Nuovo sostegno per investimenti aziendali. Su macchinari, impianti e anche brevetti

Aumenta di 25 milioni di euro la dotazione del bando AL VIA (Agevolazioni Lombarde per la Valorizzazione degli Investimenti Aziendali) promosso da Regione Lombardia e destinato alle piccole e medie imprese (PMI) lombarde, attive da almeno 24 mesi.

Fondi che si vanno ad aggiungere a quelli stanziati in precedenza: il bando infatti si è aperto nel luglio 2017 e il totale delle risorse messe a disposizione è arrivato a 133,5 milioni di euro, a valere su fondi POR FESR 2014-2020 (Asse 3 Competitività / Azione III.3.C.1.1).

La nuova tranche di risorse è suddivisa tra 20 milioni sul Fondo di Garanzia e 5,1 milioni sul contributo in conto capitale.

L’obiettivo è quello di favorire gli investimenti aziendali: e dunque l’acquisto di macchinari, impianti specifici e attrezzature, arredi; quello di software e hardware, ma anche quello di  marchi e brevetti. Fino alla realizzazione di opere murarie, impianti e, per casi specifici, di proprietà.

Il contributo di Regione

Il finanziamento da Regione va da un minimo di 50 mila euro a un massimo di 2,85 milioni di euro a progetto. Per ottenere il contributo le spese per progetto devono essere comprese tra un minimo di 53 mila euro e un massimo di 3 milioni di euro, se finalizzate allo sviluppo aziendale, il tetto sale invece a un massimo di 6 milioni di euro se i costi sono relativi al rilancio di aree produttive. In questo modo, la Regione – che ha dato via libera all’incremento di risorse lo scorso aprile – intende sostenere la competitività delle PMI e del sistema produttivo lombardo.

Le linee di intervento

ll bando Al Via prevede due diverse linee di intervento e dunque diverse tipologie di finanziamento a medio lungo termine.

La Linea Sviluppo Aziendale finanzia investimenti da realizzarsi nell’ambito di generici piani di sviluppo aziendale, mentre la Linea Rilancio Aree Produttive sostiene investimenti basati su programmi di ammodernamento e ampliamento produttivo legati appunto a piani di riqualificazione e/o riconversione territoriale di aree produttive.

Previsti una garanzia regionale gratuita del 70% ad assistere il Finanziamento, e un contributo a fondo perduto in conto capitale variabile, a seconda della dimensione aziendale e del regime di aiuto scelto.

Le PMI possono proporre progetti realizzati nell’ambito delle Aree di specializzazione individuate dalla “Strategia regionale di specializzazione intelligente per la ricerca e l’innovazione (S3)” ovvero aerospazio; agroalimentare; eco-industria; industrie creative e culturali; industria della salute; manifatturiero avanzato; mobilità sostenibile.

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In un recente report sui fondi di private equity, la società di analisi inglese eFront, presente in 48 Stati in tutto il mondo, ha evidenziato che i fondi italiani mostrano i migliori rendimenti in Europa. Da quando sono nati a oggi, i fondi italiani hanno infatti prodotto un Irr (tasso di rendimento interno) del 10,11%: si tratta del più alto rapporto rischio-rendimento, se si escludono Stati Uniti e Cina.

La società sottolinea che nonostante l’Italia sia stata spesso trascurata a favore di mercati di venture capital più avanzati, potrebbe diventare presto un “buono spunto per gli investitori disposti a cogliere prestazioni interessanti” con livello contenuti di rischio. Il motivo di questa situazione positiva e della forza dei rendimenti complessivi italiani potrebbe essere ricondotta sia alla favorevole accelerazione delle valutazioni delle startup, sia alla ricchezza del tessuto di PMI italiane, che ora, dopo il periodo della crisi, sono tornate alla tradizionale vitalità, anche grazie agli investimenti in innovazione e digitalizzazione. 

Proprio per queste ragioni, negli ultimi anni hanno fatto la comparsa sulla scena del nostro Paese importanti fondi di private equity internazionale: Marco Mazzucchelli, Transaction Advisory Services Leader di EY spiega a MilanoFinanza che la disponibilità di investimento dei fondi di private equity non è mai stata così alta dopo la crisi: tanto denaro pronto per essere investito in tutto il mondo, e anche in Italia. 

