovazione digitale, ai partenariati pubblico-privato, agli strumenti di finanziamento per la digitalizzazione, alle competenze digitali e alla diffusione delle piattaforme industriali digitali.

Il forum ha rappresentato peraltro un momento di scambio di buone pratiche e confronto tra progetti ed attività portate avanti nell’ambito dell’iniziativa della Commissione europea Digitising European Industry.

Le strategie europee di digitalizzazione dell’industria

Durante il forum, l’Associazione europea per la ricerca sulle fabbriche del futuro (EFFRA) e l’Associazione Big Data Value (BDVA) hanno convenuto di intensificare i rapporti di collaborazione tra i due ambiti firmando un memorandum di cooperazione.

Fin dal suo avvio, la partnership pubblico-privato Fabbriche del futuro si è adoperata per far progredire la digitalizzazione nel settore manifatturiero e nei processi produttivi come componente fondamentale delle sue attività globali di trasformazione delle tecnologie di produzione.

In parallelo con l’avanzare del processo di digitalizzazione della produzione, l’utilizzo dei dati ha acquisito sempre maggiore importanza e sono aumentati i punti di interesse comune e di interscambio tra le due aree tematiche a cui EFFRA e BDVA fanno riferimento.

Il memorandum di cooperazione tra EFFRA E BDVA

Il memorandum afferma che le due associazioni collaboreranno strettamente:

  • Contribuendo all’implementazione dell’agenda digitale dell’Ue mediante la redazione e la realizzazione di documenti strategici, roadmap, progetti pilota e attività correlate;
  • Identificando percorsi di sviluppo dall’attuale stato di avanzamento del sistema industriale verso la visione delineata delle fabbriche del futuro;
  • Condividendo e diffondendo buone pratiche e approcci tra i progetti implementati;
  • Sostenendo congiuntamente manifestazioni sulla cooperazione industriale nell’economia digitale e sulle infrastrutture digitali della prossima generazione;
  • Massimizzando lo sfruttamento dei risultati dei progetti implementati e portati a termine.

Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a consultare il sito dell’iniziativa europea Digitising European Industry e il testo del memorandum.

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Cambio di rotta per lo strumento Innovalombardia

Linea Innovazione di Regione Lombardia: i contributi a corredo del finanziamento diventano in conto capitale

Con questa novità, divulgata martedì 10 Aprile, Regione Lombardia intende contribuire direttamente alle spese sostenute dalle imprese per la realizzazione degli investimenti oggetto dell’agevolazione con un contributo quantificato sulla base del finanziamento concesso nella misura massima di 250 punti base.

Chi sono i soggetti beneficiari?

Le PMI e le Mid Cap lombarde (imprese con un organico inferiore a 3.000 dipendenti) già costituite e iscritte al Registro delle Imprese da almeno 24 mesi alla data di presentazione della domanda.

Cosa finanzia?

Due le misure previste che ammettono progetti coerenti alla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale:

Sottomisura Prodotto

Finanzia i progetti di industrializzazione di un progetto di R&S finalizzato al miglioramento di un prodotto esistente (es. caratteristiche tecniche, componenti, materiali, software incorporati, facilità d’uso o altre caratteristiche funzionali) o alla realizzazione di un nuovo prodotto.

Sottomisura Processo

Finanzia i progetti finalizzati all’innovazione di processo attraverso l’introduzione di un metodo di produzione/distribuzione nuovo o sensibilmente migliorato.

Qual è il beneficio concesso?

L’agevolazione consiste in un:

A- Finanziamento

Importo: tra un minimo di € 300.000 e un massimo di € 7.000.000;

Copertura: fino al 100% delle spese sostenute;

Tasso di interesse: pari alla media ponderata dei tassi applicati alle risorse finanziarie messe a disposizione da Finlombarda e dagli intermediari convenzionati;

Durata: tra un minimo di 3 anni e un massimo di 7 anni incluso l’eventuale preammortamento;

Modalità di erogazione: tra il 20% e il 70% alla sottoscrizione del contratto di finanziamento. La restante quota a saldo a conclusione del progetto.

