È stato sottoscritto l’accordo tra sindacati e Assolombarda che sblocca il credito di imposta sulla Formazione 4.0 e permette alle aziende di usufruire dell’incentivo. 

A fine luglio, Confindustria e Federmanager avevano siglato un accordo nazionale sul Credito di imposta, a cui era seguito, poco più tardi, un accordo collettivo territoriale tra Aldai e Assolombarda. Ora, con la firma dell’intesa territoriale da parte di Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil di Milano, Monza e Brianza e Lodi, le imprese possono finalmente avviare la procedura per ottenere il credito di imposta.

Cosa prevede il Credito di Imposta Formazione 4.0

Come avevamo scritto in questo approfondimento, il Credito di Imposta Formazione 4.0 prevede un credito pari al 40% delle spese sostenute per la formazione aziendale del personale dipendente, fino a un massimo pari a 300mila euro per ogni beneficiario. Il Credito di imposta Formazione 4.0 fa parte del Piano nazionale impresa 4.0: segue gli incentivi che hanno sostenuto la trasformazione digitale delle imprese agevolando l’adozione di tecnologie abilitanti e si concentra sull’adeguamento delle competenze del personale alle necessità e alle logiche della digitalizzazione. 

Il provvedimento si rivolge a tutte le imprese residenti nel territorio italiano, agevolando le attività di formazione “finalizzate all’acquisizione o al consolidamento, da parte del personale dipendente dell’impresa, delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la realizzazione del processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal Piano nazionale Impresa 4.0”.

Come accedere alle richieste

Secondo l’accordo, il piano di Formazione 4.0 per cui si intende beneficiare dell’incentivo dovrà essere sottoposto alle Commissioni Territoriali competenti. Sulla base dei format previsti, le aziende interessate dovranno presentare i piani alle segreterie delle Commissioni, rispettivamente all’indirizzo form@assolombarda.it per le aziende di Milano e Lodi e chiara.varco@assolombarda.it per le aziende del territorio di Monza e Brianza. Queste provvederanno ad inviarle alle organizzazioni sindacali. 

Contattaci e ti guideremo nella richiesta dell’incentivo:

Le imprese che vogliono usufruire del Bonus pubblicità devono presentare la documentazione necessaria tra il 22 settembre e il 22 ottobre 2018.

Come era stato chiarito dalla pubblicazione del Decreto Attuativo che aveva ufficializzato il provvedimento per il 2018 e descritto la procedura necessaria a usufruire dell’incentivo (di cui abbiamo scritto qui), la comunicazione per l’accesso al credito d’imposta e la dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati devono essere presentate al Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, tramite i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

La domanda deve contenere, tra le altre, le seguenti informazioni: il costo complessivo degli investimenti pubblicitari effettuati nel corso dell’anno rispetto alle stesse spese nell’anno precedente, l’indicazione dell’incremento, il valore del credito di imposta richiesto e la dichiarazione sostitutiva di atto notorio che certifica l’assenza di condizioni ostative ed interdittive previste dalle disposizioni antimafia ai fini della fruizione di contributi e finanziamenti pubblici.

Cosa è il Bonus pubblicità?

Il Bonus pubblicità è un incentivo nella forma del Credito di Imposta che agevola gli investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa online e le emittenti radiotelevisive locali. Possono usufruirne imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali che abbiano effettuato investimenti in campagne pubblicitarie su stampa, offline e online, ed emittenti televisive e radiofoniche, superiore almeno dell’1% rispetto alla spesa sugli stessi mezzi dell’anno precedente.

Contattaci e un nostro esperto saprà guidarti per ottenere l’agevolazione: 

Nell’ambito dello European Innovation Council, la Commissione europea sosterrà 14 progetti per accelerare l’immissione sul mercato delle innovazioni sviluppate. Ciascun progetto riceverà circa 2 milioni di euro attraverso lo strumento “Fast Track to Innovation” ricompreso nello European Innovation Council e finanziato nell’ambito del programma europeo di Ricerca ed Innovazione Horizon 2020.