Ad attirare gli investitori stranieri e a motivare quelli italiani a investire nel nostro Paese è senza dubbio la tradizione manifatturiera di altissima qualità, la forza del Made in Italy, con Brand conosciuti e riconosciuti, ammirati e imitati in tutto il mondo. Grazie ad una rinnovata disponibilità a investire in ricerca e trasformazione tecnologica, questa ricchezza può aprire potenzialità di crescita e internazionalizzazione decisive per il futuro del tessuto di PMI italiano. 

Cos’è un fondo di private equity?

Secondo la definizione della Borsa Italiana il private equity è:

una forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita (high grow companies) effettuata prevalentemente da investitori istituzionali.

L’attività di private equity comporta dunque non solo l’apporto di capitale in una società, ma riguarda anche una serie di attività complementari necessarie per realizzare il progetto, e in particolare la partecipazione alle decisioni strategiche dell’impresa, pur senza partecipare alla gestione operativa. 

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Pubblicato in Gazzetta il decreto attuativo del Mise per il Fondo nazionale per l’efficienza energetica. A disposizione un plafond da 250 milioni di euro destinato a favorire la riduzione dei consumi energetici nei processi industriali, la realizzare e l’ampliamento delle reti per il teleriscaldamento, migliorare l’efficienza dei servizi e delle infrastrutture pubbliche, inclusa l’illuminazione pubblica e la riqualificazione energetica degli edifici.

Chi può fare richiesta del fondo?

Imprese di tutti i settori (ivi comprese le ESCO) e pubbliche amministrazioni.

Che cosa finanzia il fondo?

Il Fondo sostiene gli interventi di efficienza energetica realizzati su immobili, impianti e processi produttivi riguardanti:

  • la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali;
  • la realizzazione e l’ampliamento di reti per il teleriscaldamento;
  • l’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche, inclusa l’illuminazione pubblica;
  • la riqualificazione energetica degli edifici.

Quali sono le spese ammissibili?

Le spese possono riguardare:

  • consulenze connesse al progetto di investimento con riferimento in particolare alle spese per progettazioni ingegneristiche relative alle strutture dei fabbricati e degli impianti, direzione lavori, collaudi di legge, progettazione e implementazione di sistemi di gestione energetica, studi di fattibilità nonché la predisposizione dell’attestato di prestazione energetica degli edifici e della diagnosi energetica degli edifici pubblici, nella misura massima complessiva del 10 per cento del totale dei costi ammissibili;
  • le apparecchiature, gli impianti nonché macchinari e attrezzature varie (inclusi i sistemi di telegestione, telecontrollo e monitoraggio per la raccolta dei dati riguardanti i risparmi conseguiti) comprensivi delle forniture di materiali e dei componenti previsti per la realizzazione dell’intervento;
  • interventi sull’involucro edilizio (opaco e trasparente) comprensivi di opere murarie e assimilate, ivi inclusi i costi per gli interventi di mitigazione del rischio sismico, qualora riguardanti elementi edilizi interessati dagli interventi di efficientamento energetico;
  • infrastrutture specifiche (comprese le opere civili, i supporti, le linee di adduzione dell’acqua, dell’energia elettrica – comprensivo dell’allacciamento alla rete – del gas e/o del combustibile biomassa necessari per il funzionamento dell’impianto, nonché i sistemi di misura dei vari parametri di funzionamento dell’impianto).

Qual è l’entità dell’agevolazione?

Alle imprese saranno concesse le seguenti agevolazioni:

  • garanzia su singole operazioni di finanziamento;
  • finanziamento agevolato per gli investimenti, di importo non superiore al 70% dei costi agevolabili, a un tasso fisso pari a 0,25% e della durata massima di 10 anni.

Alle Pubbliche amministrazioni sarà concesso:

  • finanziamento agevolato per gli investimenti, di importo compreso tra il 60-80% dei costi agevolabili a un tasso fisso pari a 0,25% e della durata massima di 15 anni.

I finanziamenti agevolati sono concessi da un minimo di euro 150.000,00 e ad un massimo di euro 2.000.000,00.

Da quando potranno essere presentare le domande?

Entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto attuativo (7 marzo 2018) verranno definiti da Invitalia i tempi e le modalità per l’invio telematico delle domande.

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