B- Contributo in conto capitale

Compatibilmente con il regime di aiuto applicato, fino ad un massimo di 250 punti base e comunque in misura tale da non superare il tasso definito per il finanziamento sottostante.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

Attualmente lo sportello è aperto e le domande potranno essere presentate sino ad esaurimento delle risorse e comunque non oltre le 12.00 del 31 dicembre 2019.

Come sono valutate le domande?

Per entrambe le misure è prevista una procedura valutativa a sportello.

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Lavoro: evitare la disoccupazione tecnologica

Dopo una rapida panoramica sulle misure agevolative rivolte alle imprese che investono in chiave 4.0, cerchiamo ora di capire come funzionerà il credito d’imposta su lavoro e formazione, tassello fondamentale per far sì che il Piano Impresa diventi pienamente operativo coinvolgendo il lavoratore ed evitando il rischio di disoccupazione tecnologica a cui è potenzialmente esposto.

Formazione 4.0

Gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Se è vero infatti che le aziende italiane hanno largamente investito in beni materiali e sistemi informatici (lo ha ricordato il Ministro Calenda a Torino durante la presentazione dei risultati 2017 del Piano), altrettanto non è stato fatto nella formazione dei lavoratori per i quali emerge il serio rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro se privi di competenze adeguate.

Come evitarlo?

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo formazione, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

In che modo?

Le aziende che avranno investito, nel corso dell’anno, in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

L’incentivo sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica. Per la sua operabilità, tuttavia si è in attesa del decreto attuativo.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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Bando Export e Regione Lombardia

Con il bando Export 4.0 arriveranno 5,5 milioni di euro dalla Regione Lombardia per accompagnare le imprese all’estero: le domande a partire dal 23 aprile 2018.

Con “Export 4.0” riprende il sostegno dalla Regione Lombardia e dal Sistema camerale lombardo a favore delle MPMI, per sviluppare e consolidare la posizione sui mercati esteri attraverso l’accesso a piattaforme di e-commerce e la partecipazione a fiere, grazie a un contributo a fondo perduto del 50% dell’investimento.

Chi potrà richiederlo?

Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) del settore manifatturiero, costruzioni e servizi alle imprese con sede legale e/o operativa in Lombardia.

Cosa finanzierà?

Due le misure previste:

Misura A – volta a favorire l’accesso alle piattaforme e-commerce cross border gestite da operatori specializzati del mercato mediante l’apertura e/o il consolidamento di un canale commerciale per l’export dei propri prodotti tramite l’accesso a servizi specializzati per la vendita online b2b e/o b2c forniti da terze parti, che siano retailer, marketplace o servizi di vendita privata, a condizione che la transazione commerciale avvenga tra l’azienda e l’acquirente finale.

Non saranno ammessi progetti consistenti, anche solo parzialmente, nell’avvio, sviluppo o manutenzione di siti e/o app mobile e-commerce proprietari, salvo per quanto concerne esclusivamente la sincronizzazione tra tali siti e/o app e-commerce di proprietà dell’impresa richiedente e i canali specializzati di vendita online prescelti.

Misura B – volta a favorire la partecipazione in forma singola agli eventi fieristici esteri senza l’intervento di soggetti intermediari.

Qual sarà il contributo?

Misura A – Contributo a fondo perduto massimo di 6.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 6.000 euro.

Misura B – Contributo a fondo perduto massimo di 2.000 euro, pari al 50% delle spese ammissibili. L’importo minimo degli investimenti richiesti è pari a 4.000 euro.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

La domanda per la prima finestra potrà essere presentata dalle 14.30 del 23 aprile 2018.

Come saranno valutate le domande?

Per la Misura A, è prevista una procedura valutativa a sportello, mentre per la Misura B, qualora l’ammontare delle domande ammissibili superi la disponibilità del bando, è invece prevista una procedura a sorteggio.

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4,7 miliardi di euro nei biocarburanti avanzati

È stato approvato dalla Commissione europea un regime di sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per l’Italia al fine di incentivare lo sviluppo della produzione e della distribuzione di biocarburanti avanzati, di seconda e terza generazione e in particolare di biometano.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo?

Il regime contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di energia e cambiamento climatico, supportando la transizione dell’Italia verso l’utilizzo di combustibili più rispettosi dell’ambiente.