I 14 progetti coinvolgono 59 partner, tra cui piccole e medie imprese, partner industriali, università e organizzazioni senza scopo di lucro, provenienti da 18 paesi diversi. Grazie a questi finanziamenti e a un sostegno supplementare per l’accelerazione delle attività delle imprese, i progetti potranno portare avanti le loro attività di ricerca ed innovazione su prodotti e servizi da lanciare sul mercato.

Che cos’è lo strumento “Fast Track to Innovation”?

Lo strumento “Fast Track to Innovation” è una parte centrale dello European Innovation Council, che mira a supportare lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti, servizi, processi o modelli aziendali radicalmente innovativi che abbiano il potenziale di aprire nuovi mercati.

Lo strumento “Fast Track to Innovation” offre fino a 3 milioni di euro a consorzi composti da 3-5 partner, tra cui piccole e medie imprese (PMI), grandi imprese, centri di ricerca, università, organizzazioni di cluster, associazioni industriali, incubatori di imprese, investitori e settore pubblico.  Lo strumento si rivolge a tecnologie, concetti e modelli commerciali innovativi relativamente maturi e vicini al mercato.

Oltre al supporto finanziario, i partecipanti hanno accesso a servizi gratuiti di business coaching e di accelerazione.

Quali progetti sono stati selezionati?

All’ultima deadline del 31 maggio 2018 la Commissione europea aveva ricevuto 2016 proposte. Tra i progetti selezionati per il finanziamento figurano una tecnologia di riciclaggio per introdurre nelle linee di produzione gomma proveniente da pneumatici “a fine vita” come sostituto della gomma vergine, un sistema per il trattamento della fibrillazione atriale persistente, uno strumento di intelligenza artificiale che migliora la qualità video e diminuisce il volume di dati e traffico legati allo streaming video e una pompa di calore stirling per uso industriale ad alte temperature.

Quali sono le prossime deadline?

Le prossime deadline per la presentazione di proposte progettuali da finanziare attraverso lo strumento “Fast Track to Innovation” sono il 23 ottobre 2018 e il 21 Febbraio 2019.

 

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Buone notizie per l’impresa italiana: dall’analisi dei Bilanci 2017 realizzata da Cerved emerge un quadro in generale miglioramento per le aziende italiane, con una crescita dei più importanti indici di bilancio. 

L’analisi effettuata da Cerved su 150 mila bilanci 2017, presentati a giugno 2018, evidenzia che:

«nel 2017 è proseguito il miglioramento dei bilanci delle imprese italiane, sia sul fronte dei conti economici che sul fronte della sostenibilità finanziaria». 

L’osservatorio Bilanci 2017 di Cerved, infatti, mostra una netta accelerazione dei fatturati che sono cresciuti a tassi record per gli ultimi 10 anni (+4,3% rispetto al +2,3% del 2016), con una redditività netta che è tornata ai livelli che precedevano la crisi economica. Ha acquisito, inoltre, un ulteriore slancio positivo il processo di rafforzamento finanziario delle aziende, con una migliore sostenibilità dei debiti finanziari.

Sono state le imprese che operano nell’industria a mettere a segno i risultati migliori per ciò che riguarda i ricavi, con un tasso di crescita che si attesta al +5,9%. Miglioramenti più contenuti, anche se positivi, per le società che operano nelle costruzioni e nel terziario (+3,4%). Nonostante l’aumento dei ricavi, tuttavia i dati relativi al valore aggiunto evidenziano un leggero rallentamento (+4,2% rispetto al +4,8% dell’anno precedente), dovuto in gran parte al rialzo dei costi esterni, materie prime in particolare. 

Sempre lo stesso report evidenzia poi altri due aspetti decisivi per comprendere lo stato di salute delle imprese italiane: da una parte, forse l’elemento più importante, la redditività netta ha proseguito il suo recupero e, anche grazie all’andamento favorevole degli oneri finanziari, ha raggiunto livelli precedenti alla crisi economica. Il ROE, l’indiche che monitora il ritorno sul capitale investito, si attesta infatti al di sopra del livello del 2007 (9,9% rispetto al 9,7%). D’altra parte, è migliorata anche la sostenibilità dei debiti finanziari. 

La situazione del credito

Il report sottolinea che, in generale, l’ammontare dei debiti finanziari nei bilanci delle imprese aumenta del 1,7%, anche se ciò riguarda soltanto le imprese medio-grandi, mentre per le PMI continua la situazione di credit crunch. Nonostante ciò, il maggiore rigore nel concedere i crediti da parte degli istituti ha migliorato gli indici di sostenibilità e reso più solidi i bilanci delle imprese. Il costo medio del debito è infatti sceso al 2.8%.

Si tratta, in sintesi, di risultati importanti, che ribadiscono lo stato di salute crescente delle aziende italiana. 

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Con la Circolare Direttoriale del 3 agosto 2018, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 186 dell’ 11 agosto 2018, il Ministero dello Sviluppo Economico è intervenuto introducendo alcune semplificazioni per facilitare l’accesso delle aziende all’agevolazione Nuova Sabatini.

In particolare il Ministero ha semplificato la documentazione da allegare alle domande di agevolazione e alle richieste di erogazione. Inoltre, la Circolare ha aggiornato l’elenco dei beni ammissibili, aprendo alla realtà aumentata, alle ricostruzioni 3D e alla rilevazione telematica di prestazione e al drop shipping.

Cos’è la Nuova Sabatini?

La Nuova Sabatini è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, per facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti e beni strumentali e hardware, nonché software e tecnologie digitali.

A quali aziende e quali settori si rivolge?

Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda sono costituite e regolarmente iscritte al Registro delle Imprese. Sono ammessi all’agevolazione tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, ad esclusione di attività finanziare e assicurative e di attività connesse all’esportazione.

Cosa finanzia la Nuova Sabatini?

L’agevolazione finanzia l’acquisto di «beni nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali per “impianti e macchinari”, “attrezzature industriali e commerciali” e “altri beni”, ovvero spese classificabili nell’attivo dello stato patrimoniale alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4 dell’articolo 2424 del codice civile, nonché a software e tecnologie digitali».

Per essere accettabili gli investimenti devono soddisfare il requisito di autonomia funzionale e devono essere correlati all’attività produttiva svolta dall’impresa. 

Ecco il testo completo della Circolare Direttoriale del 3 agosto 2018.

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Startup: una realtà in forte aumento

Nonostante lo scarso contributo dei mercati finanziari, l’Italia ha ormai un numero importante di startup innovative, che si distribuiscono nella Penisola riflettendo la struttura tipica dei distretti manifatturieri. Per comprendere questa geografia è importante comprendere il contributo del Corporate Venture Capital, gli investimenti delle imprese mature in Startup innovative.

Dal 2012, grazie ad una sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative, l’Italia si è dotata di un sistema di incentivi con lo scopo di favorire l’innovazione e la produttività del sistema economico italiano. Oggi, per quanto il numero di startup che producono innovazione sia cresciuto, l’impatto di quest’innovazione sulla crescita e la produttività del Paese è ancora basso.

Quante sono le startup innovative?

Secondo i dati di Infocamere a giugno 2018 sono iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese 9.328 startup innovative. In realtà, solo una parte delle imprese che producono innovazione sono di fatto iscritte alla sezione speciale del registro, in parte perché ne ignorano l’esistenza, perché non soddisfano tutti i requisiti o perché non sono interessate ai vantaggi dell’iscrizione. Secondo diverse ricerche, ci sono almeno 14 mila startup innovative, tra quelle iscritte e quelle non iscritte al registro, in crescita del 12% rispetto al numero stimato due anni fa (fonte Cerved).

Dove si collocano le startup innovative?

Sulla distribuzione geografica delle startup influisce fortemente il (mancato) sostegno da parte dei mercati finanziari: la quasi totale assenza dell’apporto del venture Capital (97 milioni di dollari investiti in Italia contro gli 894 milioni della Francia, i 761 milioni del Regno Unito e i 447 milioni della Spagna per fare un esempio) costringe le imprese a cercare altre forme di sostegno finanziario.

Questa assenza è parzialmente compensata dal Corporale Venture Capital, cioè dagli investimenti delle imprese mature in startup innovative. Naturalmente, questo influisce pesantemente sulla geografia delle imprese innovative che sono raccolte nei distretti industriali, dove tradizionalmente si concentra la capacità produttiva e la tradizione manifatturiera italiana. È così che le imprese si concentrano nel Nord del Paese, seguono la dorsale adriatica e sono in ritardo nel Mezzogiorno.