La direttiva sulle energie rinnovabili chiede ai paesi membri dell’UE che, entro il 2020, almeno il 10% dell’energia consumata nel settore trasporti provenga da fonti rinnovabili.

L’accordo adottato è stato formulato in linea con la disciplina della Commissione europea in materia di concorrenza e aiuti di stato a favore dell’ambiente e dell’energia e sarà operativo nel periodo 2018-2022.

Che tipo di incentivi sono previsti?

Come è noto la produzione di biocarburanti e biometano avanzati ha costi di gran lunga maggiori rispetto a quella dei combustibili fossili.

Grazie al regime approvato dalla Commissione Europea, i produttori di biocarburanti riceveranno un sostegno per compensare i maggiori costi di produzione e per poter competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti.

Ulteriori incentivi saranno presto erogati ai produttori che decideranno di investire nel miglioramento della distribuzione e della liquefazione del biometano avanzato.

Gli agricoltori saranno inoltre agevolati nella produzione di biocarburanti da residui delle attività di settore per alimentare macchinari e veicoli agricoli.

Per maggiori dettagli vi invitiamo a consultare il comunicato stampa disponibile nel sito della Commissione Europea.

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Venerdì scorso abbiamo parlato delle origini del Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ciò che l’Italia ha messo in atto per renderlo pienamente operativo. In questo secondo articolo esamineremo le misure agevolative di maggior appeal per le aziende italiane rimandando al prossimo approfondimento l’affondo sul tema Lavoro 4.0.

Dopo un 2017 chiusosi con un saldo positivo nell’utilizzo, da parte delle imprese, degli incentivi governativi volti a favorire il processo di trasformazione del sistema Paese in un’ottica di crescita competitiva e innovazione tecnologica, la legge di Bilancio 2018 ha arricchito il paniere a disposizione degli imprenditori introducendo incentivi e strumenti volti a salvaguardare il capitale umano e la forza lavoro.

Super e Iper ammortamento: investire per crescere

Prorogate le maggiorazioni per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi: in caso di Superammortamento l’incremento d’aliquota scende al 30% del costo fiscale del bene e le date slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 30 giugno 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Nel caso dell’Iperammortamento, che ricordiamo premia l’industria in chiave 4.0, viene confermata la maxi maggiorazione del costo deducibile al 150% e i termini slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 31 dicembre 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Inoltre, per i soggetti che beneficiano dell’Iperammortamento, nel caso di investimenti in beni immateriali strumentali, si applica la maggiorazione del 40%.

Nuova Sabatini: credito all’innovazione

Stanziati 330 milioni di euro per il quinquennio 2018-2023, a favore della misura che permette alle aziende di fruire di un contributo a fondo perduto in conto impianti, che può variare dal 2,75% al 3,575% annuo -a seconda che si tratti di investimenti ordinari o investimenti in tecnologie digitali e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti-, calcolato sul valore del cespite a fronte di investimenti in macchinari e attrezzature.

Fondo di Garanzia: l’intervento statale a supporto di PMI e professionisti

Con questo strumento le PMI e i professionisti di ogni settore possono essere facilitati nell’accesso al credito per le operazioni finanziarie legate alla loro attività imprenditoriale grazie al rilascio, da parte del Fondo, di una garanzia statale in grado di abbattere il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro.

Credito d’Imposta R&S: premiare chi investe nel futuro

È lo strumento che mira a stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti al fine di garantire la competitività futura delle imprese attraverso il riconoscimento di un beneficio fiscale, utilizzabile anche in caso di perdite d’esercizio, pari al 50% su spese incrementali sostenute in Ricerca e Sviluppo e riconosciuto fino ad un massimo annuale di 20 milioni di euro sino al 2020.

Formazione 4.0: gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

Patent box: per dare valore ai beni immateriali

È lo strumento che, sino al 2020, introduce un regime opzionale di tassazione agevolata – riduzione aliquote Ires e Irap sino al 50% -, per i redditi derivanti dall’utilizzo e/o dalla cessione di opere dell’ingegno, da brevetti industriali, da marchi, disegni e modelli nonché da processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, al fine di favorire e mantenere in Italia l’investimento in attività di Ricerca e Sviluppo.

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