Ecco quella che, ad oggi, si conferma come la via italiana all’innovazione: sistemi di innovazione aperta in cui l’innovazione è guidata dalle imprese che tradizionalmente hanno capacità manifatturiera, accesso ai mercati finali e alle risorse finanziarie.

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Due documenti recentemente pubblicati da Cerved aiutano a fare chiarezza sullo stato di salute delle imprese italiane e a mettere a fuoco con precisione la posizione delle aziende lombarde all’interno del panorama del credito italiano. 

Credito: lo stato di salute delle imprese lombarde

Dal primo, “Credito e rischio delle imprese – La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte”, realizzato da Cerved in collaborazione con Assolombarda, emergono dati contrastanti sullo stato di salute del sistema del credito lombardo. Da una parte, notizia positiva, il report sottolinea un importante calo delle stock di sofferenze, ma evidenzia al contempo un deciso aumento delle società a rischio default. Elaborando i dati di Banca d’Italia, l’osservatorio sottolinea (ed è il dato principale che emerge dal report) un effetto di polarizzazione: sono state le imprese di una certa dimensione a beneficiare dell’aumento dei crediti concessi alle imprese lombarde, che ammontano in totale a 222 miliardi di euro nel 2017. Non sembra migliorare, invece, il credit crunch per le piccole imprese, che a fine 2017 subisce un’ulteriore contrazione dell’1,7%. Si tratta di una tendenza che, purtroppo, non riguarda solo le piccole medie imprese, ma anche le aziende del settore delle costruzioni, per cui il calo è addirittura del 5%.

Le luci e le ombre del rapporto proseguono se si analizzano le valutazioni del rischio prospettico, effettuate attraverso il Cerved Group Score. Dall’analisi emerge infatti che le imprese lombarde che hanno effettuato un upgrade, migliorando almeno una classe del proprio profilo di rischio, hanno superato quelle che hanno subito un downgrade. Del resto il movimento ha polarizzato il panorama, aumentando la concentrazione delle classi estreme: è aumentato sia il numero delle imprese con profili solidi che la percentuale delle imprese più rischiose, a più alta probabilità di insolvenza.

Rischio di Credito: la polarizzazione della situazione italiana

Questi dati sono, e per certi versi non è una notizia positiva, in linea con l’ultimo report di Up & Down, l’osservatorio di Cerved sull’evoluzione del rischio di credito delle imprese italiane. Anche questo report mostra infatti un effetto di polarizzazione e un aumento della concertazione delle imprese agli estremi: diminuiscono le aziende posizionate nell’area(intermedia) di vulnerabilità, ma aumenta la concentrazione ai poli, con una crescita sia dell’area di rischio (dal 13,8 % al 16,8% sia dell’area di sicurezza (dal 13,5% al 14,5%). 

Anche in questo caso, il dato negativo si concentra soprattutto attorno alle micro-imprese, che non hanno beneficiato degli effetti positivi della riduzione del rischio del sistema finanziario ed hanno, al contrario, visto ridursi il sostegno del credito. 

È dunque tra le piccole e micro-imprese che si concentrano le difficoltà finanziarie ed è più alto il rischio di default. Sebbene lo stato di salute del sistema finanziario italiano sia migliorato e le sofferenze si siano complessivamente ridotte, questo miglioramento ha riguardato soprattutto le aziende più grandi e già più solide.

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Emanato il decreto attuativo del Mise – in concerto con il Mef -, che dà via libera all’incentivo fiscale introdotto con la Legge di Bilancio 2018 per sostenere la quotazione delle piccole e medie imprese e favorire l’ingresso in Borsa dei piccoli imprenditori. A breve la pubblicazione in GU.

Chi potrà usufruirne?

Le PMI che inizieranno una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato Ue o dello spazio economico europeo.

Cosa prevedrà l’agevolazione?

Un credito d’imposta fino a 500.000 € nella misura del 50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2020.

Quali saranno le spese finanziabili?

Potranno essere finanziate le attività finalizzate alla quotazione delle PMI come: l’implementazione e l’adeguamento del controllo di gestione, l’assistenza nella redazione del piano industriale, gli studi di fattibilità dell’operazione, la due diligence finanziaria, i listing fee, il supporto legale, fiscale e contrattuale, nonché le spese per le comunicazioni effettuate tramite interviste, comunicati stampa, eventi e presentazioni alla comunità finanziaria.

Come si fruirà del credito d’imposta?

Il credito andrà usato esclusivamente in compensazione a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui sarà ottenuta la quotazione.

Secondo le prime anticipazioni i beneficiari dovranno inviare l’istanza in via telematica nel periodo d’imposta compreso fra il 1°ottobre dell’anno in cui sarà ottenuta la quotazione e il 31 marzo dell’anno successivo.

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Indicazioni utili per una gestione consapevole delle relazioni col sistema finanziario

24 maggio 2018 – h 16:30
Presso IBS Consulting – Via Flero, 46 – Brescia

Nell’attuale contesto finanziario, nell’ottica di agevolare la banca nel processo di valutazione dell’affidabilità, acquista sempre maggiore importanza la capacità delle imprese di comunicare in modo chiaro e puntuale informazioni quantitative e qualitative sulla propria attività.

Durante il momento di approfondimento, IBS Consulting fornirà strategie per facilitare il dialogo col mercato del credito e migliorare il rapporto banca-impresa.

Come ti valuta la tua bancaPROGRAMMA

Saluti di apertura

E. Alberto Bertolotti – CEO e founder IBS Consulting & ACF

Relatore

Fabio Pasinetti – Financial Analyst IBS Consulting & ACF

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ECTA ed EEEF: prosegue la collaborazione

Lo strumento di assistenza tecnica (ECTA) della Commissione europea per il Fondo europeo per l’efficienza energetica (EEEF), ha sostenuto con successo progetti di efficienza energetica per un volume di investimenti complessivo di 194,4 milioni di euro.

L’assistenza tecnica fornita dalla Commissione ha aiutato i governi locali e regionali nell’implementazione di progetti di efficienza energetica che potranno essere di esempio per lo sviluppo di ulteriori progetti, per la costruzione di modelli finanziari adeguati ed il miglioramento delle competenze delle autorità locali negli investimenti sostenibili nel settore dell’energia.

Quali risultati sono stati ottenuti attraverso lo strumento di assistenza tecnica ed il Fondo europeo per l’efficienza energetica?
Lo strumento di assistenza tecnica della Commissione europea ha supportato il rafforzamento delle competenze delle autorità pubbliche nell’elaborazione di idee progettuali in materia di programmi di investimento sostenibili.

Tra dicembre 2011 e marzo 2016, lo strumento ha sostenuto le attività di sviluppo di progetti per 16 beneficiari pubblici in otto Stati membri dell’Unione europea.

Nel 2017, l’assistenza tecnica ha agevolato con successo 10 progetti, per un volume totale di investimenti pari a 194,4 milioni di euro.
Quattro progetti di assistenza tecnica (53,9 milioni di euro) hanno già chiuso il finanziamento attraverso il fondo. Tra questi, ad esempio, la regione Rhône-Alpes in Francia con un progetto di ristrutturazione di edifici, la città di Venlo nei Paesi Bassi con un progetto di illuminazione stradale, e la città di Santander in Spagna con un progetto di illuminazione pubblica. Altri tre progetti di assistenza tecnica (94.2 milioni di euro) sono invece in fase di completamento.

Si prevede che questi programmi di investimento consentiranno un taglio alle emissioni di circa 26.701 tonnellate di CO2e ed un risparmio di energia pari a 146.942 MWh all’anno, aiutando le autorità pubbliche e i relativi territori a trasformarsi in luoghi resilienti, più puliti e sostenibili.

Quale assistenza tecnica in futuro per l’accesso al Fondo europeo per l’efficienza energetica?
Sulla base dell’esperienza positiva dello strumento di assistenza tecnica della Commissione europea, conclusasi a fine 2017, il Fondo europeo per l’efficienza energetica ha avviato un nuovo strumento attraverso il quale le autorità pubbliche potranno continuare a ricevere assistenza tecnica.
Per ulteriori informazioni sullo strumento di assistenza tecnica del EEEF, visitare il sito disponibile qui.

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